Elezioni, il Pd a Roma per chiedere più spazio | Centrodestra, tra blindati e verifiche anagrafiche

Elezioni, il Pd a Roma per chiedere più spazio | Centrodestra, tra blindati e verifiche anagrafiche

Massimo Sbardella

Elezioni, il Pd a Roma per chiedere più spazio | Centrodestra, tra blindati e verifiche anagrafiche

Dom, 07/08/2022 - 12:52

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La delegazione dem incontra la Segreteria nazionale, con le istanze del Ternano e dei sindaci | A destra le difficili scelte della Lega

Ora che anche la coalizione di centrosinistra – pur a fatica e con accordi separati “anti-fascisti” – si va definendo, i giochi per le candidature alle elezioni politiche del 25 settembre entrano nel vivo. Anche perché il gong sta per suonare. Giochi che con la riduzione dei posti alla Camera e al Senato, pur con il mantenimento della legge elettorale, sono ancora di più in mano alle segreterie nazionali.

Le segreterie regionali cercano di poter dire la loro per piazzare almeno qualche paletto. E magari provare a spuntare qualche posto “giocabile” in più. Specialmente in Umbria, dove i biglietti per Roma si sono ridotti da 15 a 9: sei per la Camera (di cui due nei rispetti collegi uninominali) e 3 al Senato (dove c’è un solo collegio).

Il Pd umbro chiede più spazio

E’ quello che cercherà di fare lunedì la delezione umbra, guidata dal segretario Tommaso Bori, che si confronterà con Marco Meloni, incaricato da Enrico Letta di raccogliere i desiderata e proporre un incastro delle possibili candidature.

Tra le richieste della base umbra che Bori porterà a Roma, la possibilità di liberare uno dei due posti da capolista già assegnati ad Anna Ascani (Camera) e Walter Verini (Senato). Catapultando Verini, che in qualità di tesoriere nazionale è la terza carica del partito e quindi non sacrificabile (come del r esto la vice presidente Ascani) in un collegio sicuro. Il Lazio, la possibile destinazione di cui si è parlato. Difficile, però, al momento. Con buona pace di quanti in Umbria storcono la bocca di fronte al fatto che gli unici due posti sicuri, quelli dei capilista, siano entrambi occupati da esponenti dell’Alto Tevere.

Il riequilibrio chiesto da Terni

Un riequilibrio, in nome di quella “territorialità” che dovrebbe essere uno dei quattro cardini nell’individuazione della rosa dei candidati, lo chiede Terni. Con la segreteria provinciale che ha vagliato i possibili nomi da mandare – qualora non si liberasse il posti di capolista per il Senato – dietro alla Ascani, alla Camera. L’unico posto in griglia che potrebbe consentire – con un notevole sprint e sperando nei flop altrui – di tagliare da vincitore il traguardo, nel caso in cui il Pd riuscisse a strappare, nel gioco dei resti, il terzo parlamentare al proporzionale. Quanto ai nomi, dopo che Gianluca Rossi si è tirato indietro nonostante la sponsorizzazione pesante di Marina Sereni, dal territorio arriva una richiesta per spingere Francesco De Rebotti, già sindaco di Narni e soprattutto avversario di Bori alla corsa per la Segreteria.

Nella rosa di nomi comunicata dal segretario Fabrizio Bellini – approvata dalla Segreteria provinciale di Terni, allargata alla partecipazione dei Segretari Comunali di Terni, Narni, Orvieto e Amelia – oltre a De Rebotti, compaiono Fabio Paparelli, Maria Grazia Proietti, Martina Soldi e Pierluigi Spinelli.

Per Paparelli si è sondata l’eventualità di una deroga all’indicazione della Direzione nazionale che esclude i consiglieri regionali dalle candidature. Un’eventuale trasferimento a Roma, tra l’altro, farebbe rientrare a Palazzo Cesaroni Giacomo Leonelli, ex segretario dem ora portabandiera di Azione.

Gli incroci Leonelli-Pd

La separazione non proprio indolore con il suo ex partito (e la storica rivalità con Bori) rendono anche molto difficile che Leonelli possa essere candidato all’uninominale in un dei tre seggi che il Pd è disposto a lasciare agli alleati. Non necessariamente al partito di Calenda, nonostante la proporzione del 30% in base all’accordo nazionale, calata in Umbria, significherebbe giusto giusto uno dei tre posti per l’uninominale.

Sempre che il leader di Azione, indispettito dagli accordi a sinistra e con Di Maio, non decida di rompere l’alleanza con il Pd siglata solo pochi giorni fa. Come detto in diretta tv domenica pomeriggio intervistato da Lucia Annunziata (aggiornamento ore 15.30).

