Falsi corsi giornalisti, l’imputato “ecco la verità, nessuno si è mai lamentato tranne la ricorrente” - Tuttoggi.info

Falsi corsi giornalisti, l’imputato “ecco la verità, nessuno si è mai lamentato tranne la ricorrente”

Redazione

Falsi corsi giornalisti, l’imputato “ecco la verità, nessuno si è mai lamentato tranne la ricorrente”

Dom, 10/11/2013 - 20:30

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“I corsi di giornalismo erano regolari e solo una iscritta ha avuto da ridire”. E’ questa in sintesi la difesa del 57enne originario di Napoli che, assistito dall’avvocato Chiara Ferrari, contesta le accuse mosse dalla procura della repubblica di Perugia, ipotesi di reato avallate dal gip, che lo ha indagato per truffa. La stessa legale nei giorni scorsi ha inviato una lettera a Tuttoggi.info contestando l’articolo apparso su queste colonne. “Il Vs articolo del 3 ottobre u.s. dal titolo Perugia, corsi truffa per aspiranti giornalisti/sognavano il tesserino sborsando 4.800 euro’ – scrive l’avvocato – contiene numerose inesattezze e falsità gravemente diffamatorie nei confronti dei soggetti da me assistiti. Innanzitutto il processo penale che vede imputato il Sig. Guerrieri si trova ancora in fase dibattimentale di primo grado e quindi nessun fatto risulta ancora accertato. Quindi non si vede come oggi si possano definire ‘falsi corsi per giornalisti’ i corsi all’epoca dei fatti organizzati dalla società del Sig. Guerrieri, anche perché tutti i corsisti che hanno portato a termine il percorso formativo in questione hanno poi ottenuto regolare iscrizione presso il competente Ordine dei giornalisti. Falsa è anche l’affermazione che ‘è emerso che oltre alla denuncia della corsista vi erano almeno un altro centinaio di ragazzi che stavano formalizzando lamentele’. In realtà l’unica ad essersi lamentata è l’ex corsista (che mai ha portato a termine il proprio percorso formativo) mentre nessuno delle centinaia di soggetti che hanno frequentato i corsi dal 2005 ad oggi si è lamentato né ha avuto problemi in sede di iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Altra falsità riguarda il fatto delle mancate retribuzioni per la pubblicazione degli articoli sulla rivista Era 2000. Tali articoli sono sempre stati regolarmente retribuiti nella misura e nelle modalità pattuite (fatto agevolmente dimostrabile – e dimostrato – mediante regolari buste paga e modelli CUD consegnati a tutti coloro che hanno provveduto alla redazione degli articoli).
Risultano inoltre pretestuose e infondate le affermazioni circa la scarsa professionalità dei docenti dei corsi, soggetti tutti altamente qualificati. In buona sostanza si ribadisce ancora una volta che tutti coloro (oltre cento soggetti) che hanno portato a termine il percorso formativo proposto dalla società che organizzava i corsi sono stati regolarmente iscritti all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Tutti tranne una (la querelante) che, guarda caso, ha volontariamente e unilateralmente interrotto il proprio percorso formativo. E’ evidente quindi che i requisiti per l’iscrizione all’Albo dei giornalisti (regolari retribuzione per gli articoli e collaborazione per il periodo previsto dalla legge con una testata giornalistica regolarmente registrata) erano esistenti e verificati dai competenti Ordini dei giornalisti di numerose regioni d’Italia. Se così non fosse non si vede come i diversi Ordini (compreso quello dell’Umbria) avrebbero potuto iscrivere tali soggetti. L’informazione da voi fornita risulta falsa ed evidentemente diffamatoria
”.

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Preg.ma Avv. Chiara Ferrari,
prendiamo atto della Sua anche se non riteniamo di aver fornito notizie “false” né “diffamatorie”. Pensavamo di aver mostrato una qualche sensibilità – proprio perché ancora al primo grado di giudizio – nell’omettere il nome del titolare e della società organizzatrice dei corsi. Per il resto il Suo assistito è stato rinviato a giudizio – così si legge nelle carte – perché “in qualità di legale rappresentante della ’3 Millenium Publisher Srl’ con sede legale in Ponte San Giovanni, proprietaria della testata ‘Era2000’ e amministratore unico della ‘AGSL Srl’, società organizzatrice di corsi per giornalisti pubblicisti, al fine di procurare a sé o altri un ingiusto profitto, con artifici e raggiri consistiti nel pubblicizzare un corso di giornalismo, che dopo 5 settimane consentiva di pubblicare articoli retribuiti e al termine dello stesso l’iscrizione automatica all’albo dei giornalisti pubblicisti, a fronte del pagamento di Euro 4.800,00 e nel qualificarsi come Stopponi Antonio, induceva in errore (omissis, n.d.r.) che in data 21.01.2005 sottoscriveva l’iscrizione al corso pubblicizzato e il contratto di lavoro per la pubblicazione di articoli sull’inserto di Era2000, rivista utilizzata dal Guerrieri per lo svolgimento dello stage, versando un anticipo di euro 150,00 e successivamente altre somme per l’importo complessivo di euro 1.356,25, con danno per la (omissis, n.d.r.), che versava la predetta somma senza conseguire né l’acquisizione automatica del titolo di giornalista, né alcun compenso per gli articoli scritti, e per l’Ordine dei Giornalisti della Regione Umbria, costretto a valutare le innumerevoli istanze presentate dai corsisti senza possibilità di accoglimento, con aggravio di lavoro e spese burocratiche, con conseguimento di un ingiusto profitto da parte del Guerrieri stesso che a fronte della somma di euro 1.356,25 non forniva il servizio pubblicizzato. Con recidiva ex art. 99 c.p., in Perugia, fino a ottobre 2005”.
Così si è invece espresso sulla vicenda l’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria: “…tuttavia il danno economico non si produce solo in capo ai malcapitati giovani aspiranti giornalisti, ma grava anche sull’Ordine dei Giornalisti (in questo caso dell’Umbria). In particolare, quest’ultimo è costretto a dover valutare una mole smisurata di istanze presentate senza speranza alcuna di accoglimento dai corsisti, con notevole aggravio tuttavia di lavoro e di spese burocratiche richieste per l’esame di ogni singola istanza”. L’Ordine, costituendosi parte civile, ha richiamato anche la delibera del Comitato esecutivo del consiglio nazionale del 16 giugno 1997 con cui viene sancito che “non può essere consentito l’accesso nell’elenco pubblicisti tramite articoli pubblicati su organi di informazione che abbiano, e possano avere, le caratteristiche di strumento interno di un corso di formazione”.
Le contestazioni che ci muove il Suo assistito inoltre ci hanno spinto, proprio per fornire l’informazione più corretta possibile, a cercare ulteriore documentazione relativa ai fatti contestati dagli inquirenti e abbiamo così trovato anche i pareri di due Authority, il Garante nelle comunicazioni e il Garante della Concorrenza e del Mercato, che, era il mese di novembre 2005, individuarono i messaggi pubblicitari “della AGSL S.r.l. quale fattispecie di pubblicità ingannevole” vietandone l’ulteriore diffusione.
Ci sia consentito inoltre ravvisare una qualche incongruenza fra l’affermazione che “…nessuno delle centinaia di soggetti che hanno frequentato i corsi dal 2005 ad oggi si è lamentato né ha avuto problemi in sede di iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti” con quella “…si ribadisce ancora una volta che tutti coloro (oltre cento soggetti) che hanno portato a termine il percorso formativo…”.
Cordiali Saluti
Tuttoggi.info


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