Festival Spoleto, Gran finale di Mahler senza rondini ma con l’arcobaleno | Vip disertano, i fuochi ammaliano - Tuttoggi.info

Festival Spoleto, Gran finale di Mahler senza rondini ma con l’arcobaleno | Vip disertano, i fuochi ammaliano

Carlo Ceraso

Festival Spoleto, Gran finale di Mahler senza rondini ma con l’arcobaleno | Vip disertano, i fuochi ammaliano

Anche la 68ma edizione del Festival dei 2 Mondi di Spoleto finisce nella memoria, con il Concerto finale di ieri che ha strappato l’ovazione del pubblico ma non tutta la critica...
Lun, 14/07/2025 - 18:11

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Anche la 68ma edizione del Festival dei 2 Mondi di Spoleto finisce nella memoria, con il Concerto finale di ieri che ha strappato l’ovazione del pubblico, ma non di tutta la critica, che ha avuto da ridire sulla esecuzione della Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler, l’opera matura di Gustav Mahler, a cui il celebre direttore Ivan Fisher ha voluto imprimere un “taglio” non sempre rispondente a quello che si può ascoltare nelle memorie di internet: troppo bandistico nella prima parte, meno suadente nel celebre Adagietto.

A rovinare l’esecuzione – fortuna non vi fosse la diretta Rai – i sonori rumori che l’impianto acustico ha registrato in almeno 5 occasioni (una probabilmente legata all’involontario urto di un musicista sul proprio microfono) che hanno innervosito il pubblico.

Pubblico delle grandi occasioni per una Piazza Duomo gremita come sempre, dove sono mancati più del solito i vip, a cominciare dal Governo, forse anche per l’ancora ricercato accordo sulla riforma dello Statuto e il nuovo assetto della kermesse che ieri ha definitivamente salutato l’era della direttrice artistica Monique Veaute. Al cui posto il Ministro Giuli ha designato Daniele Cipriani, manager conosciuto in tutto il mondo soprattutto per la danza, che durante questa edizione si è fatto vedere in modo discreto, probabilmente per non innervosire lo staff destinato a breve a fare le valigie.

Per gli amanti di indovini e vaticinatori quella di eri potrebbe essere una serata tutta da indagare: da Giove Pluvio che solo pochi minuti prima dell’inizio del concerto ha deciso di non rovinare la serata, al mancato volo delle rondini, che da sempre salutano il Festival di Spoleto nel giorno più importante, al magico arcobaleno che poco prima delle 21 si è stagliato sul cielo umbro, proprio alle spalle di quel Duomo che resta sublime cornice del Concerto finale. Segnali funesti misti ad apparizioni di buon auspicio? Chissà, solo in futuro potremo saperne di più.

Il saluto della Veaute, Premio Fendi a Kentridge

Ad aprire l’evento è stata l’ormai ex d.a. Monique Veaute che dal palco ha voluto, in modo per certi versi singolare, ringraziare quanti le sono stati vicino in questi cinque anni. Non li ha citati tutti – come fece il compianto Ferrara – ma solo alcuni, con una scelta in qualche caso ‘azzardata’ visti gli scarsi risultati raggiunti alla guida dei rispettivi settori. Dimenticandone altri che sono da sempre fondamentali per gli appuntamenti più importanti o le sezioni più delicate del Festival di Spoleto. Sarà stata l’emozione.

Più formale e concreto, gesticolazioni a parte, il sindaco e presidente della Fondazione Andrea Sisti, salito sul palco alla fine del concerto che ha ringraziato quanti si sono spesi per questa ennesima edizione. Sisti ha (giustamente) voluto sul palco la direttrice amministrativa Paola Macchi che, con il consueto garbo ed eleganza, ha rivolto il proprio ringraziamento a tutta la macchina organizzativa del Festival così da non dimenticare nessuno.

