L’Umbria si sente danneggiata e beffata all’indomani della pubblicazione, da parte del Ministero della salute, del dossier sul monitoraggio Coronavirus nelle regioni, che indica nella regione, insieme al Molise e alla provincia di Trento, un aumento del rischio contagio, collocandola nella fascia 3, insieme alla Lombardia.
Un dossier che il Ministero ha pubblicato a poche ore dalla conferenza stampa con cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato le modalità di gestione della nuova Fase 2, con le numerose riaperture di attività da lunedì.
Un dossier che fotografa la situazione nella settimana dal 4 al 10 maggio. E che, in un contesto di pochissimi casi di contagio registrati da tempo in Umbria e comunque di piccoli numeri complessivi (come rileva anche il Ministero) ha finito con il penalizzare la regione.
Tesei: “Paradossale”
La prima a tuonare è la presidente Donatella Tesei, che contesta questa modalità di utilizzo dell’indice di contagio Rt: “Siamo all’assurdo, al paradossale. Una regione, l’Umbria, che vede 94 persone positive al Coronavirus su una popolazione di quasi 900 mila abitanti, solamente 2 pazienti in terapia intensiva, una curva dei guariti in forte ascesa e quella del numero dei contagiati a picco, ma che viene incredibilmente indicata come una regione a rischio. Perché? Perché tra gli indicatori utilizzati c’è il famigerato indice Rt che adotta un meccanismo di confronto dei numeri dei contagi settimanali che va a penalizzare proprio le regioni che sono nella fase di coda del contagio, che hanno numeri bassi in termini assoluti, ma che appaiono alti in termini percentuali. Una formula le cui lacune, per chi vive come noi la fase di uscita dal contagio, sono evidenti“.
“Tra l’altro i nostri nuovi rari casi, ormai da 10 giorni ad un passo dallo zero – sottolinea la governatrice – provengono da screening mirati che stiamo facendo proprio per evitare cluster”.
“Danno d’immagine”
Tesei guarda con preoccupazione ai danni arrecati all’Umbria: “Quello che sta subendo l’Umbria – rimarca la presidente – è un danno di immagine ingiusto per una regione che ha gestito in maniera virtuosa la Fase 1 e che è pronta a ripartire, proprio forte del suo sistema sanitario ed al numero dei contagiati. A questo, tutti noi, dobbiamo dire no”.
Il turismo
“Ci dobbiamo battere – sottolinea – affinché l’immagine dell’Umbria sia tutelata e venga comunicata la situazione reale, quella che vede una terra dove il contagio è sotto controllo e che si presenta sicura per i suoi cittadini e per i turisti che vorranno raggiungerci. In tal senso siamo in partenza con una campagna di comunicazione mirata. Ma ogni umbro, con i mezzi a sua disposizione, può comunicare a tutta l’Italia la realtà di una terra bellissima, tranquilla e sicura”.
La lettera a Ministero e Iss
“Come Regione – rende noto Tesei – abbiamo scritto al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità per rivedere le modalità con cui viene formulato il giudizio sulla situazione delle regioni. Un giudizio che non può prescindere da tutti i fattori, come il numero di contagi in rapporto agli abitanti, i posti ospedalieri occupati rispetto a quelli disponibili, l’eventuale presenza di focolai”.
“Non abbassiamo la guardia – conclude la presidente Tesei – continuiamo a rispettare le regole, soprattutto del buon senso, quelle che hanno contribuito a fare della nostra regione una terra sicura. E non permettiamo capovolgimenti della realtà”.
Modena contro il Ministero
“C’è un evidente problema di metodo nel monitoraggio della casistica del Covid19 se i dati che emergono arrivano ad equiparare Umbria e Molise alla Lombardia” attacca la senatrice Fiammetta Modena.
“Dobbiamo anche chiarire – aggiunge la senatrice azzurra – dove sia il problema al ministero, o non hanno protocolli e modelli da seguire o non li sanno seguire. Non voglio pensare che possano credere di godere di una sorta di immunità che li protegga anche se danneggiano il grande lavoro svolto dalla Regione Umbria, che ha portato a grandi risultati ottenuti con fatica e dedizione, anche degli stessi cittadini umbri“.
“I dati presi a riferimento per chiudere le regioni sono moltissimi – prosegue Modena – Rt è uno di quelli e l’Umbria nell’incidenza per abitanti è bassissima. Auspico che chi ha combinato questo pasticcio, l’ennesimo, venga sostituito al più presto: non possiamo permetterci di sbagliare.
Il Monitoraggio comparso sul sito del Ministero non ha una firma. Solo sigle a cominciare dalla cabina di regia. Chi ha scritto – chiede Fiammetta Modena – che Umbria, Molise e Lombardia sono passate da classificazione bassa a moderata? Quale penna geniale ha pensato che questa equiparazione sia solo lontanamente vicina alla realtà? Che studi ha fatto? Da dove è stato scelto? Gli umbri hanno diritto di saperlo e di chiamarlo a rispondere del suo operato“.
Anche Nevi all’attacco
Anche il collega Raffaele Nevi: “Fa bene per questo la presidente Tesei a tutelare il nostro territorio e a chiedere spiegazioni a chi di dovere. Non è possibile assistere a questo allarmismo generato da un nuovo indice Rt che fa male all’immagine della nostra regione. Spero che gli scienziati modifichino questi parametri perché è assurdo far passare la nostra regione come una di quelle più a rischio”.
La Lega presenta una interrogazione parlamentare urgente
Domani i parlamentari umbri della Lega depositeranno una interrogazione urgente su questa vicenda definita “vergognosa“.
Il gruppo regionale della Lega attacca: “Qualcuno sta prendendo in giro l’Umbria o, peggio ancora, sta cercando di danneggiare la nostra regione e non possiamo assolutamente permetterlo“.