Il BRT di Perugia? Una “gigantesca polpetta avvelenata”. Così Valter Puliti, presidente provinciale Confesercenti Perugia, alla luce di quanto sta avvenendo per l’area dell’ex Mercato ortofrutticolo di via Settevalli, che sarà interessato dalla realizzazione di un’altra enorme superficie di vendita, questa volta a marchio Esselunga.
“Nulla naturalmente abbiamo contro questo prestigioso marchio, leader della grande distribuzione – chiarisce il dirigente di Confesercenti – ma molto abbiamo da criticare invece circa la realizzazione della nuova struttura di 3500 metri quadri di alimentari, più altre centinaia di metri quadri per altre attività commerciali. Non è il primo caso di interventi contestati dovuti, a quanto sembra, alla necessità di realizzare il BRT. Ci chiediamo, quante altre negative sorprese i cittadini di Perugia dovranno scoprire nell’avanzamento dell’opera?”.
Puliti informa che questo intervento, “a noi sconosciuto fino a pochi giorni fa”, è stato oggetto di confronto con le associazioni di categoria. Per Confesercenti non tiene conto del dettato della legge regionale che prevede la valutazione della “saturazione” dell’offerta commerciale; “cosa facilmente dimostrabile per l’intervento previsto in via Settevalli”.
“La politica – incalza Puliti – non può continuare a fare declamazioni contro la proliferazione di strutture commerciali per poi operare nella direzione esattamente opposta. Nel caso di via Settevalli sorprendente è anche la tempistica, velocissima a differenza di altri interventi fermi da tempo, come anche denunciato dal presidente di Pac 2000”.
Prosegue il presidente provinciale di Confesercenti: “Le notizie apparse in queste ore non possono che farci lanciare un grosso grido di allarme per il futuro della zona interessata e per le varie attività commerciali di Perugia. E’ vero che mancano i parametri tra superfici e parcheggi? Se questo fosse vero, significherebbe essere ripiombati in pieni anni ’80, quando si pensava che una sana pianificazione urbanistica fosse solo un intralcio allo sviluppo; per poi esserci ritrovati con intere aree urbane senza adeguati servizi e parcheggi. Ci auguriamo, ma lo chiediamo all’amministrazione comunale, se è vera la notizia che a fronte di mancati parcheggi la proprietà potrà monetizzare questo aspetto. Se fosse vero, sarebbe una scelta incredibile dopo quanto detto anche in campagna elettorale sulla nuova idea di utilizzo degli spazi urbani”.
“Quindi siamo davanti ad una scelta che ancora una volta, dopo anni ed anni di politiche economico-commerciali sbagliate, colpirà i negozi di vicinato e di prossimità, le piccole attività commerciali, ma anche, probabilmente, le attività della grande distribuzione in genere. Non comprendiamo le ragioni di questa scelta – conclude Valter Puliti – ma non vorremmo trovarci dentro un noto romanzo del ‘900 (Il Gattopardo, ndr) dove si legge ‘se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi'”.