In questa Fase 2 dell’emergenza Coronavirus ok alla pesca sportiva anche nei laghetti ed all’addestramento cani nei centri cinofili.
Ulteriore chiarimento dall’assessore regionale Roberto Morroni su ciò che è consentito fare in questa Fase 2 rispetto alle normative nazionali. La Regione Umbria, infatti, ha scelto anche su questo di seguire le normative nazionali, senza specifiche ordinanze con deroghe o ulteriori limitazioni.
Il dietrofront in Umbria
In Umbria, però, a poche ore dal via libera dell’assessore c’è stato il dietrofront, con l’annuncio della Regione della necessità di una ulteriore riflessione. Ciò alla luce delle perplessità manifestate dal prefetto di Perugia circa i possibili rischi.
(aggiornamento del 7 maggio 2020)
Pesca sportiva
Per quanto riguarda la pesca sportiva, “sdoganata” dal Governo con il riconoscimento della disciplina come sport individuale, potrà essere praticata anche nei laghetti “allo scopo previsti“. Non solo nelle acque demaniali, dunque. Rispondendo in questo modo al quesito di molti pescatori che frequentano i laghetti.
Resta al momento il quesito posto alle autorità dai sindaci del Trasimeno circa le modalità di svolgimento della pesca sportiva al lago. In assenza di risposte, prevarrà l’interpretazione estensiva.
Addestramento cani
Anche per gli appassionati di cinofilia si amplia l’attività consentita. Dopo il via libera all’addestramento dei cani da caccia nelle aree Zac, l’assessore chiarisce che è consentito in tutti i centri cinofili autorizzati.
Equitazione anche nei maneggi
L’equitazione può essere svolta regolarmente, anche all’interno dei maneggi.
Le norme da rispettare
“Si ribadisce – aggiunge l’assessore Morroni – che il tutto deve avvenire nel più assoluto rispetto delle regole di distanziamento sociale e del divieto di assembramento“.
In particolare, le criticità sono legate alle aree di sosta ed ai punti di ritrovo per l’accesso ai luoghi dove vengono svolte queste attività.
In caso di mancato rispetto delle norme o comunque di situazioni ritenute rischiose le Regioni o i sindaci possono prevedere dei divieti o interdire l’accesso ad alcune aree.