Crocifisso in consiglio comunale | "Cristo non si mette ai voti" - Tuttoggi.info

Crocifisso in consiglio comunale | “Cristo non si mette ai voti”

Alessia Chiriatti

Crocifisso in consiglio comunale | “Cristo non si mette ai voti”

Lacità dello status contro radici culturali | Affiancherà la Madonna del Pinturicchio
Mer, 16/12/2015 - 19:41

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Un Paese che “affonda le sue radici nella civiltà e nella tradizione cristiana“. Il crocifisso come “segno della nostra identità, come simbolo della nostra cultura“. Così il consigliere Carmine Camicia (FI) ha portato a Palazzo dei Priori in Commissione Cultura la proposta di esporre permanentemente il crocifisso nella sala del Consiglio comunale, accanto alla Madonna del Pinturicchio. Il dibattito sulla laicità dello Stato e sulla tolleranza religiosa sbarca dunque anche in Comune a Perugia, dopo la discussione ieri in Regione Umbria a proposito dell’inserimento nello statuto delle figure di San Francesco e San Bernardino, e dopo la proposta del consigliere Marco Vinicio Guasticchi di rimettere il crociffisso obbligatoriamente nelle scuole italiane. E come per i consiglieri di Palazzo Cesaroni, anche in Piazza IV Novembre la questione ha visto la maggioranza dei votanti d’accordo, non trovando grosse sponde, con la minoranza del PD contraria o astenuta (come nel caso della consigliera Borghesi), e il M5S di Stefano Giaffreda astenuto. Ora l’atto passa in Consiglio comunale, e se verrà votato positivamente, il crocifisso affiancherà la Madonna del Pinturicchio, datata 1486, una delle prime opere documentate dell’artista, nata per il dormitorio dei Priori.

E se Pittola (Gruppo Misto), Felicioni (Lega NordO e Numerini (Progetto Perugia) si sono accodati all’idea della difesa delle radici della società italiana e umbra, qualche dato in più si deve ai consigliere Bori (PD), Sorcini (FI) e Perari (FI), in uno “scontro” sinistra-destra che trova nell’identità religiosa terreno fertile. Quando infatti Bori ha ricordato una frase pronunciata da Monsignor Elio Bromuri, in una situazione analoga, in cui egli ebbe a dire che “Cristo non si mette ai voti”, è arrivata pronta la risposta del consigliere Sorcini: “Cristo non deve essere messo ai voti – ha detto Sorcini – dovrebbe essere messo su e basta”.

Dell’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici ne parla anche il Consiglio di Stato, ha detto Camicia: si trova infatti un autorevole parere che ha definito il crocifisso “simbolo della civiltà e della cultura Cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendentemente da una specifica confessione“. Qualche incertezza è trapelata tra Camicia e Perari (FI), sul fatto che il crocifisso fosse già presente, in tempi non sospetti, nella sala del Consiglio. Il Vescovo in persona veniva a celebrare messa una volta l’anno in Comune. Poi il governo Locchi-bis, “con un atto d’imperio“, decise di toglierlo.

In Commissione questo pomeriggio era presente anche il presidente del consiglio Leonardo Varasano, favorevole alla proposta, perchè ha detto “il crocifisso è un simbolo che travalica la fede“, tanto da scomodare anche una fase comparsa su l’Unità di Natalia Ginzburg che recitava: “il crocifisso è simbolo di dolore dell’intera umanità, in cui si può riconoscere ogni uomo“.

Perari ha poi proposto un rimodernamento generale di Palazzo dei Priori: “sarebbe opportuno, piuttosto – ha detto – migliorare oltre che la funzionalità, anche l’aspetto della sala del consiglio, riposizionandovi antiche opere che attualmente sono poco valorizzate come, ad esempio, una vecchia aula del consiglio, le statue del Grifo e del Leone o, ancora, una antica pala d’altare attualmente in Soprintendenza”.

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