Dacia Maraini presenta Chiara, la Santa rivoluzionaria - Tuttoggi.info

Dacia Maraini presenta Chiara, la Santa rivoluzionaria

Luca Biribanti

Dacia Maraini presenta Chiara, la Santa rivoluzionaria

"Il disastro per l'Italia è stata la Controriforma | Sono contro gli eroi"
Mar, 09/06/2015 - 21:43

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Una delle più grandi voci della letteratura italiana, Dacia Maraini, si è confrontata oggi con il pubblico della Bct di Terni sul romanzo “Chiara D’Assisi. Elogio della disobbedienza”, nell’ambito dell’ultimo appuntamento del circolo dei lettori.

Lettere, diario, un invito al viaggio, alla scoperta dei luoghi segreti dell’anima, il romanzo di Dacia Maraini chiude idealmente un lungo studio della scrittrice su alcune figure di mistiche. Lamenti, vincoli e catene, sono spezzati dal candore e dalla purezza di Chiara, che viene avvicinata secondo gli atti ufficiali che hanno portato alla sua canonizzazione; atti ufficiali provenienti dal convento dove le consorelle della Santa ne descrivono la straordinaria vocazione alla povertà e all’altruismo.

“Mi interessa molto il rapporto tra le donne e la religione – commenta la Maraini – la povertà, la fame e la prigione, aspetti che mi ricordano i due anni passati in un campo di concentramento”.

L’aspetto che più colpisce di questa Chiara, vista con gli occhi di un laico, ma con un animo profondamente spirituale, è quello che la Santa chiamava il “privilegio della povertà”.

“Santa Chiara è stata una vera rivoluzionaria per i tempi in cui viveva. Bisogna considerare che il Medioevo non è un monolite culturale dominato da un pensiero univoco, ma un momento di grande fermento ideologico che portò la stessa Chiesa a fare profonde considerazioni sulla sua essenza. Chiara ha scelto la povertà come forma di libertà, rifiutando le donazioni con le quali i conventi venivano controllati dal potere centrale del clero. Rifiutando quelle donazioni ha rifiutato la Chiesa temporale. Questo è un gesto che sembra un vero e proprio atto politico e sociale.

Quando Chiara apre il suo convento – continua la scrittrice – si dedica ai lavori più umili, rifiutando il modello del convento nel quale si riproducevano su piccola scala le forti divisioni sociali presenti. Questo atteggiamento non deve essere letto in chiave ‘socialista’, ma sempre in funzione di una profonda e devota vocazione al Vangelo”.

Santa Chiara fu nominata Badessa del suo convento, ma si rifiutò di comportarsi come tale. Non esercitò mai i poteri del comando e della punizione “che erano doveri della Badessa” – ricorda la Maraini.

Questi aspetti rendono Chiara la prima donna rivoluzionaria della storia, in un contesto dove anche il diritto all’amore era negato, e tutto proiettato verso una visione finalistica e teocentrica dell’universo.

“Il disastro per l’Italia è che non ci sia stata una Riforma, ma una Controriforma” – aggiunge la scrittrice, facendo riferimento al fatto che Chiara aveva colto il bisogno di cambiamento che era necessario all’interno di una Chiesa che si era troppo allontanato dai valori del Vangelo, espressi da più movimenti religiosi che vennero combattuti dall’istituzione ecclesiastica.

La Maraini interviene in modo deciso su un aspetto molto evocativo della storia della Santa, cioè la presunta storia d’amore con San Francesco. “Chiara non era affatto innamorata di Francesco, anche se questa immagine è spesso riprodotta in filmati e sceneggiati. E non fu neanche convertita. Fin da piccola era evidente in lei una vocazione al silenzio, alla preghiera e alla solitudine. E l’amore, nel senso romantico di diritto all’amore, non era minimamente contemplato nel Medio Evo. Le donne erano completamente escluse dalla società: la loro testimonianza non valeva, se avevano le mestruazioni era considerate impure. In questo senso Chiara può far parte di un’avanguardia intellettuale che stava pervadendo l’Europa in quel tempo. La Chiesa del Vangelo era molto più vicina alle donne di quanto non lo sia quella ‘temporale’. Non dimentichiamo che Gesù, dopo la Resurrezione, si è manifestato a due donne”.

A margine dell’incontro abbiamo avuto la possibilità di rivolgere una domanda: nel corso della letteratura gli eroi sono stati gli intetti, gli esteti, gli indifferenti, chi è oggi l’eroe, esiste un eroe nella letteratura contemporanea?

“Gli eroi si mettono sui piedistalli e poi vengono coperti di cacca dai piccioni. Io sono contro gli eroi, penso invece che quello che manca siano i modelli. I modelli si portano dentro di noi, mentre gli eroi sono esterni, sono al di fuori di noi”.

© Riproduzione riservata


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