Al termine, mentre una buona metà del pubblico abbandonava la piazza come non si confà in simili occasioni, la consegna del Premio “Carla Fendi STEAM 2025” che la presidente dell’omonima fondazione, Maria Teresa Venturini Fendi, ha consegnato al poliedrico artista William Kentridge “per il suo talento creativo e il prezioso lavoro svolto in ambito sociale sia personalmente che con The Centre for the Less Good Idea”.

Festival Spoleto 2025, i Vip in piazza Duomo

Al sindaco Sisti fare gli onori di casa ad un parterre che ha registrato l’assenza del Governo e con poche personalità della politica. Tra i presenti il vice presidente della Camera Giorgiò Mulè, spoletino di adozione, il vice presidente del Csm militare, avvocato Pietro Laffranco, l’onorevole Federico Mollicone (Presidente della Commissione cultura alla Camera), l’onorevole Emma Pavanelli, l’onorevole Maria Elena Boschi (che prima del concerto si è intrattenuta con uno sparuto gruppo di Italia Viva capeggiato dall’assessora comunale Manuela Albertella), i senatori Walter Verini e Franco Zaffini. Seduto nella fila d’onore, insieme alla presidente della Regione Stefania Proietti e all’arcivescovo di Spoleto monsignor Renato Boccardo, l’ambasciatore del Cile in Italia, Ennio Vivaldi. Per la Regione Umbria c’erano anche, tra gli altri, l’assessore Thomas De Luca ed i consiglieri regionali Paola Agabiti, Andrea Romizi e Stefano Lisci. Presente anche la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi.

Non ha mancato l’importante evento culturale il generale Rolando Mosca Moschini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa e Consigliere militare dei Presidenti della Repubblica, Napolitano e Mattarella. Pressoché al completo la giunta municipale e buona parte del consiglio comunale, insieme ai vertici delle partecipate, a cominciare da quelli di Vus, Vuscom, ASe, etc.

Nutrita la schiera dei massimi rappresentanti delle istituzioni regionali e provinciali, tra cui il Prefetto di Perugia, Francesco Zito, il Questore di Perugia, Dario Sallustio, il Comandante Regionale della Guardia di Finanza, generale Francesco Mazzotta, con il comandante provinciale, generale Carlo Tomassini, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Sergio Molinari, il Comandante della scuola interforze nbc di Rieti, generale Giorgio Guariglia e il comandante del II Reggimento Granatieri di Sardegna, colonnello Giuseppe Rauso.

Una doverosa citazione per la finestra tanto cara al fondatore, il maestro Gian Carlo Menotti, dove è stato apposto, rispettando la tradizione, un mazzo dei suoi amati girasoli e, al calar della sera, accesa una luce ad illuminare questa porzione di Casa Menotti.

A chiudere, gli immancabili fuochi d’artificio che hanno tenuto con il naso all’insù migliaia di spoletini che, sfidando la rigida temperatura, non hanno voluto mancare l’occasione di salutare la 68ma edizione.

Festival 2025, si volta pagina

Chiusa questa edizione, si potrà cominciare a guardare al prossimo quinquennio in attesa che si trovi la definitiva quadra sull’assetto gestionale (in pratica chi sarà il nuovo Soprintendente che affiancherà il d.a. Cipriani?) e arrivino le maggiori risorse che il ministro Giuli aveva di recente assicurato.

Per un definitivo bilancio di quella appena passata bisognerà attendere i dati ufficiali. Quelli annunciati ieri, sotto il profilo quanto meno degli spettatori (31.000) non si discostano di molto da quelli delle 4 edizioni precedenti.

Quella conclusa, che secondo alcune stime ha registrato circa 1.800 spettatori al giorno, se ha registrato spesso sold out nei teatri, non ha fatto ugualmente in alberghi e ristoranti dove, salvo qualche rara eccezione, si è sempre potuto trovare qualche posto.

Numeri su cui riflettere, anche magari in relazione alla provenienza del pubblico, per ricercare nuove strategie cui tornerà utile lo studio condotto dall’Università di Perugia, circa il profilo degli spettatori del Festival, atteso per il prossimo mese di settembre.

(modificato il 16 luglio 2025)

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