Il nobile palazzo che a Torgiano fu di Astorre Baglioni, discendente di un illustre casato protagonista della storia dell’Umbria e singolare figura di studioso, autore di un bel libro su Talamone, cui era legato da forti vincoli affettivi, potrebbe costituire, restaurato e opportunamente “rifunzionalizzato”, un centro di grande interesse per la promozione turistico-culturale dell’Umbria. Per questo, dopo i lavori di rifacimento del tetto e la messa in sicurezza della struttura (che, finanziati con fondi statali, partiranno di qui a breve), sarà necessario approfondire una riflessione puntuale e partecipata sulla destinazione della struttura, mirata non soltanto alla tutela della casa, delle sue meraviglie e collezioni, e del giardino storico secentesco, ma soprattutto ad una sua utilizzazione, declinata nelle sue molteplici valenze di attrazione culturale e turistica. È quanto è emerso ieri sera a Torgiano, nel corso di una iniziativa (“Un futuro pieno di storia”) tenutasi presso una sala Sant’Antonio gremita di pubblico, alla quale hanno preso parte il presidente della Fondazione “Vittoria Baglioni” Giuseppe Paolucci, il sindaco di Torgiano Marcello Nasini, l’assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Umbria Fabrizio Bracco, il senatore Franco Asciutti e l’arch. Claudio Ricottini, in rappresentanza dello studio tecnico folignate che ha progettato i lavori di rifacimento del tetto e della messa in sicurezza del palazzo. “Per fare di Palazzo Graziani Baglioni un motore di sviluppo turistico-culturale – ha detto l’assessore Bracco, sottolineando la “posizione strategica” di Torgiano –, un polo umbro di attrazione e d’interesse, aperto su una prospettiva di ampio respiro, occorre costruire un progetto di valorizzazione, che coinvolga più soggetti pubblici e privati”. “Il significato e l’importanza di questo Palazzo vanno oltre l’Umbria”, ha dichiarato il senatore Asciutti, ricordando l’iter dei finanziamenti (recentemente sbloccati) che consentiranno l’avvio dei lavori sulla struttura, mentre il sindaco Nasini ha parlato di una “serata importante per il territorio e per l’Umbria. Questo palazzo – ha detto, avanzando la proposta di costituirvi un “Centro della Ruralità Europea” – può fare molto bene all’Umbria e all’Italia, nel quadro delle scelte strategiche per la promozione del turismo”.
Di origine cinquecentesca, Palazzo Graziani Baglioni custodisce al suo interno una galleria con la rappresentazione dei continenti, opera di Paolo Brizzi (XVIII sec.), una ricca biblioteca, tele di pregio ed una sala d’armi, oltre ad ospitare il Museo del Vino e il Museo dell’Olivo e dell’Olio. Il suo ultimo abitatore, Astorre Baglioni, fu studioso e raffinato scrittore, autore di un volume su “Talamone/ Pagine di storia, poesia, arte e vita” (1984), nel quale viene ricordato anche il progetto ottocentesco di una “ferrovia trasversale” (poi accantonato), che avrebbe dovuto fare di Talamone un importante capolinea ferroviario collegato con l’Umbria, la cosiddetta linea “Talamone-Allerona”, che allora ricadeva nella “Provincia d’Umbria”, l’unica della regione, o “Talamone-Orvieto”, o anche “Foligno-Todi-Orvieto-Talamone”. L’epigrafe del libro, tratta da San Bernardino, rispecchia la singolare sensibilità di Astorre: “Se voi poteste vedere il mio cuore…”