Ex Pozzi, Sindacati e Rsu “aprono” ai nuovi rami d’azienda ma chiedono garanzie - Tuttoggi.info

Ex Pozzi, Sindacati e Rsu “aprono” ai nuovi rami d’azienda ma chiedono garanzie

Redazione

Ex Pozzi, Sindacati e Rsu “aprono” ai nuovi rami d’azienda ma chiedono garanzie

Firmato documento congiunto / In ansia per TFR, stipendi e straordinari / Ipotesi cassa integrazione speciale
Mar, 20/05/2014 - 10:42

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Forse c’è una piccola luce in fondo al tunnel. L’ennesimo faccia a faccia tra la proprietà delle industrie Ims e Isotta Fraschini, i sindacati e le Rsu aziendali, andato in scena nel pomeriggio di ieri nella sede perugina di Confindustria, ha infatti registrato qualche piccolo passo avanti nella trattativa. E, se non si è arrivati alla tanto attesa firma sindacale sulle proposte avanzate dal Gruppo Casti, almeno i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Ugl e delle Rsu aziendali hanno firmato un documento congiunto in cui attestano una disponibilità di massima alla realizzazione dei due nuovi rami d’azienda, pur nel rispetto dei diritti fin qui maturati.

Al tavolo delle trattative c’era il nuovo direttore degli stabilimenti di Santo Chiodo, l’ingegner Matteo Pagliano, che ha recentemente sostituito Massimo Santoro. In un clima forse più disteso rispetto al recente passato sindacati e maestranze si sono impegnati a favorire la continuità produttiva mettendo in campo tutte le iniziative che la possano consentire. Allo stesso tempo però, hanno ricordato nel documento, vanno garantiti anche gli attuali livelli occupazionali e la continuità delle retribuzioni. Questioni di vitale importanza per le 250 tute blu, che vedono a rischio i TFR, devono ancora riscuotere alcune mensilità arretrate e non sanno se le ore di straordinario verranno o meno retribuite.

Si è parlato anche degli ammortizzatori sociali che la ristrutturazione aziendale dovrebbe prevedere, primo fra tutti una cassa integrazione speciale per riorganizzazione. Un punto che però dovrà essere verificato ed eventualmente messo in atto in sinergia col ministero del lavoro, che potrebbe avallarla soltanto dopo un’attenta analisi del piano industriale (la proprietà su questo punto si è detta disponibile a fare la propria parte). Il prossimo incontro però non è stato fissato, probabilmente le parti torneranno a guardarsi in faccia solo dopo la pronuncia del tribunale sulla nuova proposta di concordato preventivo. La palla è in mano al giudice.

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