Condannato in Appello il killer di gatti di San Sisto. Ribaltata la sentenza del primo grado, che aveva assolto l’uomo dal reato di uccisione di animali. Nel settembre del 2014, dopo che un gatto era stato ritrovato scuoiato nei pressi della scuola di San Sisto, i carabinieri avevano avviato un’indagine, arrivando all’uomo.
In un garage furono anche ritrovati strumenti di tortura con cui avrebbe torturato i gatti: una ghigliottina, strumenti per immobilizzare egli animali, siringhe, attrezzi da chirurgo con cui effettuava le mutilazioni, uncini, martelli. Nel garage degli orrori anche quattro maschere fatte con teste di gatto, zampe conservate in vasetti, interiora.
Fatti per i quali il giudice di primo grado aveva rimesso gli atti alla Procura, poiché non presenti nel capo di imputazione e per i quali si aprirà un processo nel mese di settembre 2019.
Ma l’uomo, in primo grado, era stato assolto anche per l’uccisione del gatto ritrovato scuoiato vicino alla scuola.
Ora la Corte di appello ha ribaltato la sentenza, condannandolo a 4 mesi di reclusione e al riscarcimento del danno alla Lega anti vivisezione che si era costituita parte civile.
Proprio la Lav, dopo l’assoluzione in primo grado, aveva presentato l’istanza cui conseguì l’appello del pubblico ministero: “Siamo soddisfatti per la sentenza della Corte di Appello di Perugia – è il commento della Lav – ma servono pene più severe ed efficaci per coloro che maltrattano e uccidono animali – afferma Ilaria Innocenti, responsabile Area Animali Familiari – per questo motivo abbiamo lanciato la campagna #CHIMALTRATTAPAGA, che chiede un inasprimento delle pene per i responsabili di reati nei confronti degli animali“.
Piena soddisfazione anche dalla Sede Lav di Perugia, presente all’udienza: “Abbiamo seguito da vicino ogni fase di questa delicata vicenda processuale e finalmente giustizia è stata fatta. – dichiara Graziella Gori, responsabile sede Lav Perugia – ci auguriamo che questa condanna faccia da apripista, affinché i reati contro gli animali non rimangano impuniti. Chiediamo, infine, al Sindaco di Perugia, di emettere un’Ordinanza di divieto di detenzione di animali nei confronti del condannato: le Istituzioni tutte devono fare il proprio lavoro in termini di prevenzione e repressione”.