“Rispetto al no, pronunciato dal Consiglio comunale due anni fa, le cose sono cambiate e i cittadini sono preoccupati della criminalità in aumento” ha detto Valerio Mancini, consigliere comunale della Lega Nord, rilanciando in una mozione la proposta di armare i Vigili urbani del Comune di Città di Castello. Molti e contrastanti, nel corso del dibattito in Consiglio comunale, i riferimenti normativi a supporto di una tesi o dell’altra. Anche Mancini ha fatto appello alla norma:
La legge prevede che gli agenti siano dotati di un corretto armamento, con dotazioni di sicurezza in senso anti-infortunistico e di protezione personale (giubbetto antiproiettile, spray da difesa), tecnologia di supporto con computer collegati ai sistemi dati per controllare i veicoli, e una collaborazione paritetica con le altre polizie municipali e con le forze dell’ordine, oltre che ausili all’avanguardia come il sistema di videosorveglianza. Il vigile urbano è un tramite diretto con i concittadini, aiutiamoli a svolgere fino in fondo il loro ruolo
Ricordando il no del 2014, Gaetano Zucchini, capogruppo del PD (a sinistra), lo ha ribadito: “Armi e dotazioni non sono la stessa cosa. Due anni fa, la Lega invitava a introdurre sistemi di sicurezza alternativi: lo abbiamo fatto con la videosorveglianza. Rimane il surplus di risorse economiche necessarie ad adeguare una mutata organizzazione. Noi dovremmo avere 40 vigili. Ne abbiamo 19. La funzione su cui dobbiamo concentrarci è quella di presidio del territorio, potenziata da un parco auto efficiente, accesso a dati utili al controllo, come suggerito dal proponente, maggiori dispositivi di autoproduzione, e non sull’armamento fine a se stesso. Su questo terreno, confrontiamoci”.
“Perché trasformare i Vigili in tanti piccoli Robocop?” ha detto Roberto Colombo, capogruppo di Castello Cambia (a destra): “Questo argomento nasconde una visione della società: i dati dell’Istat ci dicono che dal 1991 i reati sono stabili ma la percezione della sicurezza è cambiata. Per noi è criminale chi fa reati e chi soffia sul fuoco dell’insicurezza. Nei paesi dove circolano più armi i reati aumentano. Città di Castello non ha bisogno di nuovi 19 sceriffi, il Far West è lontano 100 anni e 8000 chilometri”.
“Voterò sì perché la Regione ha previsto l’armamento e per rispetto dei vigili urbani, offesi da chi li definisce Robocop perché hanno un’arma” ha detto Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia (a sinistra) “Il problema non è cosa può fare ma cosa non può fare un vigile disarmato. Dobbiamo modificare il Regolamento comunale, che ammette l’obiezione di coscienza per i Vigili e aumentare il personale, attualmente insufficiente”.
Per Vittorio Morani, capogruppo del Psi (foto a destra) “i vigili armati riducono e non aumentano la sicurezza ma potremmo coordinarci maggiormente con le altre forze dell’ordine. Le armi non sono deterrente per i reati, anzi. Il territorio deve essere tenuto sotto controllo da sistemi di protezione alternativi, migliorando la professionalità dei vigili e le dotazioni”.
“Anche le guardie giurate hanno le armi – ha aggiunto Riccardo Augusto Marchetti, capogruppo della Lega (foto piccola a sinistra)- nessuno vuole fare lo sceriffo ma lavorare in sicurezza. Manteniamo l’obiezione e armiamo, come a San Giustino e in tanti altri comuni, gli agenti. Basta con le scelte ideologiche”.
Giovanni Procelli, capogruppo de La Sinistra per Castello (foto a destra) ha ribadito come “i Vigili non siano un corpo militare. E’ giusto dotarli di mezzi non letali per la loro autodifesa. Sarebbe semplice invocare le risorse insufficienti. Ma la sicurezza viene prima dei bilanci. Sarebbe importante insistere sulla cultura della legalità, del rispetto, della tolleranza. Quali risultati migliorativi ci sono stati dove i vigili sono armati? Avremmo preferito destinare i 18 miliardi di euro spesi per l’acquisto dei caccia, se proprio dovevano essere impiegati negli armamenti, alle pattuglie delle volanti, deputate a garantire la sicurezza di tutti. No della Sinistra all’acquisto di armi”.
“Se noi diamo un’uniforme agli ausiliari di pubblica sicurezza dobbiamo anche dare loro le armi: non averle è un fattore di rischio” ha detto Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle (foto a sinistra). Anche la guardie giurate sono armate. Giubbotto e un’arma standard costano poco più di mille euro: la vita di un vigile li vale”.
“Nelle strade cittadine, i tifernati viaggiano ben oltre i limiti” ha specificato il consigliere Pd Massimo Minciotti (foto piccola a destra), “usiamo il telelaser non per fare cassa ma per migliorare la sicurezza e ridurre l’inquinamento acustico, causato dai motorini”.
Il passaggio in commissione è stato proposto da Vittorio Massetti, consigliere Pd (foto a sinistra), vigile urbano in pensione, che ha definito l’armamento “una questione secondaria. Non ho mai avuto particolari difficoltà”.
“La questione si è ridotta ad arma sì o arma no. Io voterò no – ha annunciato Cristian Braganti, consigliere di Tiferno Insieme (foto a destra) – ma sono d’accordo con il potenziamento. Dotiamoli ad esempio di biciclette, macchine elettriche ma non armi che non servono, come dimostra l’America”.
“Il ministro Alfano annunciò l’armamento obbligatorio – ha ricordato Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia (a sinistra) – rimase un annuncio pre-elettorale perché andava nella direzione del sentimento comune. La legge della Regione Umbria chiede omogeneizzazione e in questo senso va verso la dotazione di armi. Voterò sì, parliamone in commissione”.
“Tanta formazione tecnica per i nostri agenti e attività su commercio, antincendio, defibrillatori, lezioni di autodifesa: è fondamentale questa forma di addestramento. Già sono in uso tecnologie innovative come il telelaser e due palmari per l’acquisizione dati, che presto diventeranno quattro, programmi per l’incidentistica e la verifica degli autoveicoli – ha precisato l’assessore competente Monica Bartolini, parlando dell’attuale dotazione dei Vigili -: “Lavoriamo con le forze dell’ordine su molti fronti: dalla strada all’edilizia, fino all’educazione stradale e alle concessioni. Siamo polizia di prossimità nei quartieri e nelle frazioni dove i vigili rimangono interfaccia tra amministrazioni e cittadini. Per garantire l’incolumità e un primo contrasto richiederemo al Prefetto la possibilità di dotare i nostri agenti di strumentazioni non letali”.
“L’Umbria si presta per la sua conformazione urbanistica ai reati contro la proprietà – ha replicato Mancini – i vigili non sono in grado di collaborare perché non hanno i mezzi per farlo. Il no della mozione, annunciato dalla maggioranza, è ideologico. Io ho chiesto solo dotazioni simili a quelle dei comuni vicini”.
In attesa del dibattito in Commissione, mozione bocciata con il sì all’armamento solo per Lega Nord, Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle e Forza Italia e no della maggioranza, Castello Cambia e Tiferno Insieme.