Città di Castello torna a interrogarsi sul futuro delle terme di Fontecchio, ormai al centro di un articolato intervento di riqualificazione e ampliamento avviato nel lontano 2019 ma ancora distante dal traguardo.
A sollevare il tema in Consiglio comunale è stato il consigliere comunale di Forza Italia Tommaso Campagni, che ha presentato una nuova interrogazione in aula – la seconda in due anni – per ottenere risposte puntuali sullo stato dei lavori e la fruibilità futura della struttura.
Il progetto – approvato con delibera consiliare n. 114 nel giugno 2019 e oggetto di ulteriori azioni amministrative come la declassificazione di un tratto della strada vicinale delle Cavine nel 2021 -, prevede un importante rilancio delle terme attraverso l’intervento delle società private ‘Acqua Re Srl’ e ‘Acqua Mundi Srl’, in possesso di tutte le autorizzazioni edili e paesaggistiche necessarie. Per l’intera area – 11.000 metri quadri di superficie – sarebbero già stati investiti oltre 15 milioni di euro – grazie alla volontà del “mecenate” tifernate Francesco Milleri – e ad oggi almeno l’albergo, che conta ben 90 camere, è già stato ristrutturato.
Ma a distanza di ormai 5 anni, l’opera resta in alto mare. “La scadenza dell’autunno 2024 – ha ricordato Campagni – era stata indicata dal vicesindaco Bernicchi nel novembre 2023. Siamo ormai all’estate 2025 e non c’è ancora una data certa per la conclusione. I cittadini chiedono chiarezza: vogliono sapere se Fontecchio resterà accessibile a tutti, se manterrà la sua vocazione storica e se l’intervento sta davvero procedendo”.
Proprio Giuseppe Bernicchi, nella sua risposta, ha ribadito che il progetto è interamente di iniziativa privata e che “l’amministrazione, pur restando interlocutrice attiva, non ha il potere di dettare i tempi di esecuzione. Abbiamo ricevuto una PEC ufficiale da Acqua Re il 16 maggio – ha spiegato – in cui si rassicura che le terme rimarranno accessibili a tutti e che il progetto manterrà le caratteristiche storiche e terapeutiche. Non sarà un centro di lusso per pochi, ma un luogo di cura e benessere aperto alla comunità”.
Quanto ai ritardi, il vicesindaco ha sottolineato come le difficoltà siano legate a fattori logistici e tecnici: “Problemi con le ditte appaltatrici, carenza di maestranze qualificate, adempimenti burocratici complessi. Gli uffici comunali hanno lavorato con continuità e, ad oggi, non c’è alcuna pratica inevasa. L’ultima richiesta è stata presentata a febbraio 2025. Il progetto è vivo, ma i tempi esecutivi non dipendono da noi.”
Campagni, nel prendere atto della risposta, ha ribadito lo spirito costruttivo dell’interrogazione: “Non si trattava di puntare il dito, ma di rappresentare una preoccupazione diffusa tra i cittadini. Fontecchio è un bene prezioso e auspico che la sinergia tra Comune e privati prosegua con maggiore trasparenza e chiarezza. Abbiamo aspettato tanto, ora serve un’accelerazione concreta”.