Emergenza Covid, le decisioni della Regione sugli ospedali

Emergenza Covid, le decisioni della Regione sugli ospedali

Massimo Sbardella

Emergenza Covid, le decisioni della Regione sugli ospedali

Mer, 21/10/2020 - 16:00

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L’ospedale di Spoleto e quello di Pantalla (che già ospita 18 pazienti Covid) si uniscono ufficialmente alla rete ospedaliera umbra contro il Coronavirus. La presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, ha firmato le due ordinanze. Che avrà validità fino al 31 gennaio 2021. Sperando, ovviamente, che per allora l’emergenza sia finita.

“Sono misure temporanee: passata l’emergenza sanitaria – ha ribadito Tesei – tutte le strutture ospedaliere saranno riportate alle funzioni che avevano prima del Covid”. L’obiettivo è quello di non essere costretti ad interrompere le altre cure, come avvenuto la scorsa primavera.

Picco inatteso di contagi e ricoveri, Tesei: “La situazione è seria”

Ma l’incremento del 254% dei ricoverati in 2 settimane preoccupa molto la Regione. “La situazione è seria” ha ripetuto Tesei, spiegando che, nonostante la programmazione fatta, in Umbria, come nel resto dell’Italia, non ci si aspettasse questo picco dei contagi già ad ottobre. Con l’indice Rt (che calcola la capacità di diffusione dei contagi) che a marzo era di 1 e che ora è a 1,69.

Spoleto

L’ospedale di Spoleto sarà parzialmente Covid, ma saranno comunque tolti tutti i reparti di degenza, il punto nascita, la chirurgia. Avrà 70 posti letto Covid.


Così l’ospedale di Spoleto ospiterà 70 pazienti Covid


Per Spoleto Tesei ha annunciato la riqualificazione ulteriore, finita l’emergenza, di alcuni reparti e funzione.

Pantalla

Per l’ospedale di Pantalla, già ospedale Covid nella prima fase, l’obiettivo al momento resta di 30 posti letto Covid per la bassa intensità. Ma le scelte future, hanno ribadito Tesei, Coletto e Dario, sono legate all’andamento della pandemia.

Perugia e Terni

Gli ospedali di Perugia e Terni resteranno misti, con la progressiva riattivazione di tutte le specializzazioni che in queste settimane sono state ridotte. Saranno gli hub Dea di II livello, quelli dove vengono effettuati anche gli interventi di alta specializzazione.

Foligno e Città di Castello

Foligno e Città di Castello, ospedali Spoke Dea di I livello, saranno parzialmente dedicati alla cura dei pazienti Covid.

Branca e Orvieto “Covid free”

Gli ospedali di Branca e Orvieto al momento restano “Covid free”. E’ qui che saranno spostati alcuni degli interventi e delle prestazioni dei reparti che, in altri nosocomi, sono stati sospesi per far spazio ai pazienti Covid.

“Bisogna fare squadra – ha proseguito Tesei – e non escludo che se ce ne sarà bisogno potranno essere coinvolte anche altre strutture ospedaliere”

Tesei ha rinnovato l’appello agli umbri perché assumano tutti gli accorgimenti, soprattutto all’interno delle famiglie, per evitare i contagi.

Gli altri ospedali

Restano al momento “Covid free” anche gli ospedali di base, ognuno messo in correlazione con ospedali “Covid free” di I livello o parzialmente Covid. Con questo schema: Castiglione del Lago con Perugia; Umbertide con Città di Castello; Assisi con Foligno; Narni con Terni.

In questi ospedali devono essere resi sempre disponibili 15 posti letto per casi non Covid a più bassa intensità assistenziale, così da ridurre la pressione sugli ospedali Covid.

Le cliniche private

Ripresi i contatti con le cliniche private, con le quali la Regione aveva già firmato una convenzione nella Fase 1. L’obiettivo dichiarato resta quello di non congestionare gli ospedali pubblici e di recuperare sui ritardi nelle liste di attesa.

Dario: temo che a brevissimo ci troveremo di fronte a nuove decisioni

“Se l’andamento del contagio aumenterà con questa velocità – ha detto il direttore Claudio Dario – temo che a brevissimo ci troveremo ad affrontare ancora queste valutazioni”.

Già 80 contagiati tra il personale sanitario

Intanto, l’Umbria e le altre Regioni hanno chiesto al Governo di poter utilizzare contro il Covid anche i medici specializzandi dei primi anni e di mettere in campo, come avvenuto per le Usca, i medici non specializzati.

Anche perché continuano i contagi tra il persone del sistema sanitario regionale: 80 al momento i contagiati, che sono dunque in isolamento.

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