Ha agito spinto da “desiderio di vendetta” e “rabbia“, Roberto Farinacci, quando il 25 settembre del 2017 è salito al Tribunale civile di Perugia armato di coltello ed ha aggredito i giudici Francesca Altrui e Umberto Rana.
Lo scrivono i giudici della Cassazione nella sentenza che ha confermato la condanna a 12 anni a carico dell’albergatore di Spello. A scatenare il suo desiderio di vendetta, l’esecuzione immobiliare subita per l’impossibilità di onorare un mutuo bancario.
I giudici della Suprema Corte hanno respinto il ricorso della difesa, ribadendo che Farinacci poteva uccidere i due giudici con coltellate dirette verso organi vitali.
E soprattutto, si è trattato di un’aggressione che l’albergatore aveva premeditato, mettendo due coltelli nel borsello, raggiungendo in treno Perugia e poi il Tribunale con il minimetro dove ha cercato (e in un caso inseguito) i due giudici ritenuti responsabili dell’esecuzione immobiliare. Il tutto, senza un ripensamento da parte di Farinacci sulla gravità di quanto stava facendo.