Tra il comprensibile allarme di genitori ed insegnanti per la presenza di una persona dal passato inquietante e, dall’altra parte, psicosi e gogna social, il caso dell’ex prete venuto ad abitare alla periferia di Perugia e visto insieme ad alcuni ragazzini (avvicinati vestito da religioso, facendo loro dei regali) sta suscitando clamore.
Al punto che tra le notizie (in parte vere, in parte infondate) che stanno circolando sulle chat dei genitori diventa ancora più complesso il lavoro dei carabinieri, per un “caso” ovviamente già complesso, vista la delicatezza della tematica.
Finto prete, “giochi ai bimbi fuori da scuola”: i racconti delle mamme
I carabinieri si sono interessati al caso dell’ex prete 70enne dopo le segnalazioni fatte da alcuni genitori di Ponte San Giovanni e dalla stessa Curia, che dopo aver ascoltato le proteste di alcuni fedeli, ha evidenziato che il 70enne non è più un religioso e quindi indossa quegli abiti abusivamente, avvicinando ragazzi “con la scusa di esercitare il suo ministero sacerdotale“. L’uomo era stato infatti sospeso “a Divinis” dal Papa nel 2006, a seguito di due condanne per molestie su ragazzi, passate in giudicato.
Il controllo e le voci sul finto arresto
Nelle ultime ore si era diffusa la voce che l’ex religioso fosse stato arrestato. Notizia falsa, come quella di una presunta spedizione punitiva che sarebbe stata fatta nei suoi confronti. False notizie che probabilmente sono state originate dai racconti, poi distorti, su quanto effettivamente avvenuto martedì sera.
L’uomo era stato infatti fermato per strada da alcuni genitori mentre era insieme a due ragazzini. A quel punto i carabinieri, già allertati per la presenza da giorni di quell’uomo, dal discusso passato, vestito da religioso, hanno accompagnato l’ex prete ed i due minorenni in caserma, per chiarire come mai fossero insieme. Il 70enne ha spiegato che erano i figli di un uomo che voleva assumere come suo badante e che li stava appunto riaccompagnando dal padre, dopo aver trascorso alcune ore con loro in casa propria, dove il più grande lo aveva aiutato a sbrigare alcuni lavori domestici. Versione che i militari stanno confrontando con quella dei ragazzini e del loro padre.
Bullismo e tornei di calcio
Quanto alle attività prospettate ad altri ragazzi (iniziative sportive e contro il bullismo) fuori dalle scuole in cui è stato visto, aumentando appunto l’allarme di molti genitori, l’ex religioso ha detto di essere stato coinvolto da un’insegnante di religione, assicurando comunque che il suo scopo è soltanto quello di contribuire al benessere dei ragazzi della comunità locale.
Contattato da La Nazione, il 70enne, oltre a ribadire la sua versione a proposito delle ore trascorse con i due ragazzini, ha anche parlato delle vicende giudiziarie che lo hanno riguardato in passato, proclamandosi innocente nonostante le due condanne definitive.
Tre anni nella comunità di recupero di Città di Castello
L’ex prete è venuto a vivere nella periferia di Perugia dopo aver trascorso tre anni nella Comunità per sacerdoti del Sacro Cuore a Città di Castello specializzata nel recupero e nell’assistenza ai religiosi, dove tutt’ora frequenterebbe gli incontri con uno psicoterapeuta.