Fatture false, Finanza scopre azienda di trasporti fantasma a Norcia: 7 indagati | Video - Tuttoggi.info

Fatture false, Finanza scopre azienda di trasporti fantasma a Norcia: 7 indagati | Video

Redazione

Fatture false, Finanza scopre azienda di trasporti fantasma a Norcia: 7 indagati | Video

Mar, 17/01/2023 - 12:45

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A beneficiare delle fatture false della società cartiera aziende di Lazio e Marche. Un prestanome addirittura deceduto 10 anni prima

Avrebbero dato vita ad una società di trasporti di merci “fantasma”, con sede legale a Norcia, emettendo fatture false, per operazioni inesistenti. Per questo 7 persone sono finite sotto inchiesta.

Ad indagare su di loro i militari della Guardia di finanza della Compagnia di Spoleto, guidati dal capitano Elisa Renzi, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica. Ed ora i finanzieri del comando provinciale di Perugia hanno dato esecuzione a diversi provvedimenti emessi dal gip di Spoleto all’esito delle risultanze investigative.

Commercialista sospeso, sequestrati beni a 6 imprenditori

In particolare nei confronti di un commercialista di Norcia è stato disposta la misura cautelare del divieto di esercizio della professione. Altre sei persone, imprenditori, invece, sono stati raggiunti da un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie. Sono tutti indagati, a vario titolo, per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di documenti contabili.

Fatture false, le indagini partite da Norcia: un prestanome morto 10 anni prima

L’attività trae origine da una verifica fiscale eseguita dalle fiamme gialle di Spoleto nei confronti di una società, con sede a Norcia ed operante nel settore dei trasporti di merci su strada, caratterizzata da “elevati profili di rischio”. L’azienda nursina, infatti, da circa 10 anni non presentava dichiarazioni fiscali, non aveva lavoratori dipendenti né una sede operativa o una benché minima struttura aziendale. Ancora, nel periodo della messa in liquidazione, si erano susseguiti avvicendamenti nella carica di amministratore unico e cessioni di quote societarie tra soggetti privi di disponibilità economiche e con precedenti penali specifici, meri “prestanome”, l’ultimo dei quali era, addirittura, deceduto dieci anni prima dell’acquisizione della società.

Società “cartiera” per emettere fatture false

Dalle successive indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, sono emersi sufficienti indizi relativi alla natura di “cartiera” della società, utilizzata esclusivamente per emettere fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, utilizzate da altre imprese laziali e marchigiane per “abbattere” i costi e ridurre il carico fiscale.

In tale contesto, particolare rilievo ha assunto la figura di un commercialista, presso il cui studio, in sede di perquisizione, sono stati rinvenuti alcuni bilanci della società cartiera (mai depositati e non esibiti in occasione dell’apertura della verifica fiscale), fatture ed altra documentazione attinente alla gestione, unitamente alla “Carta nazionale dei servizi delle Camere di Commercio”, con i relativi codici PIN e PUK con cui, verosimilmente, il professionista poteva effettuare transazioni telematiche in nome e per conto degli amministratori formalmente in carica.

Indebito risparmio di imposte per oltre 400mila euro

Ritenuto fondato il provvisorio impianto accusatorio, il Giudice per le Indagini Preliminari, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione dei reati, ha disposto la misura del divieto di esercizio della professione a carico del commercialista per un periodo di 12 mesi ed il sequestro del profitto dei reati derivante dall’indebito risparmio di imposta per un importo di oltre 400 mila euro.

L’operazione condotta dalle Fiamme Gialle testimonia il costante impegno del Corpo, a tutela della legalità economico-finanziaria e al contrasto di condotte illecite arrecano danni al sistema economico nazionale, falsando le regole della leale concorrenza e danneggiando gli imprenditori che operano nel rispetto della legalità.

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