Liti e posizionamenti nell'ex Terzo Polo, le scelte (e le attese) del Pd
La candidata del centrodestra, l’attuale assessore comunale Margherita Scoccia, è lì, in attesa di conoscere se tra i tanti nomi che compariranno ancora una volta sulla scheda elettorale delle comunali di Perugia ce ne sarà qualcuno che possa veramente impensierirla. Forte del traino che – al momento e salvo ribaltoni da qui a primavera – le assicura Giorgia Meloni. E del fatto di presentarsi in continuità con l’amministrazione Romizi, scenario questo che potrebbe guastarsi solo in caso di liti tra i partiti della coalizione in vista delle regionali.
Coalizione che perde un pezzo di Progetto Perugia e guadagna l’appoggio di Fora e dei Civici che il consigliere regionale riuscirà effettivamente a portarsi dietro nel suo disegno.
Oltre ad altri sostegni che arrivano dal centro, come quello di Emanuela Mori, esponente di quel Terzo Polo – in quanto coordinatrice e capogruppo in Comune di Italia Viva – che, per dirla con Guasticchi, non esiste più. Del resto, a Italia Viva è iscritto pure Fora, a dimostrazione di come i protagonisti della formazione renziana si presenteranno in ordine sparso nel capoluogo umbro, a seconda della convenienza.
“Pensa Perugia” e la conferenza di Monni
Alcuni hanno invece scelto il contenitore “Pensa Perugia” (di cui fanno parte Azione, +Europa e Socialiasti per Perugia). In un’area politica che però guarda anche all’ex consigliere comunale e regionale azzurro Massimo Monni, che sabato all’ex cinema Lilli presenterà il suo progetto. Al quale lavora da mesi la consigliera regionale Donatella Porzi. E che trova sponda anche nei mariniani che si sono sentiti traditi dal Pd (e alcuni anche dalla breve esperienza, appunto, nell’ex Terzo Polo).
Le mosse (e le attese) del Pd
E a proposito dei dem, il consigliere comunale Marko Horimis, parlando anche a nome di quanti nel partito lo avrebbero appoggiato alle eventuali primarie, giovedì ha fissato alcuni paletti sulla scelta di candidati e coalizione. Una formazione che sia la più ampia possibile, ma senza sconfinare a destra, soprattutto nella scelta del candidato (mandando quindi un segnale chiaro a chi lavora per una accordo con quella metà di Progetto Perugia che ha rifiutato Scoccia).
“I nostri candidati – ha detto – devono essere ben riconoscibili in un campo progressista e riformista di centrosinistra e non devono essere imposti da Roma. Non devono essere frutto di diktat o veti incrociati, di compensazioni fra le città della stessa provincia e neanche in previsione di quello che saranno le elezioni regionali”. Identificabili anche nel programma, che deve contenere alcuni punti chiave, a cominciare dallo stop alla cementificazione.
Le compensazioni, che potrebbero portare a sacrificare qualche candidatura sull’altare dell’alleanza, richiederebbero una regia dal centro che al momento – vedi quanto sta avvenendo a Foligno – non sembra esserci. Né pare indirizzarla lo spauracchio-occasione – a seconda dei punti di vista – delle regionali.
Il Pd sta provando a convincere la giovane Vittoria Ferdinandi, che si è distinta con il progetto di “Numero Zero”, già insignita del titolo di cavaliere al merito dell’Ordine della Repubblica. Riconoscimento che all’epoca aveva ovviamente ottenuto il plauso bipartisan, con il sindaco Romizi e la governatrice Tesei che avevano apprezzato nella loro veste istituzionale, ma anche personale. Se il pressing non andrà in porto e non avanzeranno altre proposte, c’è sempre il nome del prof Paolo Belardi.