Secondo i dati raccolti dalla campagna SprecoZero, a livello domestico in Italia sprechiamo circa 4,9 euro a nucleo familiare
«Un modello economico che non dà il giusto valore al prodotto, non si preoccupa dello spreco che avviene. Uno spreco di cibo, di risorse economiche, di beni naturali come il suolo e l’acqua, di dignità del lavoro agricolo che getta l’agricoltore in un circolo vizioso di produzione a basso costo». Così in una nota Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori italiani dell’Umbria e vice presidente nazionale in occasione della giornata nazionale per la prevenzione contro lo spreco alimentare.
«I cortei dei trattori che in questi giorni percorrono le strade regionali ed europee esprimono il forte disagio che vive il comparto primario all’intero di questo modello di filiera agroalimentare.
Per garantire un futuro per gli agricoltori e, al contempo, soddisfare le esigenze dei consumatori, è necessario non solo promuovere una nuova filosofia di produzione alimentare, ma anche educare i cittadini verso scelte d’acquisto più consapevoli. Scelte non orientate esclusivamente al prezzo finale, che tengano conto della qualità del prodotto e della sostenibilità del processo produttivo, e che guardino altresì alla tutela dell’ecosistema e della salute umana.
Secondo i dati raccolti dalla campagna SprecoZero, a livello domestico in Italia sprechiamo circa 4,9 euro a nucleo familiare, per un totale di 6,5 miliardi euro complessivi e un costo nazionale di circa 10 miliardi euro. Scegliere cibo economico, scadente e di veloce deterioramento causa, insieme a un aumento degli alimenti buttati in pattumiera, anche un peggioramento nella propria dieta e nella sicurezza alimentare e provoca un danno al nostro pianeta. Maggiore consapevolezza da parte del consumatore significa minor spreco alimentare, risparmio nel budget familiare, opportunità per acquisti alimentari locali o da filiera corta e salvaguardia dell’ambiente».
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