Economy of Francesco, il Papa: "Stimolare sviluppo sostenibile"

Economy of Francesco, il Papa lancia il ‘Patto di Assisi’: “Stimolare modelli di sviluppo sostenibile”

Flavia Pagliochini

Economy of Francesco, il Papa lancia il ‘Patto di Assisi’: “Stimolare modelli di sviluppo sostenibile”

Sab, 21/11/2020 - 18:02

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Un patto che privilegi la “cultura dell’incontro” alla cultura dello scarto, con l’obiettivo di cambiare “gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società” perché “senza fare questo, non farete nulla”. Una normalità da costruire, a partire, questo l’auspicio del Papa espresso nel video messaggio finale, dai 2.200 partecipanti di The Economy of Francesco.

“Abbiamo bisogno di tutti, nessuno si salva da solo”

Per Francesco, “La storia ci insegna che non ci sono sistemi né crisi in grado di annullare completamente la capacità, l’ingegno e la creatività che Dio non cessa di suscitare nei cuori. Con dedizione e fedeltà ai vostri popoli, al vostro presente e al vostro futuro, voi potete unirvi ad altri per tessere un nuovo modo di fare la storia. Non temete di coinvolgervi e di toccare l’anima delle città con lo sguardo di Gesù; non temete di abitare coraggiosamente i conflitti e i crocevia della storia per ungerli con l’aroma delle Beatitudini. Non temete, perché nessuno si salva da solo. Nessuno si salva da solo. A voi giovani, provenienti da 115 Paesi, rivolgo l’invito a riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri per dar vita a questa cultura economica, capace di «far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri ai giovani – a tutti i giovani, nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo”.

Economy of Francesco, il Papa in collegamento con Assisi

Il video messaggio del Papa, 40 minuti circa, si è aperto con un “Grazie per essere lì, per tutto il lavoro che avete fatto, per l’impegno di questi mesi, malgrado i cambi di programma. Non vi siete scoraggiati, anzi, ho conosciuto il livello di riflessione, la qualità, la serietà e la responsabilità con cui avete lavorato: non avete tralasciato nulla di ciò che vi dà gioia, vi preoccupa, vi indigna e vi spinge a cambiare”. Il pontefice ha ricordato come ‘Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina’, furono le parole che smossero il giovane Francesco e che diventano un appello speciale per ognuno di noi. Quando vi sentite chiamati, coinvolti e protagonisti della ‘normalità’ da costruire, voi sapete dire “sì”, e questo dà speranza”. “Abbiamo bisogno di un cambiamento, vogliamo un cambiamento, cerchiamo un cambiamento – ma – ha detto il Papa – problema nasce quando ci accorgiamo che, per molte delle difficoltà che ci assillano, non possediamo risposte adeguate e inclusive; anzi, risentiamo di una frammentazione nelle analisi e nelle diagnosi che finisce per bloccare ogni possibile soluzione. In fondo, ci manca la cultura necessaria per consentire e stimolare l’apertura di visioni diverse, improntate a un tipo di pensiero, di politica, di programmi educativi, e anche di spiritualità che non si lasci rinchiudere da un’unica logica dominante”.

Papa Francesco: “Torniamo a pensare al bene comune”

Per Francesco, “è urgente trovare risposte, è indispensabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti capaci di elaborare cultura, avviare processi – non dimenticatevi questa parola: avviare processi – tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze”, perché “La crisi sociale ed economica, che molti patiscono nella propria carne e che sta ipotecando il presente e il futuro nell’abbandono e nell’esclusione di tanti bambini e adolescenti e di intere famiglie, non tollera che privilegiamo gli interessi settoriali a scapito del bene comune. Dobbiamo ritornare un po’ alla mistica [allo spirito] del bene comune. Avete vissuto – ancora il Papa rivolgendosi ai giovani – la tanto necessaria cultura dell’incontro, che è l’opposto della cultura dello scarto, che è alla moda. E questa cultura dell’incontro permette a molte voci di stare intorno a uno stesso tavolo per dialogare, pensare, discutere e creare, secondo una prospettiva poliedrica, le diverse dimensioni e risposte ai problemi globali che riguardano i nostri popoli e le nostre democrazie. Questo esercizio di incontrarsi al di là di tutte le legittime differenze è il passo fondamentale per qualsiasi trasformazione che aiuti a dar vita a una nuova mentalità culturale e, quindi, economica, politica e sociale”.

