Approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Città di Castello, con la sola astensione del capogruppo Pd Mirco Pescari, la Carta dei diritti delle bambine. Presentata dall’assessore alle Pari Opportunità Luciana Bassini come “essenziale a consolidare un senso comune dei diritti delle donne e del loro ruolo nella società in un momento in cui si leggono tendenze di segno contrario, tentennamenti o peggio rilettura del cammino di emancipazione femminile e parità di genere”.
La Carta nasce durante il Congresso della BPW Europa, Business and Professions Women, associazione a cui appartiene Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari), tenutosi a Reykjavik nel 1997. Ispirata alla Convenzione Onu sui Diritti del fanciullo del 1989, a differenza e ad integrazione di questa, che pone sullo stesso piano i due generi, li distingue in termini di caratteristiche e bisogni, riguardanti diverse connotazioni fisiche ed emozionali.
“Dopo circa 20 anni, l’originaria Carta dei diritti della bambina deve essere aggiornata, in considerazione delle leggi sopravvenute in tutto il mondo e del fatto che ciò che prima era solo una speranza, ora è un diritto! La Carta deve essere letta come una premessa fondamentale per l’affermazione e la tutela dei diritti delle donne fin dalla nascita. La bambina deve essere aiutata, protetta fin dalla nascita e formata in modo che possa crescere nella piena consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri contro ogni forma di discriminazione” ha spiegato Bassini.
Calagreti (Psi): “Riconoscere il genere significa combattere meglio anche la violenza di genere. Bene l’ampia adesione intorno a questa iniziativa”. Gasperi (M5S): “L’adesione non cambierà le cose, ci vogliono gesti concreti nelle situazioni specifiche, anche vicino a noi. Che questi principi non rimangano chiusi dentro il consiglio comunale”. Arcaleni (Castello Cambia): “Si parla di violenza di genere in Italia con reati aumentati del 3% verso minori di genere femminile: sono 5990, rispetto al 2009 sono il 43% in più. Probabilmente il fenomeno sta emergendo ma proprio per questo sappiamo che il problema esiste e servono risorse, progetti per prevenire e educare”. Zucchini (Gruppo Misto): “Auspico una votazione unanime, la carta deve essere letta non solo come affermazione dei diritti delle donne ma anche come sostegno nel suo processo di crescita alla consapevolezza di questi diritti”. Procelli (La Sinistra): “La Carta è un atto di civiltà e un punto di partenza per chi vede la donna come un essere inferiore. Nel mondo del lavoro le donne si inseriscono con più difficoltà, c’è un gap di genere”.
Pescari (Pd), pur sostenendo di condividere tutto quello che è stato detto, ha affermato: “L’atto in sé è un lavarsi la coscienza, è eccessivamente ipocrita. La battaglia della concreta emancipazione deve essere combattuta e usare lo strumento bambina per arrivare alle coscienze è comprensibile ma non è tarata sull’emergenza che c’è. Non voterò contro ma mi asterrò”. Mencagli (Pd): “Le bambine non hanno ancora gli stessi diritti dei bambini anche per cultura generazionale. Nel mio lavoro mi relaziono con gli uomini ed ho faticato il triplo per farmi accettare. La bambina a volta cresce troppo protetta e a volte troppo sola. Questa carta è un bel segnale e se ne stiamo ancora a parlare significa che ce ne è bisogno”.
La Nuova Carta dei Diritti della Bambina del 2016
Ogni bambina ha il diritto: Articolo 1 Di essere protetta e trattata con giustizia da famiglia, scuola, datori di lavoro anche in relazione alle esigenze genitoriali, servizi sociali, sanitari e dalla comunità. Articolo 2 Di essere tutelata da ogni forma di violenza fisica o psicologica, sfruttamento, abusi sessuali e dalla imposizione di pratiche culturali che ne compromettano l’equilibrio psico-fisico. Articolo 3 Di beneficiare di una giusta condivisione di tutte le risorse sociali e poter accedere in presenza di disabilità a forme di sostegno specificamente previste. Articolo 4 Di essere trattata con i pieni diritti della persona dalla legge e dagli organismi sociali. Articolo 5 Di ricevere una idonea istruzione in materia di economia e di politica che le consenta di crescere come cittadina consapevole. Articolo 6 Di ricevere informazioni ed educazione su tutti gli aspetti della salute, inclusi quelli sessuali e riproduttivi, con particolare riguardo alla medicina di genere per le esigenze proprie dell’infanzia e dell’adolescenza femminile. Articolo 7 Di beneficiare nella pubertà del sostegno positivo da parte della famiglia, della scuola e dei servizi socio-sanitari per poter affrontare i cambiamenti fisici ed emotivi tipici di questo periodo. Articolo 8 Di apparire nelle statistiche ufficiali in dati disaggregati per genere ed età. Articolo 9 Di non essere bersaglio, né tanto meno strumento, di pubblicità per l’apologia di tabacco, alcol, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità.