Farmacia Terni, 600mila euro per il rilancio dell'azienda - Tuttoggi.info

Farmacia Terni, 600mila euro per il rilancio dell’azienda

Redazione

Farmacia Terni, 600mila euro per il rilancio dell’azienda

In Consiglio comunale ok alla ricapitalizzazione dell'azienda di gestione delle farmacie comunali | Ma Pd e M5s pensano a segnalazioni alla Corte dei conti
Mar, 25/06/2019 - 10:37

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Un nuovo step verso la salvezza dell’azienda di gestione delle farmacie comunali di Terni. Il Consiglio Comunale ha approvato infatti nella seduta di ieri pomeriggio – con 20 voti favorevoli, 9 astenuti, .3 contrari – la ricapitalizzazione della società Farmacia Terni insieme al piano industriale di risanamento aziendale 2020/2022, secondo quanto disposto dall’art. 14, comma 4 del D.lgs 175/2016 che afferma che qualora emergano nell’ambito dei programmi di valutazione del rischio uno o più indicatori di crisi aziendale, l’organo amministrativo della società a controllo pubblico adotta senza indugio i provvedimenti necessari al fine di prevenire l’aggravamento della crisi, di correggere gli effetti ed eliminare le cause, attraverso un idoneo piano di risanamento.

La ricapitalizzazione rappresenta una delle fasi del percorso di risanamento e salvataggio della società, iniziato con la modifica della durata del contratto di servizio di gestione e la rimodulazione dei corrispettivi annui a fronte di un saldo finale rimasto invariato, approvata in sede di Consiglio lo scorso maggio e preceduto da un lavoro di analisi e accertamento della situazione economica della società e da una condivisione politica sul futuro della stessa.

La ricapitalizzazione consiste nella copertura integrale della perdita per € 615.735 euro di cui € 549.601,00 relativa all’esercizio 2018 e € 66.134 inerente all’esercizio 2016 e portata a nuovo. Perdite che azzerano completamente il capitale sociale, che attualmente ammonta a € 323.659,00. La somma necessaria per ripianare la perdita trova copertura finanziaria nei fondi accantonati a tale titolo nel bilancio dell’Ente a seguito di approvazione del risultato di amministrazione 2018. L’attuale situazione economico-finanziaria della società richiede, infatti, come più volte evidenziato dall’azienda, interventi immediati da parte del socio finalizzati al rafforzamento economico patrimoniale da realizzarsi attraverso: rimodulazione del canone di servizio con riformulazione del corrispettivo annuo, con allungamento della concessione; ripianamento della perdita; rafforzamento patrimoniale attraverso la ricapitalizzazione della società.

Il piano industriale di risanamento relativo alle annualità 2020/2022 presentato dall’amministratore unico Federico Ricci è volto, non solo ad evitare l’aggravamento della situazione finanziaria, ma a gettare le basi per avviare la concretizzazione dell’azione di rilancio della società attraverso una serie di interventi di genere diverso che vanno dal perfezionamento degli accordi con i fornitori, all’allineamento dei fidi con le banche, al miglioramento del cash flow mensile, oltre ad una successione di azioni di marketing volte al recupero del fatturato. Nello specifico, la società ha come obiettivo, nel medio periodo, di migliorare la redditività e, in linea con le disposizioni di legge, di garantire l’equilibrio futuro mediante: il conseguimento di un livello di fatturato idoneo a conseguire un rapido ritorno all’utile; l’aumento della componente vendita da banco con relativo miglioramento del fatturato complessivo; il potenziamento del magazzino; il contenimento dell’incidenza del costo del personale;  la rinegoziazione dei tassi sulla linea di fido con la Banca Intesa; attivazione di una spending review.

Secondo le stime della società, il 2019 dovrebbe rappresentare un anno di transizione nel corso del quale occorre valutare e predisporre le misure necessarie correttive a rilanciare una società che è un patrimonio importante per  il Comune e per la città dal punto di vista economico, patrimoniale e lavorativo.

Il dibattito in aula

Il dibattito sulla ricapitalizzazione  e risanamento di FarmaciaTerni è durato quasi due ore.

Ad aprirlo è stato il sindaco Leonardo Latini. “E’ una storia nota, – ha ricordato – abbiamo deciso di non procedere alla alienazione di FarmaciaTerni preferendo di ristrutturare l’azienda e dotarla di una gestione manageriale. A febbraio c’è stato un cambio al vertice, il nuovo amministratore ha fatto una ricognizione della società e ha segnalato al Comune le serie difficoltà finanziarie. E’ stato messo a punto un piano di risanamento, tra le azioni, una rimodulazione del canone di servizio cosa che avvenuta. A giugno l’Amministratore ha trasmesso il bilancio 2018 verificando che non c’è l’utile annunciato dal precedente amministratore, in realtà c’è una perdita di oltre 600mila euro.  Ora serve ricapitalizzare per consentire operatività all’azienda. C’è da esaminare anche il piano industriale. Le azioni dell’amministratore hanno portato degli effetti benefici, si rischiava infatti una perdita di  un milione. C’è stata una ricollocazione sociale dell’azienda, le farmacie saranno aperte ore alle esigenze dei cittadini e del mercato”.

Valdimiro Orsini (Pd): “Dall’audizione del manager Ricci emerge una situazione drammatica. Questa nasce dal mancato accoglimento della proposta di un privato nella società che si sarebbe fatto carico anche della gestione. Il blocco della conservazione ha impedito invece questa operazione. La nuova amministrazione ha avuto nei confronti della società un braccio di ferro che ha messo in grave difficoltà sulle assunzioni con riduzioni delle aperture; la vicenda assurda del fondo Falchi che poi si è dimostrata inesistente. Le banche hanno chiuso i rubinetti, così come i fornitori. Il piano industriale di oggi è quello di sempre. Si parla di trasferimento delle farmacie ma le lobby lo impediranno, vogliono una azienda debole. C’è poi la procedura seguita, con una capitalizzazione senza la conoscenza del bilancio.  Le procedure non sono state rispettate. Invieremo la delibera alla Corte dei conti”.

Federico Pasculli (M5): “Ci asterremo,  oggi ci troviamo a ripianare complessivamente 600 mila euro. Basta deleghe in bianco, speriamo che la nuova gestione realizzi quanto prospettato”.

Paola Pincardini (misto): “Confusione su quello che è successo negli anni precedenti, le perdite dipendono dagli anni precedenti. Senza ricapitalizzazione si va al fallimento. Il vecchio amministratore ha prospettato una situazione finanziaria contradditoria. Ha definito l’azienda sana e in salute. Una affermazione in contraddizione con le macerie raccolte. Dobbiamo ringraziare il nuovo manager che in quattro mesi ci ha rimesso tre bilancio e un piano industriale.  La procedura è corretta, basta alle strumentalizzazioni politiche”.

Francesco Filipponi (Pd): “Ricordo i dieci mesi di ritardo di approvazione del consuntivo 2017, ritardo dovuto da questa amministrazione. Manca ancora il bilancio consuntivo 2018. Il piano di risanamento riguarda una diversa zonizzazione,  faccio presente che sulle diverse zonizzazioni del passato ci sono ancora ricorsi pendenti che risalgono a sei anni fa. Il contratto di servizio è stato rimodulato solo ora mentre prima questa azione non è stata accolta. Riteniamo questa procedura di ricapitalizzazione non credibile, nella forma e nella sostanza”.

Alessandro Gentiletti (Senso Civico): “Ricapitalizzazione necessaria per evitare lo scioglimento della azienda. Il piano industriale ha avuto un apprezzamento delle forze sindacali, un passaggio importante, che indica bontà del piano.  Il piano di predissesto del passato non costituisce un esempio positivo. Sulla delibera atto di astensione”.

