Foligno ha la statua di Babbo Natale più grande d’Europa. Il record è confermato ufficialmente dallo stesso presidente della Confesercenti territoriale, Simone Mattioli, e sancito da un lancio dell’Ansa, prima agenzia di informazione italiana e quinta a livello mondiale, che ha rilanciato la notizia non solo in tutto il Paese ma ai cinque continenti.
Promessa mantenuta quindi: ora ‘al centro del mondo’ c’è il Babbo Natale più grande d’Europa. L’idea è stata indiscutibilmente apprezzata, e se le scopo era quello di farne parlare è stato indubbiamente raggiunto.
Detto questo, onore al merito! Ma…c’è un ma…
Che se ne parla tanto è vero, forse, magari, anche troppo, ma bisogna vedere come se ne parla. Diceva Oscar Wilde: “Nel bene o nel male, purché se ne parli” ma certo è che le critiche non sono mancate. Già, perché, se l’idea è, e resta valida, la sua concretizzazione lascia decisamente perplessi, basiti, spiazzati, qualcuno dice addirittura sconvolti.
E allora Foligno, con la sagace schiettezza e la ‘vena ipercritica’ che la contraddistingue, ha lasciato da parte il ‘buonismo natalizio’ del ‘volemose bbene’ e ‘siamo tutti più buoni’ sparando ad alzo zero’ contro il gigantesco Babbo Natale.
E’ stato ribattezzato: tisicu, vecano, mazzinga, spauracchiu, Fassino da juvinottu, Santa Skrause, spilungone, sicchinpiedi, perticone, Babbo Stamale, sellerone, seccardone, seccafieno, pennellone, saccovotu…queste solo per citarne alcune, tra le più divertenti.
Nel mirino anche la corporatura troppo ‘esile’: chi lo considera anoressico, chi lo vorrebbe con più ‘panza’, chi con gli occhiali neri, chi con lo sguardo più dolce, chi sorridente, chi più capellone, e giù a sarcasmo.
In rete anche vignette e lavori grafici del tutto originali.
C’è pure chi lo apprezza ovviamente, chi loda comunque lo sforzo organizzativo, chi dice che l’importante è che piaccia ai bambini, che l’importante è fare qualcosa fregandosene delle critiche.
Dall’altro – altrettanto legittimamente – che rivendica il diritto a criticare se qualcosa non piace, senza essere additato come contestatore a prescindere.
Insomma, il ‘caso Babbo Natale gigante’ è servito!
Ed ora, come avvenne per il ‘caso Spelacchio’ si pensa di fare buon viso a cattivo gioco, magari facendo di necessità virtù premiando le critiche più simpatiche a ‘Spauracchio”.
Perché per andare d’accordo – soprattutto a Natale, o almeno a Natale – non è necessario pensarla allo stesso modo, ma avere almeno lo stesso rispetto.