di Fabio Muzzi
Il giovane Holden era solito chiedersi dove vanno a finire le anatre quando in inverno il lago di Central Park si ghiaccia, a Foligno la domanda è la stessa ma la stagione è un’altra: dove andranno a finire le anatre quando l’acqua del fiume Topino si sarà esaurita? Probabilmente migreranno verso un’altra sorgente per poi tornare, sempre che reputino le condizioni ottimali. Certo così non potranno fare i pesci che d’inverno riescono a sopravvivere anche sotto la superficie ghiacciata di un lago, ma se privati dell’acqua in estate avranno vita breve, costretti oggi ad ammassarsi nelle zone dove l’acqua è leggermente più alta (che comunque non arrivano al ginocchio di un uomo adulto), ma che a questo ritmo presto ristagnerà comportando un aumento della temperatura e una minore ossigenazione.
[…] Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d’alto monte pende, onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo […]. Nella Divina Commedia il fiume viene utilizzato da Dante per localizzare idealmente le zone in cui nacque e visse San Francesco d’Assisi. C’è da chiedersi se il Divin Poeta, in una situazione del genere, sceglierebbe quello che al giorno d’oggi più che un fiume appare come un ruscello, oppure, se si trovasse a scriverla oggi, per dare un’idea dei luoghi, preferirebbe parlare delle zone colpite dal terremoto del ’97, includendo ugualmente Foligno, Gualdo e Nocera Umbra.
Ci sono poi le prove di soccorso in caso di esondazione che si sono svolte qualche settimana fa. Prove utili per preparare ad affrontare le emergenze che potrebbero colpire qualsiasi fiume in piena, ma che a Foligno difficilmente si verificheranno considerando l’altezza delle sponde recentemente innalzata che si contrappone al livello d’acqua in progressivo calo.
Nel frattempo, nella speranza che torni a piovere prima della secca definitiva, il problema si sposta più a monte ai conflitti derivati dallo svuotamento della diga di Acciano in seguito al terremoto del 1997, risorsa che oggi avrebbe potuto contribuire a rimpinguare i livelli dell’acqua. Rimane poi l’interrogativo se le manovre sin qui intraprese (chiusura dei rubinetti di notte in alcune zone della città) e che probabilmente verranno estese, affiancando sanzioni anti-sprechi, non siano arrivate con ritardo se si considera che già a febbraio il livello risultava molto più basso rispetto ai precedenti anni quando un calo così importante si notò soltanto a fine estate.