Giotto e San Francesco, mostra a Perugia per l'ottocentenario - Tuttoggi.info

Giotto e San Francesco, mostra a Perugia per l’ottocentenario

Redazione

Giotto e San Francesco, mostra a Perugia per l’ottocentenario

Lun, 15/12/2025 - 14:20

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L’Umbria celebra l’ottavo centenario della morte di san Francesco d’Assisi con un grande evento espositivo, in programma dal 14 marzo al 14 giugno 2026 alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia. 

La mostra è promossa e organizzata dai Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei nazionali Umbria, in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni dell’Ottavo Centenario della morte di san Francesco d’Assisi, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, le Regione Umbria, la Custodia Generale del Sacro Convento di san Francesco, la Provincia Serafica dei Frati Minori di Umbria e Sardegna, l’Arcidiocesi di Perugia – Città della Pieve, il Comune di Perugia e Confindustria Umbria. La manifestazione si avvale della collaborazione dell’Archivio di Stato di Perugia e del contributo di Regione Umbria, Camera di Commercio di Perugia, Fondazione Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, ARVEDI AST e Nestlé; media partner RAI Umbria.

La mostra, dal titolo GIOTTO e san Francesco. Una rivoluzione nell’Umbria del Trecento, curata da Veruska Picchiarelli ed Emanuele Zappasodi, si sofferma sul momento epocale in cui il carisma di Francesco incontra il genio di Giotto per dare vita a una rivoluzione che segna la nascita dell’arte moderna; nell’ultima parte del Duecento, infatti, si assiste al passaggio da un linguaggio forbito e stilizzato, in debito con la tradizione bizantina, della cosiddetta “maniera greca”, alla rivoluzione figurativa promossa dal maestro fiorentino, capace di imbrigliare e restituire la realtà e i suoi affetti con una coerenza e una credibilità fino ad allora del tutto inedite. Questo trapasso si consumò nel cantiere della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi a partire dal 1288; ed è proprio nella cittadina umbra che il giovane Giotto, prima nelle Storie di Isacco e poi nella Legenda francescana, aprì la strada a un codice nuovo, destinato a modificare nel profondo l’arte italiana del Trecento, presto recepito dai maestri attivi in Umbria.La centralità di Assisi e della “fabbrica” francescana rimase intatta ancora per alcuni anni, grazie alla presenza di maestri come i senesi Simone Martini, impegnato nella cappella di San Martino e nel transetto destro della chiesa inferiore, e Pietro Lorenzetti, al lavoro nelle Storie della Passione del transetto sinistro, o il Maestro di Figline, responsabile della decorazione della sagrestia e di alcune vetrate nella basilica francescana.

La mostra documenterà tutta questa straordinaria stagione, attraverso oltre 60 opere, realizzate dai suoi protagonisti più rappresentativi, quali Giotto, Simone Martini e Pietro Lorenzetti, negli anni in cui furono attivi sui ponteggi della Basilica francescana, e darà conto della viva suggestione esercitata sugli artisti locali, capaci di reagire prontamente, con originalità, al loro esempio.  Sarà altresì un’occasione unica per valorizzare la grande tradizione artistica dell’Umbria, estendendo lo sguardo su un patrimonio diffuso in tutto il territorio regionale, fino alle località più remote. Il percorso espositivo ripercorre tutte le fasi della lunga attività di Giotto nella Basilica di San Francesco attraverso opere coeve; a partire dagli esordi, documentati dalla Madonna col Bambino della Pieve di San Lorenzo a Borgo San Lorenzo e dalla Madonna col Bambino e Angeli di San Giorgio alla Costa, fino alla fase più tarda, illustrata dal frammento d’affresco staccato con una Figura allegorica, proveniente proprio dalla chiesa inferiore di San Francesco, oggi conservato al Szépmüvészeti Muzeum di Budapest. Racconteranno l’evoluzione del suo stile in questo significativo intervallo di tempo altri capolavori, come la piccola e preziosa Madonna col Bambino dell’Ashmolean Museum di Oxford e il pannello raffigurante la Pentecoste della National Gallery di Londra, appartenente in origine ad un misterioso dossale francescano.

