Dopo aver inaugurato con successo la 60a edizione del Festival di Spoleto nel giugno scorso, il Don Giovanni di Mozart, messo in scena da Giorgio Ferrara, debutta al Teatro Coccia di Novara venerdì 15 dicembre p.v. alle ore 20.30, con replica domenica 17 dicembre alle ore 16.00.
Festival dei Due Mondi, sipario con Don Giovanni di Mozart il contenitore perfetto
Su progetto artistico del Festival di Spoleto e coprodotto dalla Fondazione Teatro Coccia di Novara e da Ravenna Festival in collaborazione con Festival di Spoleto 60 e Cartagena Festival Internacional de Música, anche l’allestimento della tournée novarese ha la regia e l’ideazione luci di Giorgio Ferrara, mentre la direzione dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è affidata questa volta a Matteo Beltrami. La drammaturgia è di Giorgio Ferrara e René de Ceccatty, la scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, i costumi di Maurizio Galante. Il cast dei cantanti è composto da Dimitris Tiliakos (Don Giovanni), Cristian Saitta (Il commendatore), Lucia Cesaroni (Donna Anna), Brian Michael Moore (Don Ottavio), Francesca Sassu (Donna Elvira), Andrea Concetti (Leporello) Daniel Giulianini (Masetto) e Arianna Vendittelli (Zerlina).
“Il Don Giovanni di Da Ponte e di Mozart, anche se ispirato a una celebre commedia spagnola di Tirso de Molina, che fu anche adattata da Molière in Francia, è un capolavoro di un’originalità stravolgente, per il conflitto tra musica e parole. Spesso rappresentato come una tragi-commedia, per via delle scene più leggere tra Masetto e Zerlina e della comicità del personaggio di Leporello, o dello scambio di vestiti e di personalità del secondo atto (tra il servitore e il padrone), si tratta in verità di una grande messa da requiem, di un dialogo tra un ateo e la morte. Appunto per questo Sören Kierkegaard ha proposto in Enten Eller delle analisi penetranti del Don Giovanni di Mozart.
La perfezione del libretto e delle partiture di Don Giovanni non impedisce un vero approfondimento estetico del dramma. Nessun intervento sull’intreccio. Tuttavia, per risolvere la questione problematica del conflitto tra l’apparente gioia di vivere e di amare e la minaccia tragica, tra tradimenti erotici e fatalità dell’ultima sentenza, la Morte, dovunque presente nella musica, sia nelle arie di Donna Elvira e di Donna Anna che nelle dichiarazioni amorose di Don Giovanni, abbiamo ambientato la totalità in una cripta e in un cimitero, e non solo l’unica scena che si svolge proprio lì. Tutta l’azione si vive come un sogno, forse fatto da Sören Kierkegaard, che, riflettendo sulla musica di Mozart e sui caratteri tragici dei personaggi, fa uscire i protagonisti dalle tombe, dai monumenti funebri (…).” (Giorgio Ferrara, René de Ceccatty)
Foto: repertorio Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)