GIFER scrive a TuttOggi.info per articolo su Giornale dell’Umbria
Una giornata che in molti ricorderanno e che ha segnato la fine, questa volta definitiva, di una piccola parte dell’informazione locale. Di sicuro lo ricorderanno i 27 dipendenti, tra giornalisti e poligrafici e la decina di collaboratori che, per oltre un decennio, hanno contribuito a garantire il pluralismo dell’informazione in Umbria. Martedì 17 maggio, la terza sezione civile del tribunale civile di Perugia ha ufficialmente decretato il fallimento del Gruppo Editoriale Umbria 1819 Srl, editore de ‘Il Giornale dell’Umbria’. In effetti la regione una voce l’aveva già persa mesi fa, quando a gennaio la testata color ciano aveva sospeso le pubblicazioni ed era stata messa in liquidazione. Una fine, ricordiamolo, decretata e raggiunta a soli 5 mesi dal passaggio da una vecchia, a cui faceva capo Carlo Colaiacovo, ad una nuova proprietà che portava il nome di Giuseppe Incarnato. L’adunanza dei creditori è fissata per il 1° febbraio 2017 presso l’ufficio del giudice delegato.
Un fallimento amaro ma che, in una certa misura, fa tirare un sospiro di sollievo e porta a termine anche una sofferente agonia da parte di chi questa storia l’ha vissuta dall’inizio alla fine. Ma il fallimento porta inevitabilmente con sé anche una serie di debiti. Già a inizio anno, Infopress – l’azienda incaricata di service giornalistico, in particolare per lo sport – aveva presentato istanza di fallimento per un credito di oltre 86 mila euro. Seguita dalla tipografia Rotopress e dai dipendenti, sia poligrafici che giornalisti e impiegati che, a seguito del licenziamento, da mesi lamentano il mancato pagamento di alcune retribuzioni e del Tfr, un tesoretto di quasi 700mila euro misteriosamente scomparso nelle pieghe del recente passaggio di proprietà. In risposta, solo qualche mese fa, l’ultima Geu 1819 aveva replicato al giudice, contestando i crediti vantati da Infopress, Rotopress e degli stessi dipendenti portando a sua ragione una presunta azione di sabotaggio messa in atto, a suo dire, con “un ammutinamento” di buona parte della redazione del GdU e la costituzione di una testata concorrente ‘Nuovo Corriere Nazionale’ fondata dall’ex direttore del Giornale dell’Umbria Giuseppe Castellini (immediatamente sollevato dal suo incarico, con l’arrivo dell’ultima proprietà), chiamato in causa insieme ad altri tre colleghi.
Per il tribunale, però, sussistono tutti i presupposti per la dichiarazione di fallimento, anche sulla base del fatto che la legittimazione dei creditori istanti “non può essere seriamente posta in dubbio” e dei dati negativi di bilancio, a fronte di crediti “di cui sono incerti i tempi e l’effettivo recupero”. Curatore fallimentare è stato nominato Eros Faina che dovrà procedere all’apposizione dei sigilli su tutti i beni della società fallita.