Approvata all’unanimità la mozione di Arcaleni (Castello Cambia) per la riattivazione a Città di Castello della Residenza sanitaria assistenziale, il servizio al terzo piano dell'ospedale è stato interrotto nel 2020 per garantire posti letto ai pazienti Covid
Il Consiglio comunale tifernate ha approvato all’unanimità la mozione per la riapertura del servizio di Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) a Città di Castello di Emanuela Arcaleni (Castello Cambia), emendata da Domenico Duranti (Pd).
La massima assise cittadina impegna il sindaco Luca Secondi “ad attivare ogni possibile azione presso assessorato regionale e Usl Umbria 1 affinché si ottemperi alla riapertura di un servizio di Rsa, prevedendo l’aumento di posti letto rispetto alla disponibilità precedente” e a “promuovere la richiesta di un aumento dell’assistenza domiciliare e di una reale ‘continuità assistenziale’ per i pazienti fragili in dismissione protetta”.
“Valutare spazi in prossimità della Muzi Betti”
Il Consiglio invita inoltre il primo cittadino a “promuovere un tavolo di concertazione con istituzioni, forze sociali, rappresentanti delle associazioni del terzo settore ed esperti del settore medico”, per “valutare la collocazione della Rsa in prossimità della struttura di lungodegenza Muzi Betti, garantendo distinzione e natura diversa dei due servizi”.
Arcaleni ha ricondotto l’importanza della mozione alla “necessità di assicurare una risposta adeguata al progressivo invecchiamento della popolazione” e di “riaffermare il diritto del nostro territorio al ripristino di un servizio previsto dai livelli essenziali di assistenza, che si trovava al terzo piano dell’ospedale ed è stato chiuso per garantire la disponibilità di posti letto richiesta dalla pandemia”.
“Prima della chiusura, nel 2020, su 350 dimissioni protette dall’ospedale la metà sono state indirizzate alla Rsa a testimonianza dell’esigenza enorme del servizio, anche a fronte della carenza di personale per l’assistenza domiciliare” ha segnalato Arcaleni, sollecitando “un intervento immediato e forte al fine di individuare spazi per la riattivazione della Rsa”.
Secondi “Disponibili a parlarne anche in commissione regionale”
A condividere “mozione e tematica sollevata” è stato il sindaco Luca Secondi, che ha ricordato come “sulle tante priorità dei servizi ospedalieri e della medicina a Città di Castello” abbia scritto a nome dei sindaci del comprensorio una lettera alla presidente Tesei e all’assessore Coletto “ancora senza risposta”. “Da parte nostra non c’è volontà di contrapporsi in termini ideologici con la Regione, ma di definire le priorità e iniziare ad affrontarle. Teniamo molto a temi come assistenza domiciliare e Rsa, situazioni complementari da affrontare anche nel nuovo piano sanitario regionale. Siamo disponibili a rappresentare le esigenze del territorio anche in un’audizione nella commissione regionale preposta“.
“Che fine hanno fatto i 30 posti di Rsa?”
D’accordo sulla mozione anche Valerio Mancini (Lega), che ha sottolineato l’importanza della Rsa a supporto delle famiglie nel colmare il vuoto che si crea tra dimissione ospedaliera e organizzazione dell’assistenza domiciliare, per la quale in epoca Covid dobbiamo ringraziare cooperative come La Rondine e Asad. Ci serve la Rsa e l’assessore Coletto deve venire qui insieme ai dirigenti Usl a dirci come farla e dove. Bisogna che tornino in quest’aula, davanti a tutti, e ci dicano che fine hanno fatto i 30 posti di Rsa, visto che è rimasta solo la Muzi Betti ad accogliere le persone con grave disabilità e abbiamo un ex ospedale che crolla”.
“Idea Muzi Betti ok ma bisogna anche aumentare posti”
Duranti (Pd) ha ammonito: “Dovremo valutare non solo dove realizzare la futura Rsa ma anche che l’ospedale potrebbe non essere più in grado di assicurare gli obiettivi di questo servizio. Nessuno pensi di procrastinare i tempi, illudendoci con vaghe promesse sul vecchio ospedale, perché nel Pnrr non è previsto niente per l’ex nosocomio e si fa confusione, dimostrando una inaccettabile ignoranza dei temi del nostro territorio e facendo finta di non conoscere altre strutture che potrebbero essere utilizzate come l’Asp Muzi Betti”. Duranti ha quindi proposto di rimuovere dal testo della mozione la conferma dei posti letto della Rsa e chiedere invece l’aumento di quest’ultimi, indicando l’esigenza di convocare un tavolo sul tema con forze politiche, sociali, economiche e terzo settore.