Nessuna scena madre, come già nella scorsa legislatura, culminate con le dimissioni di Barberini. La questione dei direttori però è sempre uno snodo cruciale per ogni esecutivo che si rispetti e che la neogovernatrice Tesei se lo sia trovato di fronte ora è, da un lato un bene e dall’altro un male.
Un bene perché ha potuto ridisegnare una squadra di fiducia, ma un male perché ha messo alla prova nervi e tenuta politica. Stando a quanto elaborato però, la prova sembra superata, nonostante il vertice last minute convocato a Palazzo Donini con i vertici politici della coalizione Virginio Caparvi (Lega), Andrea Romizi (Forza Italia) e Franco Zaffini (Fratelli d’Italia).
I nomi
Domani dovrebbero arrivare le firme sui decreti. Il quadro è però ben chiaro e la scelta è avvenuta tra 70 curricula arrivati.
Alla sanità arriva un esterno, seguendo dunque la tendenza già palesata con l’assessore veneto. Ad occuparsi del settore e del welfare arriva Claudio Dario, direttamente dall’Asl di Trento.
Rimescolamento anche nelle Usl e nelle aziende sanitarie. Nella Usl1 Silvio Pasqui, nella 2 Massimo De Fino. All’azienda ospedaliera di Terni resta Andrea Casciari, indagato nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nei concorsi e che ha rimesso il mandato nelle mani della Tesei. Qui ci sarà un supplemento di riflessione. Per l’azienda ospedaliera di Perugia prorogato Antonio Onnis.
Il resto del poker si compone di Luigi Rossetti, l’unica conferma, che torna ad occuparsi di sviluppo economico. Promozione interna per Carlo Cipiciani, che prende programmazione, risorse e personale. Entra nei ‘fantastici 4’ Stefano Nodessi Proietti, per le infrastrutture. Per loro incarico di sei mesi, prorogabile altri sei mesi e stipendio di 120mila euro lordi.