Fatto a pezzi e chiuso in 8 scatoloni. Studentessa a Perugia sospettata di parricidio - Tuttoggi.info

Fatto a pezzi e chiuso in 8 scatoloni. Studentessa a Perugia sospettata di parricidio

Redazione

Fatto a pezzi e chiuso in 8 scatoloni. Studentessa a Perugia sospettata di parricidio

Mer, 30/01/2013 - 22:28

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Otto scatoloni con dentro un uomo fatto a pezzi. Il più macabro degli scenari quello che si è presentato ai carabinieri di Trebisacce, in provincia di Cosenza, quando hanno bussato alla porta di casa Chiurco per cercare Riccardo un 72 enne di cui da giorni i familiari non avevano più notizie. Ad aprire loro la porta è stata Stefania la figlia dell'uomo, una studentessa di medicina fuori corso che da anni vive e studia a Perugia.

I resti sono stati trovati in stato di decomposizione, accuratamente sigillati e trattati con la calce, evidentemente per cercare di limitare l'odore, che comunque negli ultimi giorni aveva iniziato ad insospettire i vicini di casa. Infatti secondo una prima analisi del medico legale il decesso potrebbe risalire ad oltre due settimane fa, esattamente il momento in cui i parenti hanno perso i contatti con l'uomo.

Stefania che come detto studia a Perugia da anni, era rientrata in Calabria da qualche tempo e pare che i litigi con il padre fossero continui, forse proprio a causa dei ritardi negli studi della donna, che per ora è la principale sospettata dell'atroce gesto. Al momento la studentessa si trova in stato di fermo ed è stata sentita per diverse ore dagli inquirenti, che sembrerebbero orientati verso la tesi del parricidio.

Sempre in queste ore le indagini serrate si stanno concentrando nei dintorni della casa degli “orrori” per rintracciare eventualmente nei cassonetti della spazzatura eventuali altre parti del corpo dell'uomo non contenute negli scatoloni.

La vittima non si vedeva in giro da alcuni giorni, qualcuno dice una ventina, circostanza che aveva insospettito i vicini di casa, messi in allarme anche dal cattivo odore che proveniva dall'appartamento. Un dato che angosciava soprattutto i parenti del docente in pensione che vivono a San Demetrio Corone, paese distante alcune decine di chilometri. Proprio un fratello di Chiurco, da giorni senza notizie del congiunto, era giunto stamani a Trebisacce e, non avendo avuto riscontro (la nipote non rispondeva più nemmeno al telefono), si era deciso a chiedere aiuto ai carabinieri.

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