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Crisi, Umbria | Preoccupa la disoccupazione giovanile

Redazione

Crisi, Umbria | Preoccupa la disoccupazione giovanile

I dati del rapporto Ires Cgil Toscana | Il "miraggio" della crescita zero
Lun, 08/06/2015 - 19:50

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Il 2014 è stato per l’economia umbra un anno di “fragile assestamento“: lo sostiene l’Ires Cgil Toscana che, in collaborazione con il sindacato umbro, ha pubblicato il suo nuovo Focus economico riferito all’ultimo trimestre 2014.
L’economia umbra – scrivono nel rapporto i ricercatori Franco Bortolotti e Marco Batazzi – si e instradata lungo una fase che possiamo considerare di ‘assestamento’ nell’ambito di un contesto ciclico ancora non esente da criticità che possono rallentare il cammino verso la normalizzazione del ciclo“.
Il rapporto dell’Ires – si legge in una nota della Cgil – analizza tutti gli aspetti dell’andamento economico della regione: pil, reddito, produzione industriale, occupazione, consumi, demografia d’impresa, export, credito e altri. Il quadro che ne emerge è considerato “assolutamente interlocutorio“, ma ancora caratterizzato da alcuni elementi di criticità “preoccupanti”.
L’occupazione, seppure in leggera ripresa rispetto all’andamento “estremamente negativo” del 2013, resta su livelli lontanissimi da quelli raggiunti prima della crisi, con una perdita di circa 20 mila occupati rispetto al 2008. Continua a crescere invece la disoccupazione, che nell’ultimo trimestre del 2014 si colloca al 12,2%, 1,5 in più rispetto al dato dello stesso periodo dell’anno precedente.
Ma a preoccupare di più, secondo i ricercatori dell’Ires Toscana, sono i dati sulla disoccupazione giovanile (che nel 2014 è salita al 42,5% dal 37,2% del 2013) e sulla disoccupazione di lunga durata (coloro che sono alla ricerca attiva di un lavoro da 12 mesi o più), con un indicatore che si porta dal 4,9% al 5,7%, evidenziando “la presenza di una quota di disoccupati di difficile assorbimento da parte della domanda di lavoro“.
Continua inoltre ad aumentare la quota di popolazione tra i 15 e i 29 anni che non studia, non lavora e che non sta neanche facendo uno stage, che sale dal 18,9% al 23% raggiungendo un livello pari a circa 29 mila unita in termini assoluti (+20,7% sull’anno precedente).
Per la produzione industrialeil miraggio è ancora la crescita zero“, sottolineano i ricercatori dell’Ires, osservando che “il dato medio annuo vede una diminuzione dell’1,8% che costituisce comunque una dinamica migliore del – 2,6% medio registrato nel 2013“.
Un altro campanello d’allarme messo in evidenza dall’Ires, è relativo all’andamento delle esportazioni. “Alla chiusura del 2014 – si legge nel Focus – il valore esportato non va oltre i 3,4 miliardi di euro, 206 milioni in meno rispetto al 2013 (-5,7%)“. Un dato che sconta fortemente il crollo delle vendite estere del comparto metalli (-34%), ma che anche depurato da questo fattore resta comunque stagnante.
Infine, i consumi restano fortemente negativi. Nel 2014 il calo è stato del 4,1%. “Ciò riflette – spiega l’Ires – una domanda interna ancora in condizioni difficili, in quanto il livello ancora elevato della disoccupazione, che richiederà del tempo per essere riassorbita, imprime un condizionamento non indifferente sulle reali intenzioni di spesa delle famiglie, il cui margine di incertezza rimane elevato, con comportamenti di acquisto caratterizzati da una forte cautela”.

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