L'associazione nata da Noi dimenticati ha già raggiunto importanti obiettivi - come ristori e bandi ad hoc - ma lavora per un codice Ateco unico e nel segno della valorizzazione territoriale
Non si ferma l’attività di Fast Confcommercio, un esperimento pilota nato ad Assisi sotto la spinta della pandemia dalla protesta Noi dimenticati (nel solo centro storico di Assisi le attività turistiche sono oltre 200), cresciuto in Umbria in ambito Confcommercio, destinato a diventare punto di riferimento per tutte le imprese italiane del commercio strettamente legato al turismo.
Le origini e il direttivo
“Siamo nati nel luglio 2020 – spiega il presidente, Stefano Leoni, nell’intervista video a Tuttoggi.info – ma già prima della pandemia c’era l’intenzione di creare questa federazione e Confcommercio Assisi si era già mossa: la pandemia ha accelerato questa volontà e il movimento Noi dimenticati ci ha dato questo impulso. Non siamo solo negozi di souvenir, siamo aperti a tutti quei negozi che vedono nei turisti l’80-90% della loro utenza e quindi del loro fatturato”.
Fast Confcommercio (che ha come vicepresidenti Andrea Baffoni di Gubbio e Riccardo Poggiani di Castiglione del Lago, e vede nel direttivo Stefano Veneri di Cascia, Stefano Malentacchi di Orvieto e Massimiliano della Vedova di Assisi) ha già portato a casa risultati incoraggianti, anche se rimane la delusione per la prima tranche di ristori. A fronte dei 10 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021, infatti, le istanze erano di 19 milioni di euro e visto che l’Agenzia delle Entrate ha portato a 51,6 la percentuale del contributo da erogare in favore delle attività economiche e commerciali svolte nei centri storici dei comuni dove sono situati santuari religiosi, le imprese hanno ricevuto la metà di quello che si aspettavano.
I benefici in Umbria
In Umbria va leggermente meglio, visto che la mobilitazione ha fatto sì che Assisi e altre città umbre rientrassero tra le città santuario, destinatarie di specifici benefici. “Un risultato che non era scontato – dice Leoni – ed è frutto di un grande impegno degli imprenditori, che non dovrà venire mai meno. Scendere in piazza non è il nostro mestiere, ma dobbiamo essere pronti a tutto per difendere il nostro lavoro”.
C’è poi il bando del Gal Media Valle del Tevere, che concede contributi a fondo perduto fino al 70% delle spese ammissibili: è possibile fare domande fino al 30 aprile, per saperne di più ci si può rivolgere a Confcommercio Assisi (Tel. 075 813280 – 346 1301115) o all’Ufficio Bandi e Incentivi di Confcommercio Umbria (Tel. 075.505711 incentivi@confcommercio.umbria.it).
Fast Confcommercio, gli obiettivi a breve e lungo termine
Nel breve tempo si lavora per “L’inserimento tra le imprese beneficiarie degli interventi pubblici a sostegno delle imprese colpite dalla crisi del turismo (contributi a fondo perduto, in conto interessi ecc); possibilità di assunzioni “agevolate” soprattutto per la stagione turistica, essendo il settore ascrivibile alla filiera e quindi fortemente stagionale; inserimento dei codici attuali per beneficiare di interventi pubblici a livello regionale o subregionale; essere convocati o comunque coinvolti negli strategie e negli esiti dei tavoli istituzionali e del sistema Confcommercio in cui ci si confronta sui temi turistici; reperimento risorse per realizzare video di presentazione e promozione del settore“.
Più a lungo termine, si lavora “all’estensione delle agevolazioni Tosap per l’occupazione del suolo pubblico per gli operatori del settore; estensione del credito di imposta per gli affitti in caso di un dimostrato calo del fatturato; percorsi di crescita del capitale umano del settore che è in prima linea nella ‘narrazione’ (storytelling) turistica e del territorio, come una sorta di ufficio informazioni; valorizzazione degli operatori ‘storici’ del settore, spesso alla terza o quarta generazione; possibilità di elaborare e realizzare progetti di rete per la valorizzazione turistica e territoriale; realizzazione di segni identitari della categoria comuni ed univoci a livello regionale quali insegne, segnaletica, ecc“.
Il codice Ateco unico
C’è poi la ‘battaglia’ per un codice Ateco unico: “che – aggiunge Leoni – ci possa far riconoscere come categoria specifica. Ci siamo mossi con tutti gli interlocutori istituzionali: Regione, Camera di Commercio, attraverso la quale siamo arrivati a Unioncamere e Agenzia delle Entrate, amministrazioni locali, parlamentari umbri. Intanto abbiamo ottenuto importanti risultati e come gruppo siamo soddisfatti, per il codice Ateco unico abbiamo ottenuto anche l’appoggio della Regione Umbria. Stiamo inoltre lavorando a un ulteriore bando specifico per quei negozi che vivono di turismo. Per noi è importante che Assisi sia il faro per la Regione Umbria e non solo. Non era giusto che le aziende legate al turismo fossero state escluse da ogni tipo di ristoro – conclude Leoni – siamo la luce delle città d’arte, se chiudiamo nessuno riaprirà”.