Economy of Francesco, il Patto di Assisi per uno sviluppo sostenibile

E proprio da Assisi arriva un “patto”: “Non possiamo permetterci – la sferzata di Francesco – di continuare a rimandare alcune questioni. Questo enorme e improrogabile compito richiede un impegno generoso nell’ambito culturale, nella formazione accademica e nella ricerca scientifica, senza perdersi in mode intellettuali o pose ideologiche – che sono isole –, che ci isolino dalla vita e dalla sofferenza concreta della gente. È tempo, cari giovani economisti, imprenditori, lavoratori e dirigenti d’azienda, è tempo di osare il rischio di favorire e stimolare modelli di sviluppo, di progresso e di sostenibilità in cui le persone, e specialmente gli esclusi (e tra questi anche sorella terra), cessino di essere – nel migliore dei casi – una presenza meramente nominale, tecnica o funzionale per diventare protagonisti della loro vita come dell’intero tessuto sociale”.

L’appello ai giovani

Cari giovani – ancora il Pontefice – ‘oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti’. Un futuro imprevedibile è già in gestazione; ciascuno di voi, a partire dal posto in cui opera e decide, può fare molto; non scegliete le scorciatoie, che seducono e vi impediscono di mescolarvi per essere lievito lì dove vi trovate (cfr Lc 13,20-21). Niente scorciatoie, lievito, sporcarsi le mani. Passata la crisi sanitaria che stiamo attraversando – dice Papa Francesco la peggiore reazione sarebbe di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di autoprotezione egoistica. Non dimenticatevi, da una crisi mai si esce uguali: usciamo meglio o peggio. Facciamo crescere ciò che è buono, cogliamo l’opportunità e mettiamoci tutti al servizio del bene comune. La storia ci insegna che non ci sono sistemi né crisi in grado di annullare completamente la capacità, l’ingegno e la creatività che Dio non cessa di suscitare nei cuori”.

“Unione e un nuovo modo di fare storia”

Con dedizione e fedeltà ai vostri popoli, al vostro presente e al vostro futuro – l’auspicio del Ponteficevoi potete unirvi ad altri per tessere un nuovo modo di fare la storia. Non temete di coinvolgervi e di toccare l’anima delle città con lo sguardo di Gesù; non temete di abitare coraggiosamente i conflitti e i crocevia della storia per ungerli con l’aroma delle Beatitudini. Non temete, perché nessuno si salva da solo. Nessuno si salva da solo. A voi giovani, provenienti da 115 Paesi, rivolgo l’invito a riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri per dar vita a questa cultura economica, capace di ‘far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri ai giovani – a tutti i giovani, nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo’“.

Il ringraziamento del comitato

Grazie a tutto lo staff con cui abbiamo cominciato questa avventura, per aver aiutato Papa Francesco con questo sogno. Quando abbiamo incontrato il Santo Padre lui ci ha detto: ‘Non vedo l’ora di incontrare i giovani, fare qualcosa per loro, soprattutto per quanto riguarda l’economia’. Grazie a tutti, soprattutto i giovani, siamo colpiti da dietro le quinte. Queste giornate erano qualcosa di inaspettato, una grande sorpresa. Ci siamo commossi nel guardare quello che state facendo“, ha dichiarato Luigino Bruni, Direttore Scientifico di The Economy of Francesco.

Vi sentiamo vicini anche se dietro lo schermo, The Economy of Francesco è una comunità salda e viva, e non vogliamo disperdere questa ricchezza. Noi del Comitato scientifico vogliamo tenere viva questa rete, che ha tre strati. Gli Hub regionali, dove potete agire ed essere protagonisti, il Villaggio che avete creato, gli Hub dei villaggi, un’opportunità per continuare a lavorare su questioni specifiche, e poi l’Hub mondiale. In questi tre giorni abbiamo visto quanto è ricca e faremo del vostro meglio per incontrarvi tutti, di persona, ad Assisi. Fino ad allora una cosa ci appare già chiara: non siamo mai stati leader dell’economia di Francesco, voi siete i leader di questo processo e noi siamo qui per sostenervi“, ha dichiarato suor Alessandra Smerilli, Comitato Scientifico The Economy of Francesco.
Centinaia di migliaia di giovani si sono connessi da tutto il mondo con Assisi per un patto economico che guarda al futuro, ed è già rivoluzione. Studenti, economisti e imprenditori si sono confrontati da oltre 115 Paesi – ha dichiarato il direttore della struttura informativa, padre Enzo Fortunato – su quella che sarà l’economia di domani che non sarà per gli ultimi, ma con gli ultimi“.

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