Leonardo Bordoni (Lega): “Non è vero che l’attuale amministrazione ha messo in difficoltà l’azienda. Le difficoltà dell’azienda arrivano fin da prima della nuova amministrazione comunale.  Ricapitalizzazione dovuta in base al codice civile. La procedura è corretta, considerando anche che stiamo trattando di una società di proprietà pubblica: non si  può  approvare il bilancio della partecipata per poi chiedere al Consiglio l’autorizzazione alla ricapitalizzazione. Queste fasi devono essere fatte in maniera conseguenti e contestuali. Devono essere fatte tutte nella stessa assemblea della società. Per questo al Consiglio è chiesta un’autorizzazione preventiva, sulla base di un bilancio comunque messo a disposizione dei consiglieri. Lo stesso bilancio che domani l’Ente è chiamato a votare. Procedura quindi coerente con il dettato normativo che tiene conto del ruolo del Consiglio Comunale”.

Francesco Maria Ferranti (Fi): “I piani industriali sono similari. Occorre dunque monitorarli e non impantanarli come in passato, ricordo il contrasto totale del passato tra il Comune e i manager nominati dal vecchio sindaco. I piani industriali vanno attuati, in passato non è avvenuto, ora occorre aprire un credito amministrativo per chi è appena arrivato. Totale coerenza con quanto detto in campagna elettorale: nessuna svendita, ma rendere attrattiva l’azienda. La ricapitalizzazione permette all’azienda di guardare al futuro e di avere un valore di mercato. L’alternativa è la liquidazione”.

Orlando Masselli (Fdi): “I numeri dicono che FarmaciaTerni sono state consegnate a questa amministrazione con una previsione di utile di 300 mila euro. Operazione possibile aumentando con tutta una serie di artifici realizzando un bilancio fasullo, mi auguro che ci sia una azione di responsabilità. Per fortuna che l’Amministrazione ha trovato le risorse altrimenti si sarebbe dovuto per davvero mettere le mani nelle tasche dei Ternani. Con la ricapitalizzazione si consente all’azienda di partire”.

Thomas De Luca (M5s): “La Corte dei conti considera queste perdite un danno erariale a tutti gli effetti. Il tira e molla degli scorsi mesi di questa amministrazione ha influito sull’azienda. Ha comportato un danno. Non ci sono state azioni di responsabilità sui bilanci palesemente falsi che non sono stati perguiti da questa amministrazione. Mi riferisco ai bilanci del comune. Non avete credibilità sulle azioni di responsabilità perché sul dissesto del comune di Terni non vi ha visto fare niente. Il comune che è andato in dissesto e non si vede alcuna responsabilità. Nessuno paga. Nessuno sta pagando. Gli unici che stanno pagando sono i cittadini. Siamo contrari alla modalità di ricapitalizzazione, non al contenuto, per questo ci asteniamo”.

Paolo Angeletti (Terni Immagina): “Mi astengo perché non ho capito bene l’atto”.

Cristiano Ceccotti (Lega): “Ho ritirato tutti gli atti propedeutici alla delibera, atti che esistono. Nel 2016 l’allora maggioranza non ha consentito di avviare il piano industriale. A seguito della gestione a guida Pd le farmacie comunali diventano non un patrimonio da valorizzare  ma un elemento per rattoppare i buchi della mala gestione amministrativa tant’è che era stata prevista la svendita di una quota di maggioranza. Questa amministrazione ha posto in essere tutte le azioni definite dal Dup volte alla salvaguardia della società FarmaciaTerni. Il Pd non si preoccupi di cosa questa amministrazione sta facendo per salvare FarmaciaTerni per salvare una azienda che ha un valore pubblico di 10 milioni, 8 milioni di indotto, 60 lavoratori. Il Pd non citi lo spauracchio della Corte dei Conti saremo noi a chiamarla in causa”.

Michele Rossi (Terni Civica): “Ho apprezzo il lavoro del manager, c’è stata in passato una gestione catastrofica dell’azienda. Speranza che questa sia una delle ultime volte che mettiamo soldi pubblici per risanare una situazione. Ora abbiamo una gestione manageriale in sintonia con l’Amministrazione Comunale. Vogliamo dare a queste aziende, valore economico e sociale”.

Lucia Dominici (Fi): “La crisi della società risale a tempo prima, l’amministrazione precedente ha lasciato cadere il piano industriale. Accolgo il nuovo piano industriale. Interlocutore serio. La strada del risanamento è obbligata se non vogliamo distruggere le aziende”.

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