Una discreta somma persa per finanziare l'edificazione di case popolari, il tutto perché gli uffici tecnici non hanno portato avanti gli incartamenti necessari. Una questione che ha fatto discutere nei giorni scorsi a Norcia e che ora viene chiarita dallo stesso primo cittadino, Nicola Alemanno.
“Non è stata una dimenticanza quella di presentare proposte di intervento nell'ambito del POA 2006 (programma operativo annuale) relativo all'edilizia residenziale pubblica, – spiega il sindaco – ma una scelta dell'amministrazione comunale”.
“Sono molte le ragioni per cui il Comune di Norcia ha effettuato una scelta diversa dalla mera costruzione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica nel capoluogo come nei centri frazionali” afferma Alemanno. “Su tutto il nostro territorio – spiega – esiste un ricco patrimonio storico, artistico ed architettonico, da recuperare e da salvaguardare. Molti edifici, soprattutto nelle frazioni, sono abbandonati. Il loro recupero, oltre che valorizzare il tessuto urbanistico, permetterebbe di raggiungere anche un altro obiettivo che l'amministrazione sta perseguendo con determinazione, ossia il ripopolamento delle frazioni. Questa logica è sulla scia di quella che ha portato al recupero e alla rifunzionalizzazione a scopi abitativi degli edifici scolastici di Pescia e Nottoria”.
A queste motivazioni se ne aggiungono altre di natura sociale. “Costruire nuove schiere di case popolari – prosegue Alemanno – significherebbe creare delle discriminazioni tra la popolazione e mettere il bollino a quanti andranno a vivere in questi alloggi. Non vogliamo assolutamente questa disparità di trattamento per chi vive nella nostra città. Al contrario, è nostra ferma intenzione favorire la parità dei diritti e la piena integrazione di tutti i nostri residenti, compresi gli stranieri che ormai da molti anni vivono a Norcia”. “Questa nostra scelta – prosegue Alemanno – è stata pienamente condivisa anche dall'Ater che ha già finanziato la realizzazione dei primi quattro alloggi di edilizia residenziale pubblica attraverso il recupero di fabbricati privati nella frazione di Savelli; fabbricati che l'Ater ha acquistato con propri fondi e sui quali è stata già predisposta e consegnata al Comune un'apposita progettazione di ripristino abitativo. E questo è solo l'avvio di un processo che porterà al recupero di altre volumetrie da destinare ad alloggi pubblici. Quindi – conclude il sindaco – la nostra scelta, che tra l'altro tende a far risparmiare gli enti locali sovraordinati, ci colloca anche più avanti dei progetti presentati nell'ambito dello stesso Poa”.