Sono pochi i titoli che si sono salvati dallo tsunami che si è abbattuto sui mercati dopo l’annuncio dei dazi sulle importazioni Usa da parte del presidente Trump. Tasse sulle importazioni Oltreoceano che colpiscono il settore delle auto, il vino, l’abbigliamento e prodotti di lusso.
Misure che in un solo giorno hanno fatto scendere l’indice Ftse Mib di riferimento a Milano del 6,53%, con ribassi intorno al 12% per titolo come Azimut, Leonardo, Banca Mps, Nexi.
Giù anche un campione della Borsa come Brunello Cucinelli, il cui titolo venerdì a metà giornata è sceso fino a 93,10 euro per poi recuperare in parte chiudendo a 96,05 con una flessione dell’1,13%. Ma negli ultimi due giorni di contrattazione il titolo della casa di moda ha perso intorno al 9%: mercoledì aveva infatti chiuso a 105,60. E nell’ultimo mese la flessione è stata superiore al 20%: il 5 marzo il titolo Brunello Cucinelli valeva infatti 120,50 euro.

Il mercato americano nell’ultimo anno è risultato in forte espansione per il gruppo Cucinelli, che dalle Americhe ricava il 37,3% dei propri ricavi (per 476.559 milioni di euro) con un incremento nel 2024 rispetto al 2023 del 17,8%.
E’ anche vero che il legame del marchio Cucinelli con ambienti del target alto statunitense, come quello del cinema hollywoodiano, lo mette al riparo da contraccolpi legati all’aumento del prezzo finale a causa dei dazi sulle importazioni.
Al momento, però, nei primi giorni di panico delle Borse, anche il titolo Brunello Cucinelli non si è salvato dallo scivolone.