“Un unico Dio, una sola comunità. Diritti umani per tutti”, questo il titolo dell’incontro promosso martedì 5 novembre, nell’aula magna della Scuola di San Filippo a Città di Castello, da Comune, Comunità dei musulmani, Caritas e Circolo scolastico. Nella serata in questione, i relatori dell’evento, padre Francesco Pierli, missionario comboniano, e Mustapha Toumi, mediatore linguistico culturale sono giunti insieme a tale conclusione: “Se siamo arrivati alla dodicesima edizione significa che nonostante tutto, il dialogo non si è mai arreso nemmeno davanti alle difficoltà culturali, sociali ed economiche”.
Don Paolino Trani, coordinatore dell’iniziativa, ha sottolineato come “il dialogo interreligioso in questi tempi sia sempre più urgente. Abbiamo scelto come sede questa scuola perché accoglie la più alta percentuale di alunni stranieri, che ogni giorno praticano il dialogo con i loro coetanei, contribuendo a formare la società multiculturale di domani, grazie a questa formazione contigua di sensibilità religiose e culturali diverse. Condividere è un imperativo anche per papa Francesco”.
Padre Francesco Pierli ha ribadito: “Nessuno era preparato alla società multiculturale, ci è piovuta addosso all’improvviso. Sia i musulmani che i cristiani hanno dovuto fare i conti con uno scenario diverso dalla separatezza che negli ultimi secoli li aveva tenuti su due sponde opposte del Mediterraneo. Ma io credo che in questo ci sia la mano di Dio, perché le religioni monoteiste collaborassero a costruire un mondo migliore dell’attuale. La strada migliore per il dialogo – ha concluso Pierli – è parlare di cose concrete e cogliere la ricchezza dell’altra fede, non per cambiare la propria ma per consolidarla”.
Mustapha Toumi ha dichiarato: “La condizione fondamentale per il dialogo è la fiducia. C’è un Dio unico per tutti anche se chiamato con un nome diverso. Dio ha creato l’uomo con lingua e colore diversi in modo che ciascuno potesse conoscere l’altro. I pilastri dell’Islam uniscono l’umanità: il pellegrinaggio unisce gli uomini nel cammino; il Ramadan unisce perché quando senti la fame pensi a coloro che non hanno da mangiare; il profeta ci ricorda che non sei credente se la tua pancia è piena mentre vedi il tuo vicino che ha fame. Nel Corano ci sono molti riferimenti al dialogo. Occorre insistere su di esso e sui diritti umani e non arrendersi”.
E’ importante collaborare insieme superando la diffidenza – ha continuato Toumi – e facendo delle differenze un elemento di conoscenza e non di rifiuto. Su questo terreno la conoscenza culturale reciproca è fondamentale perché ci avvicina e ci permette di rispettare le diverse sensibilità”.
“Il mondo non è dei cristiani e non è dei musulmani, il mondo è di tutti” ha concluso l’assessore alle Politiche sociali Andreina Ciubini, sottolineando come “partendo dal rispetto dei diritti umani ogni dialogo è possibile perché la persona è il termine di misura di ogni nostra iniziativa. Così diventano inaccettabili le morti in mare a cui abbiamo tristemente assistito o una capacità di accoglienza non sempre indenne da intolleranza. Quando due culture dialogano non esiste altro percorso per la convivenza pacifica e la crescita comune”.
Massimo Belardinelli, direttore del Primo circolo didattico, ha ribadito come “il modello educativo oggi è cambiato rispetto a qualche tempo fa, cogliendo l’importanza dell’incontro e del confronto sulle cose concrete, condividere e non solo imparare facendo. La nostra scuola pratica l’integrazione con l’ascolto e l’attenzione, consapevoli che se le prossime generazioni avranno un rapporto diverso e più aperto con i non italiani sarà anche per gli sforzi sul fronte del dialogo che noi oggi produciamo”.
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