9 progetti di ricerca irregolari accertati, 19 le persone indagate per truffa aggravata nei confronti dello Stato e per frode fiscale. Pari a 1.93.366 di euro i contributi illecitamente percepiti sotto forma di credito d’imposta, e 13 le società private e i centri di ricerca coinvolti. Sono questi i numeri dell’operazione della Guardia di Finanza, ancora in corso, soprannominata “Golden research”, i cui dettagli sono stati illustrati durante la conferenza stampa delle fiamme gialle di questa mattina sul bilancio operativo del corpo per il 2015. Gli indagati sono stati anche denunciati alla Procura regionale della Corte dei Conti per il correlato danno erariale.
Al centro delle indagini della Guardia di Finanza, delegate dall’Autorità Giudiziaria al Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia, l’arrivo, sotto forma di crediti d’imposta, di agevolazioni concesse ed erogate, dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, per progetti di ricerca scientifica e a scopo industriale a favore delle piccole e medie imprese. Dalle indagini è emerso che i progetti di ricerca finanziati sono risultati, di fatto, privi di originalità e di innovatività: anzi, erano stati copiati, plagiando argomentazioni reperibili su fonti apete, come libri, illustrazioni, pubblicazioni, convegno e statistiche. I costi relativi dei progetti sono stati giustificati con false fatture emesse e utilizzate dalle società coinvolte. In base a quanto emerge dal quadro delineato dalla Guardia di Finanza, l’ammontare del contributo erogato è pari al 50% dei costi sostenuti per l’esecuzione di ogni singola ricerca per un importo massimo di 206mila euro.
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