Truffa ad anziana signora, da finto finanziere

Finto finanziere con moglie gelosa e imprenditrice svizzera, truffa a signora di Spoleto

Pietro Manna

Finto finanziere con moglie gelosa e imprenditrice svizzera, truffa a signora di Spoleto

Agganciata in via Cacciatori delle Alpi le hanno rubato i gioielli fingendo di voler donare una cospicua cifra in beneficenza.
Gio, 30/07/2015 - 15:05

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Una anziana signora spoletina è stata vittima ieri mattina di una truffa ben organizzata, messa a segno da due giovani, una donna straniera e un ragazzo italiano che si sono finti rispettivamente una “benefattrice svizzera” in cerca di un amico del padre a cui affidare 250.000,00 euro da dare in beneficenza e un “finanziere” da poco in servizio a Spoleto. E’ quanto può anticipare Tuttoggi.info che ha raccolto la testimonianza direttamente dalla vittima del grave episodio.

L’anziana signora, mamma di un noto imprenditore locale, si trovava in Via Cacciatori delle Alpi e si stava godendo il fresco delle prime ore del mattino quando la truffatrice, alla guida di un’auto, le ha chiesto  informazioni sulla sede di una casa farmaceutica che aveva aperto una sede a Spoleto dove era impiegato un amico di famiglia a cui lei, facoltosa imprenditrice svizzera, ogni anno affidava per conto di suo padre, una consistente cifra da devolvere in beneficenza, più un compenso personale come rimborso per doversi occupare di questo compito.

L’anziana signora si è subito dichiarata ignara dell’esistenza di una casa farmaceutica a Spoleto ma in aiuto della ‘imprenditrice svizzera’ si è casualmente  presentato un passante, un giovane di bell’aspetto, qualificatosi come un agente della Guardia di Finanza mostrando anche un tesserino, ovviamente falso. L’uomo avrebbe anche detto di essere il figlio di un medico in servizio presso l’ospedale di Spoleto, così da potersi meglio accreditare nei confronti dell’ottuagenaria, e si è offerto di chiamare il padre per saperne di più sulla cosa.

Dopo una breve telefonata, il giovane spiegava alla complice che la casa farmaceutica aveva una sua sede nei pressi del nosocomio cittadino ma che purtroppo l’amico di famiglia ivi impiegato era deceduto da circa 20 giorni. Dopo una scenata “napoletana” tra lacrime e urla di disperazione, la signora svizzera veniva informata dal malfattore-complice della possibilità di devolvere ugualmente la cifra in suo possesso in beneficenza, direttamente presso un apposito ufficio dell’Ospedale di Spoleto, ma che per fare ciò occorreva prima accreditarsi presso una banca locale. Il giovane si sarebbe così offerto di accompagnare la malvivente prima in banca e poi all’ospedale, chiedendo però all’anziana signora spoletina di salire anche lei in macchina a causa dell’eccessiva gelosia della di lui moglie, che mai lo avrebbe perdonato se lo avesse scoperto in macchina con una giovane donna, sia pur per nobilissimi motivi.

L’anziana signora, nel tentativo di rendersi utile, ha acconsentito e, salita in macchina, ha accompagnato la coppia di truffatori in Piazza Garibaldi, dove il giovane uomo si sarebbe recato in banca a fare il famoso accreditamento. Durante il tragitto l’imprenditrice svizzera avrebbe spiegato che non potendo raccontare all’anziano padre della morte del caro amico e in virtù dell’aiuto che l’anziana signora e il giovane agente le stavano dando, avrebbe a loro devoluto il compenso previsto per l’amico di famiglia, quantificato in 40.000,00 euro da dividere in due. Giunti in Piazza Garibaldi l’uomo, dopo aver trascorso breve tempo all’interno della sede di un istituto bancario lì presente, ne usciva asserendo di aver prelevato 11.000,00 euro da dare allo sportello di beneficenza dell’Ospedale come garanzia per la successiva donazione di 250.00,00 euro, ma che tale cifra non era sufficiente a chiudere la pratica per cui aveva bisogno di un ulteriore aiuto economico. La signora spoletina, frastornata dal turbillon di eventi e situazioni, non percepiva l’assurdità di un ragionamento per cui un’improbabile Ufficio Beneficenza dell’ospedale spoletino pretendesse una garanzia per avere successivamente dei soldi in donazione: ma la sceneggiata è bastata per sentirsi in obbligo di dare all’uomo i propri gioielli: un anello avuto in dono dal defunto marito, un orologio e una collana con ciondolino, così da poter raggiungere l’agognata cifra da porre a garanzia della futura donazione.

I tre si sono quindi recati all’Ospedale. Ma, una volta lasciata la signora nei pressi del bar, i due truffatori, fingendo di recarsi allo Sportello Beneficenze per espletare la pratica e tornare poi indietro per la restituzione dei gioielli e l’elargizione del compenso alla signora, si sono dileguati nel nulla. Naturalmente nessuno si è più presentato e dopo un paio d’ore l’anziana donna ha realizzato di essere stata vittima di un raggiro e ha chiamato i figli per essere riaccompagnata a casa. La donna, che ha raccontato la vicenda a Tuttoggi.info, si recherà nelle prossime ore presso una sede delle forze dell’ordine per sporgere denuncia. Non è da escludere che le telecamere posizionate nella banca e in ospedale possano fornire un utile aiuto agli inquirenti al fine di rintracciare i due furfanti.

© Riproduzione riservata

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