In Umbria le banche non hanno riaperto i cordoni della borsa quando si tratta di prestare soldi alle imprese. Secondo l’analisi fatta dall’Ufficio studi della Cgia, infatti, il Cuore verde d’Italia è la regione, dopo il Molise, che tra dicembre dello scorso anno e luglio di quest’anno ha visto percentualmente contrarsi di più i prestiti alle imprese. Un -1,4% che in termini assoluti vale 125 milioni di euro in meno rispetto agli 8.654 milioni di prestiti registrati a fine dicembre 2024.
Il tutto, in un’Italia che nello stesso periodo ha visto aumentare i prestiti alle imprese dello 0,9%, grazie soprattutto alla forte accelerazione conosciuta dall’inizio dell’estate. Anche se a macchia di leopardo, con il credit crunch che investe ancora Toscana, Veneto, Marche, Liguria, Basilicata, oltre appunto ad Umbria e Molise. Sul versante opposto, se i piccoli numeri della Valle d’Aosta rendono poco significativo il +18%, incrementi importanti si hanno invece nel Lazio e nel Friuli Venezia Giulia (entrambe fanno registrare un +3,2% di prestiti alle imprese). Con il segno più che comunque interessa 13 regioni.
A due velocità è anche la dinamica del credito alle imprese all’interno dell’Umbria. A tirare a fondo il dato complessivo regionale è la provincia di Perugia. Qui in 7 mesi si registra una contrazione del 3,5%: 248,5 milioni di euro in meno affidati alle imprese, con l’erogazione che a luglio è sceso a 6.805,5.
La provincia di Terni è invece appena un gradino al di sotto del podio nazionale delle province, con un incremento del 7,7%, pari a 123,4 milioni di euro in più per le imprese. Con l’ammontare dei prestiti che però, in termini assoluti, pur salito a luglio a 1.723,3 milioni di euro, è ancora distante, anche nel rapporto, alle quote della provincia di Perugia.