Gli alleati a sinistra

I dem umbri preferirebbero comuque concedere una chance a un esponente della sinistra, facendo leva sull’orgoglio antifascista dell’ex Umbria rossa, che nelle ultime elezioni si è colorata di verde e che ora sembra non sottrarsi al vento di Giorgia Meloni che spira forte su tutto il Paese. Elisabetta Piccolotti è attenta alle possibili evoluzioni in questo senso, soprattutto dopo l’intesa di sabato.

Il movimento dei sindaci

Per i posti all’uninominale – dove le sfide sono difficilissime (l’altra volta fu cappotto per il centrodestra), ma comunque giocabili, a differenza di chi parte dalle caselle riempitive dell’uninominale – si alimenta il fronte di chi chiude un rinnovamento. Questa anche l’istanza del sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti. E tra i sindaci, il Pd potrebbe far fare esperienza, anche in preparazione delle future competizioni per la Regione, a Cristian Betti e Giacomo Chiodini. E chissà che, come accaduto in passato, non possa arrivare una sorpresa dalle urne rispetto ai pronostici.

Bori e le istanze del partito dall’Umbria: ricambio della squadra parlamentare

Bori, nell’offrire a Roma al partito “le migliori energie e i profili più spendibili, sia dal partito che dalle istituzioni“, porterà le sollecitazioni arrivate dai circoli e dagli amministratori, con documenti e nei confronti alle varie feste dell’Unità.

Si avverte forte l’esigenza e il bisogno scrive Bori alla vigilia dell’incontro romano – di un ricambio della squadra parlamentare, di un suo radicamento territoriale, di una rappresentatività più in linea con gli appuntamenti politici e in sintonia con le problematiche che gli umbri vivono e che si apprestano ad affrontare nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Abbiamo il dovere di cercare una unità di intenti e una visione programmatica rispetto a quello che le persone ci chiedono di fare: impegnarci per ricreare quella massa critica politica e di solidarietà tra territori in grado di cambiare in meglio e di sostenere un’Umbria che la destra, per la prima volta al governo, sta portando velocemente al declino e alla deriva“.

Il messaggio è chiaro. Occorrerà ora vedere quanto potrà far breccia nelle stanze romane.

Fratelli d’Italia e il vento di Giorgia Meloni

Non se lo augurano, ovviamente, nel centrodestra. Che ha il problema opposto: lasciar fuori alcuni nomi eccellenti e assegnare posti che appaiono sicuri. O dove la vittoria è molto probabile, come nei tre collegi uninominali. Nonostante il “peso” assegnato dai sondaggi, Forza Italia si aspetta che i tre seggi vengano tripartiti, con la Lega e Fratelli d’Italia.

Con la formazione di Giorgia Meloni che ha il vantaggio di avere praticamente la certezza di piazzare anche i suoi capigruppo. Insomma, Franco Zaffini ed Emanuele Prisco saranno della partita e con la vittoria a portata di mano. Un’occasione se la aspetta anche il presidente dell’Assemblea regionale, Marco Squarta.

FI, coperta corta nonostante la scelta di Romizi

In Forza Italia la coperta appare corta, nonostante la rinuncia del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, ad essere candidato. Scelta – comprensibile, guardando alle regionali – che ha scompaginato i piani di chi, a sinistra, gustava l’idea di poter dare l’assalto al Comune puntando su personaggi presi ancora dalla società civile come Fausto Cardella.

Raffaele Nevi, forte dell’investitura di Tajani, numero due del partito, è certo della candidatura. Ancora da vedere se come capolista alla Camera o magari candidato all’uninominale, se agli azzurri fosse affidato il compito di guidare la sfida per Montecitorio nell’Umbria sud. In attesa delle decisioni romane Catia Polidori e Fiammetta Modena.

Dubbi (e quesiti formali) della Lega

Per la Lega la scelta è più difficile. E’ il partito che ha la pattuglia di parlamentari più numerosa, ma è consapevole che molti ne dovrà lasciare fuori. O quantomeno, farli partecipare alla competizione elettorale con tante incertezze sull’esito finale. Insomma, qui le scelte sono pesanti, in un verso o nell’altro.

Salvini vuole blindare Riccardo Augusto Marchetti, che è anche commissario del partito nelle Marche. Quanto al segretario umbro Virginio Caparvi, è stato fatto un interpello per sciogliere il nodo sulla sua eventuale candidabilità anche al Senato, visto che compirà 40 anni (la soglia richiesta per l’elettorato passivo a Palazzo Madama) proprio il 25 settembre, giorno delle elezioni. Sfida interna per un posto al sole tra Luca Briziarelli e Valeria Alessandrini.


Chiusura delle scuole per le elezioni,
la circolare del Ministero


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