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Ex Pozzi, faccia a faccia Casti-sindacati / Chieste garanzie su stipendi e livelli occupazionali

Redazione

Ex Pozzi, faccia a faccia Casti-sindacati / Chieste garanzie su stipendi e livelli occupazionali

Mer, 19/03/2014 - 21:00

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Jacopo Brugalossi

Un incontro interlocutorio quello di lunedì in Confindustria tra Gruppo Casti e organizzazioni sindacali (le parti si rivedranno già il 26 marzo), utile però a fissare alcuni punti sul prossimo futuro delle aziende Ims e Isotta Fraschini di Spoleto. Che nelle intenzioni della proprietà – formalizzate nella nuova proposta di concordato messa nelle mani del giudice Laudenzi il 6 marzo scorso – dovrebbero lasciare spazio a due nuove società, la Fonderie Ghisa Spoleto e la Nuova Isotta Fraschini, le quali subentrerebbero in affitto e assorbirebbero tutti i lavoratori garantendo loro i benefit fin qui acquisiti.

Scongiurare fallimento – Un tentativo – è stato spiegato chiaramente durante la riunione – per scongiurare il fallimento dei due poli industriali e “traghettarli” verso nuovi proprietari. Già, perché a quanto pare le ipotesi di cessione della ghisa agli israeliani e dell’alluminio ad una cordata di imprenditori austriaci con investitori cinesi sarebbero ancora in piedi, ma inevitabilmente subordinate ad una possibilità concreta di rilancio industriale.

Chieste garanzie – A stringere, come al solito, è il tempo. I rappresentanti Rsu (appena rinnovati alla Ims) e i delegati sindacali dovranno apporre la firma sulla nuova proposta entro il primo aprile, ma stando a quanto emerso lunedì a Perugia questi ultimi chiederebbero garanzie che la proprietà non sembra al momento in grado di concedere. Prima fra tutte l’assicurazione che con il passaggio da un’azienda ad un'altra le tute blu recuperino gli stipendi arretrati di gennaio, febbraio e parte della tredicesima. Una preoccupazione smorzata solo in parte dall’ingegner Santoro che si sarebbe impegnato a pagare gli emolumenti di gennaio entro questo venerdì.

Cassa per ristrutturazione – Inoltre, se anche l’accordo sulle buste paga andasse in porto, il Gruppo Casti potrebbe non essere in grado di garantire gli attuali livelli occupazionali nelle nuove aziende e, con la cassa integrazione ordinaria in scadenza a giugno, il futuro di una parte dei lavoratori potrebbe essere a rischio. A questo proposito l’ingegner Santoro ha detto di aver già avuto delle interlocuzioni col ministero per ottenere una cassa straordinaria per ristrutturazione aziendale che potrebbe arrestare l’emorragia di liquidi per altri 12-24 mesi. Una proposta che Rsu e delegati sindacali analizzeranno accuratamente nei giorni a venire e sulla quale presumibilmente si incentrerà il dibattito nell’incontro di settimana prossima.

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