L’era di Daniele Cipriani alla guida del Festival dei 2 Mondi di Spoleto è ufficialmente iniziata. Non che il neo direttore artistico, chiamato in primavera dal Ministro Giuli a sostituire Monique Veaute, non si sia fatto vedere in città in queste settimane ma, a parte il saluto istituzionale al presidente e sindaco Andrea Sisti, tenutosi in Municipio, e una discreta presenza a un paio di spettacoli, il patron della danza italiana ha (giustamente) evitato di mettersi in mostra.
Per rispetto alla Veaute, certamente, ma anche per non mescolare la propria figura a quest’ultima edizione edizione, che la ormai ex direzione ha salutato come quella “dei record degli ultimi 18 anni con 950mila euro di incasso e 31mila spettatori”. Numeri che per la verità il compianto Giorgio Ferrara aveva superato nelle edizioni post era Menotti.
Dunque il vero battesimo della nuova gestione si è tenuto ieri l’altro, venerdì, quando Cipriani ha voluto incontrare tutto lo staff del Festival, nessuno escluso, per presentarsi e annunciare le prime novità. Un incontro tenuto all’insegna dell’informalità (“non chiamatemi Maestro, direttore va bene, se volete anche semplicemente Daniele”, avrebbe detto stando a quanto riportato a Tuttoggi), della ferma volontà di conseguire gli obiettivi assegnatigli dal Mic di rilanciare la kermesse (“sarò molto presente a Spoleto”) e di annunciare le prime novità.
A cominciare dai componenti della squadra: alla celebre pianista Beatrice Rana (dal 2020 direttrice artistica, con la benedizioni di Sir Antonio Pappano, dell’Orchestra Filarmonica di Benevento), il cui nome era già circolato negli scorsi mesi, si aggiunge, a dispetto dei pronostici, quello dell’ammirato drammaturgo e regista Leo Muscato. 52 anni, con alle spalle una già consolidata esperienza teatrale quale applaudito regista di Opere che vanno da Shakespeare a Miller, Handel, Peppino De Filippo, Eschilo, etc. Lo scorso dicembre ha debuttato nella lirica alla prima scaligera con La Forza del destino di Giuseppe Verdi, diretta da Riccardo Chailly, strappando i consensi anche della critica più ortodossa. Ulteriori nomi non ne sono stati fatti, almeno per ora.
Al settore della danza, da sempre quello più seguito dal pubblico festivaliero, penserà lo stesso Cipriani che gli affezionati del festival menottiano hanno già avuto modo di osannare, nell’era di Giorgio Ferrara, in tre indimenticabili occasioni: il Tributo a Rudolf Nureyev nel 2018 nell’ambito di I love Spoleto (qui la nostra recensione firmata da Carlo Vantaggioli), Bolle and Friends (Spoleto 59) e Le creature di Prometeo, Le creature di Capucci in Piazza Duomo (qui).
Cipriani, a quanto trapela dall’incontro, poi proseguito al ristorante Canasta in centro storico alla presenza del Cda della Fondazione (Sisti era accompagnato dal vice presidente Paolo Feliziani e dalla dirigente al bilancio comunale Patrizia Tedeschi, chiamata quest’anno a supportare gli aspetti economico-finanziari di quest’ultima edizione), si è voluto informare e confrontare con i responsabili dei vari settori per avere piena cognizione non solo dello stato dell’arte ma anche di quali e quanti materiali sono presenti in archivi e magazzini del Festival. Per quali idee da mettere in campo non è dato sapere.
Prossimo incontro a settembre, con il neo direttore artistico che ha fatto intuire di avere già in mente il Concerto che concluderà la sua prima edizione 2026.
Dunque, questo prossimo quinquennio può avere inizio, anche se si aspetta di vedere siglato il nuovo Statuto su cui, dopo quasi due anni di ritardo da parte della presidenza della Fondazione, trovata finalmente una quadra, si attende il responso definitivo del Ministro Giuli. Con relativa nomina della figura del Soprintendente che insieme al direttore artistico dovrà cercare di riportare il Festival dei Due Mondi ai fasti di un tempo.
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