Festival delle Nazioni da record, 35% in più di presenze e incassi - Tuttoggi.info

Festival delle Nazioni da record, 35% in più di presenze e incassi

Davide Baccarini

Festival delle Nazioni da record, 35% in più di presenze e incassi

Bilancio più che positivo per la 48esima edizione a tre giornate dalla fine, nel 2016 la nazione ospite sarà la Francia
Gio, 03/09/2015 - 20:28

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Mancano ancora tre serate alla fine della 48esima edizione del Festival delle Nazioni di Città di Castello ma, nel tardo pomeriggio di oggi, nella sala della Giunta del Municipio tifernate, si è già tenuta la conferenza stampa di chiusura della manifestazione, che di fatto ha già tracciato i primi e alquanto positivi bilanci.

Al tavolo con la stampa erano presenti il primo cittadino di Città di Castello Luciano Bacchetta, il vicesindaco e assessore alla Cultura tifernate Michele Bettarelli, l’assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini, il Presidente del Festival delle Nazioni Giuliano Giubilei, il Direttore artistico e il Direttore organizzativo del Festival, rispettivamente Aldo SisilloRoberto De Lellis.

“Festival coinvolgente” – A prendere la parola per primo è stato il vicesindaco Bettarelli che ha dichiarato come il Festival abbia effettivamente accresciuto il suo livello culturale e artistico, diventando letteralmente “coinvolgente“, soprattutto con i gruppi e gli artisti locali, in particolare negli eventi collaterali, i quali hanno valorizzato ancora di più la sede nel Chiostro di San Domenico, un luogo unico che ha riscosso un inaspettato successo di pubblico.

“Unione di innovazione e tradizione” – L’assessore regionale Cecchini ha sottolineato che il Festival delle Nazioni consente di fare una valutazione più ampia rispetto alla stagione dei Festival in Umbria, che ha avuto un grande afflusso di pubblico e un grande riscontro anche sulla stampa. “Un Festival è l’occasione per innovare e sperimentare nuovi linguaggi, come nel caso del concerto di Sciarrino, ma anche per curare la propria storia e le tradizioni. Il fatto che il Festival abbia saputo tenere insieme questi aspetti non fa che confermare il Festival delle Nazioni quale un evento assolutamente positivo. Facciamo tesoro di ciò che abbiamo costruito, perché la piccola Umbria piena di beni artistici e culturali difficilmente saprebbe mantenere la qualità della sua vita culturale facendo a meno di questi appuntamenti radicati a livello nazionale e internazionale”.

“Un’edizione eccezionale” (con record) – Il presidente Giuliano Giubilei ha riferito, orgoglioso, alcuni dati estremamente positivi di quella che lui stesso ha definito “un’edizione eccezionale“. Se già lo scorso anno fu registrato un incremento di presenze e incassi del 43% rispetto al 2013, infatti, quest’anno, c’è stato un ulteriore incremento del 35%, a tre serate dal termine. Numeri, dunque, che confermano una certa tendenza alla crescita della manifestazione e che danno ragione alla scelta del Festival di offrire buona musica unitamente a quello che si muove nel dibattito culturale attuale (l’anno scorso con il centenario del genocidio degli armeni, e quest’anno con il centenario della Grande Guerra). “Se offriamo al pubblico musica di qualità legata a un progetto, – aggiunge Giubilei – allora questo risponde con più attenzione, partecipazione e coinvolgimento. Se facciamo ascoltare la musica della dinastia Strauss mostrando il contesto politico e sociale in cui nacque e si sviluppò, allora il pubblico la comprende e la apprezza di più. In questa idea di progetto noi crediamo fortemente e naturalmente la riproporremo anche nelle prossime edizioni dedicate, come annunciato, alla Francia e alla Germania”.

I successi – Il presidente ha poi riassunto i maggiori appuntamenti che, in qualche modo, hanno messo d’accordo tutti: il progetto multimediale nella suggestiva location del Famedio del Cimitero Monumentale di Città di Castello, che ha ricevuto diverse richieste di replica; la “scommessa” del concerto anteprima alla Basilica di Monte Santo, in territorio sloveno, con un’orchestra composta da musicisti sloveni, carinzi e italiani, la SFK Euro Symphony; il concerto di Goran Bregovic, che ha riportato il Festival al Parco Vitelli dopo tantissimi anni; la serata dedicata al Centenario di Burri in un’altra affascinante location, gli ex Seccatoi del Tabacco, che Sciarrino stesso ha dichiarato essere “un luogo dall’acustica perfetta, dove le note hanno più respiro rispetto alla ‘secca’ sala d’incisione”. Da non dimenticare, ha aggiunto Giubilei, che tutti le serate finora passate hanno fatto registrare il sold out.

“Cambio d’immagine” – Il Sindaco Luciano Bacchetta ha invece voluto sottolineare come il Festival sia “cambiato anche a livello di immagine. Se in passato, infatti, era quasi un appuntamento estraneo alla città, oggi riscuote successo tra tutte le fasce d’età, soprattutto fra i giovani. Grazie a questo la manifestazione si è liberata anche di quell’aurea di ‘iniziativa di nicchia’ che troppe volte l’ha condizionata“. Il primo cittadino ha poi voluto aggiungere come “l’apporto della Regione, vista la diminuzione di 50mila euro di finanziamenti statali, sia stato vitale come non mai“, rendendo il Festival “frutto di un grande lavoro di squadra” e “patrimonio di tutti“.

“Nonostante crisi il pubblico non fa a meno della cultura” – Il direttore artistico Aldo Sisillo ha parlato dei contenuti del Festival: “Già da qualche anno la musica da camera, in Italia, soffre. C’è una pericolosa tendenza alla predilezione verso i grandi eventi. Purtroppo qualche Festival è stato addirittura azzerato. Noi pur non ospitando grandi orchestre riusciamo a costruire percorsi e progetti. L’aumento del pubblico è allora un dato particolarmente interessante perché dimostra ancora una volta che, anche in tempo di crisi, la gente non tralascia la cultura. È interessante vedere eventi come quello al Cimitero di Città di Castello, dove il pubblico ha l’occasione di riflettere sulla propria storia. La cultura ci permette di riflettere su nostro passato e sulla nostra identità e capire il presente. E se proponiamo percorsi intellegibili, il pubblico risponde”.

Arrivederci al 2016, ospite la Francia – Una volta messa in archivio l’edizione 2015, il Cda del Festival, confermato per un altro anno “per meriti sul campo“, continuerà il progetto triennale che si focalizza nel periodo temporale compreso tra fine Ottocento e inizi Novecento, e che, insieme all’Austria, vede protagonista anche Francia e Germania, anch’esse attrici importanti del primo conflitto mondiale. Proprio la nazione d’oltralpe sarà l’ospite dell’edizione 2016. Ovviamente come quest’anno è stata celebrata l’austriaca Vienna, capitale delle avanguardie artistiche, tra un anno il Festival punterà gli occhi su Parigi e sulle sue atmosfere, a partire dalla Belle Epoque fino agli anni dell’anteguerra, passando per l’esotismo.

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