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ESCLUSIVO TO® – “Brucia il Vignola”: trent’anni dopo, la triste storia del rogo di Todi narrata nel racconto inedito di Rocchi Bilancini

Redazione

ESCLUSIVO TO® – “Brucia il Vignola”: trent’anni dopo, la triste storia del rogo di Todi narrata nel racconto inedito di Rocchi Bilancini

Mer, 25/04/2012 - 09:20

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Alessia Chiriatti

35 morti e almeno 40 feriti: fu il triste bilancio del rogo del Vignola, lo storico palazzo al centro di Todi dapprima Seminario Vescovile, poi adibito a sede di una mostra mercato dell’antiquariato. Un incendio di proporzioni devastanti, tanto che gran parte del palazzo stesso rimase distrutto. Ai funerali, di rilevanza nazionale anche per la provenienza anagrafica delle vittime, fu presente l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. La storia del Vignola rimane una ferita profonda, che ha tracciato un solco indelebile nelle vite dei cittadini di Todi che assistettero alla tragedia, o dei turisti giunti in città per partecipare all’esposizione. Un dramma a volte cancellato dalla memoria, per una sorta di istinto di difesa dal dolore, anche per chi, rimasto miracolosamente in vita, porta sul suo corpo le mutilazioni e i segni di quel terribile giorno. Massimo Rocchi Bilancini, autore del libro “Brucia il Vignola. Trent’anni dopo, tra rimozione e memoria”, ha voluto così scavare nei ricordi della città, tra le carte del Tribunale di Perugia che decretarono le responsabilità del rogo, nelle testimonianze di chi c’era, per portare alla luce i fatti di quel 25 aprile del 1982.

La storia – Il 25 aprile del 1982 era l’ultimo giorno della mostra espositiva di antiquariato, voluta da un imprenditore del luogo e divenuta meta importante sia per il turismo che per il settore, e iniziata quasi un mese prima, il 28 marzo. Quando scoppiò l’incendio, in molti riuscirono a salvarsi, aiutandosi tra loro nel fuggi fuggi generale. Molti altri invece scapparono dalla parte sbagliata, ed trovarono la morte a causa delle fiamme o del fumo. Tra loro molti antiquari, tre giovani standiste e diversi visitatori di Todi venuti da tutta Italia. Fu subito messa in moto la grande macchina della ricerca dei responsabili e della necessità, in quel modo, di dare un nome a chi o a cosa avesse strappato ai propri cari così tante vittime: dalle incombenze degli organizzatori alla lacunosa normativa vigente in materia di sicurezza, molte furono le piste tracciate dagli inquirenti. Fino al 1985, anno in cui vennero rinviate a giudizio due persone, ma solo una di loro fu condannata per incendio colposo, omicidio e lesioni colpose plurimi. Dopo quella data, la storia cadde nell’oblio, come capitò a tante altre stragi che colpirono l’Italia negli anni di piombo, seppur in questi ultimi casi in contesti totalmente diversi. Si cercò infatti di curare il ricordo di quel 25 aprile cancellandolo: dalla nascita del Todi Festival sul finire degli anni Ottanta, alla riapertura del palazzo con nomi diversi come Palazzo delle Arti e Palazzo Landi Corradi. Ma, come si legge anche nella post fazione di Gilberto Santucci, attraverso le parole di John Irving, “la memoria è un mostro, perché tu dimentichi ma lei no… credi di avere una memoria, ma è la memoria che ha te”. L’autore Massimo Rocchi Bilancini ha per questo voluto rimestare i vecchi seppur vivi ricordi, con un intento documentaristico e sostanzialmente inedito, utile a segnare ogni passo di quel giorno, scavando tra le carte dei processi e nei reali perché di quelle morti.

La testimonianza – Entrambi l’autore ed il coordinatore editoriale, Gilberto Santucci, dell’opera “Brucia il Vignola” sono originari di Todi, legati alla loro terra, scrittori della propria città. Massimo Rocchi Bilancini, infatti, laureatosi in Lettere a Perugia, aiuta il padre nella vetreria di famiglia e si dedica alla storia e alla cultura del suo paese. Questo è il suo secondo libro, pubblicato interamente a sue spese, corredato di 115 foto dell’epoca. Ha scritto inoltre “Fabbrica della Piana”, curato con l’archeologo Valerio Chiaraluce. Santucci ha aiutato il suo amico nella pubblicazione di questo documento inedito: già giornalista per la Nazione, ha scritto “La famiglia Faina: tre secoli di storia”, “Li Racconti”, “Il Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio”, “Diario Meteorologico di Todi”. La presentazione di “Brucia il Vignola” avverrà il 28 aprile nella sala del Consiglio del palazzo comunale di Todi: un testo che si disloca non solo nella lettura dei documenti su ciò che fu, ma anche sulle testimonianze di vigili del fuoco, volontari, parenti delle vittime e sopravvissuti. Delle 115, ben 80 foto sono attribuibili al tuderte Vincenzo Benigni. Nel compendio processuale sono stati inseriti i rilievi effettuati dalla Polizia Scientifica e dai Carabinieri subito dopo l’incendio. Concludono l’opera alcuni scritti che l’autore definisce privati, e che riguardano soprattutto i trent’anni successivi al rogo. L’intento è davvero quello di comprendere meglio quanto accadde quel giorno, ricucire una ferita, riaprendola.

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