L’itinerario tra le sale della Galleria Nazionale dell’Umbria prosegue documentando la svolta gotica imposta dalla rivoluzione giottesca alla decorazione della Basilica di San Francesco e la prosecuzione della sua decorazione grazie alle opere di Simone Martini, di cui si riuniranno le prove orvietane, Pietro Lorenzetti, del quale saranno proposte alcune tavole giovanili provenienti dai Musei Diocesani di Cortona e di Pienza, licenziate a cavallo della sua presenza ad Assisi, e del Maestro di Figline, pittore di straordinaria potenza espressiva, di cui si proporrà l’ambiziosa ricostruzione del polittico di sicura provenienza umbra, oggi sparso tra il Worcester Art Museum di Worcester (MA), l’Harvard Art Museums di Cambridge (MA), le Courtauld Institute Galleries di Londra, la Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo, la van Heek Collection, ‘s-Heerenbergh, il Musée du Petit Palais di Avignone.La lezione di Giotto, quindi di Simone Martini e Pietro Lorenzetti, ebbe un impatto decisivo e intenso sui pittori d’origine umbra, cresciuti all’ombra del cantiere francescano e nei maggiori centri culturali della regione, da Perugia a Gubbio, da Assisi a Montefalco, da Foligno a Spoleto, da Orvieto.La rassegna ha l’ambizione di rendere noti al grande pubblico questi maestri a lungo rimasti nell’ombra. Le varie sezioni della mostra illustreranno personalità di profondo fascino, ma ancora misteriose e per lo più anonime, quali il Maestro della Croce di Gubbio, il Maestro di Cesi, il Maestro del Farneto, Marino di Elemosina, e Palmerino di Guido (il cosiddetto Espressionista di Santa Chiara), sodale di Giotto e collaboratore del fiorentino sui ponteggi della basilica Inferiore. A cronologie più inoltrate, in dialogo con gli esempi del giottismo assisiate più maturo, affondi mirati racconteranno la pittura di Puccio Capanna, quella del Maestro della Croce di Trevi, le eleganze del Maestro di Fossa e del Maestro della Croce d’Argento.

Il percorso espositivo avrà il suo ideale completamento negli affreschi dipinti dai protagonisti della mostra nella Basilica di San Francesco ad Assisi, e nel Museo del Tesoro del Sacro Convento, dove si potrà ammirare il magnifico calice dell’orafo Guccio di Mannaia donato al santuario da Niccolò IV, il papa a cui si deve la promozione in tempi rapidissimi della decorazione pittorica della chiesa superiore del complesso. Lo scopo della mostra è quello di conferire apporti rilevanti allo studio di queste tematiche centrali della storia dell’arte, attraverso azioni significative come la ricostruzione di complessi smembrati, la presentazione di opere mai esposte al pubblico, l’effettuazione di numerosi restauri e indagini diagnostiche e la realizzazione di un video immersivo incentrato sulla Basilica di San Francesco ad Assisi, tramite il quale riproporre grazie alle più moderne tecnologie i percorsi visivi che erano stati pensati dalla committenza per i pellegrini che si recavano a pregare sulla tomba del santo. Giotto e san Francesco. Una rivoluzione nell’Umbria del Trecento si avvale della collaborazione scientifica di studiosi internazionali di altissima specializzazione, tra cui Alessandro Bagnoli, Caroline Campbell, Laura Cavazzini, Donal Cooper, Andrea De Marchi, Gabriele Fattorini, Cecilia Frosinini, Francesca Pasut, Mirko Santanicchia e Carl Brandon Strehlke.

Catalogo Silvana Editoriale. L’iniziativa perugina sarà anche l’occasione per valorizzare il patrimonio dell’intera Umbria, anche nell’ottica della collaborazione fra varie realtà e istituzioni del territorio. In collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria sarà realizzata una guida sull’arte nella Regione al tempo di Giotto e dei suoi seguaci. In questa direzione si sta definendo un ampio palinsesto dal titolo Il Cantico e il creato. San Francesco tra arte, natura e spiritualità, che proporrà, tra ottobre e giugno, una serie di itinerari guidati, conferenze ed eventi in vari luoghi del Ternano, toccati dal passaggio di Francesco, come l’eremo di Portaria a Cesi, lo speco di san Francesco e la chiesa di san Francesco a Narni, il Sacro speco francescano di Sant’Urbano, il convento e bosco di Stroncone, la chiesa di san Cristoforo e il convento e chiesa di Santa Maria delle Grazie a Terni, la chiesa e convento di San Francesco a Lugnano in Teverina, il borgo di Alviano.Il progetto si articola in quattro ambiti principali, che coniugano spiritualità, educazione, arte e partecipazione attiva, e si declina in passeggiate immersive e letture spirituali, in laboratori creativi per bambini, in conferenze storico-artistiche, in aperture speciali ed eventi notturni.

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