La 21enne studentessa cinese e il suo componimento scritto in un bar di corso Vannucci: "Insegnerò l'italiano in Cina, la lingua della bellezza"
L’italiano appreso all’Università per Stranieri di Perugia è risultato di un livello così alto da vincere il secondo premio nella gara di scrittura indetta dall’Ambasciata d’Italia a Pechino per tutti gli Atenei della Cina. Yafei Jiang, 21 anni, con il suo solito sorriso, ringrazia e assicura: “Insegnerò italiano nel mio Paese e mi impegnerò a diffonderlo in tutta la Cina, perché è la lingua della bellezza e del saper vivere”.
All’Università per Stranieri da due e mesi e mezzo con alle spalle robusti studi d’italiano all’Università Normale di Nanchino – ateneo prestigioso con cui Unistrapg da tempo intrattiene fecondi rapporti di collaborazione – Yafei ha deciso di partecipare al contest di scrittura creativa in italiano destinato a tutti gli universitari della Cina e indetto appunto dall’Ambasciata italiana a Pechino in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, in programma ogni anno in ottobre. Dopo qualche settimana si è scoperta fra i tantissimi partecipanti vincitrice del secondo premio assoluto.
Il componimento che l’ha portata sul podio de “L’Italiano e io” è una vera e propria dichiarazione d’amore per il nostro paese, per la sua lingua e per il gusto di vivere che l’Italia incarna: “Qui si cammina per strada e si respira la storia, anche nelle porzioni moderne delle città – commenta Yafei -, per un cinese questo è un fatto che quasi stordisce. La gente italiana, inoltre, è gentile, capace di gesti quotidiani di cortesia, dotata di un gusto del bello di cui probabilmente neppure ha consapevolezza”.
La bellezza di Perugia e dell’Unistra
Quando gli si domanda come si è trovata a Perugia e all’Università per Stranieri, poi, replica: “Perugia è una città bellissima architettonicamente e i paesini intorno sono un viaggio nel tempo più che nello spazio; è un luogo a dimensione d’uomo con una grande offerta culturale; da noi non è così. All’Università poi è stato bellissimo: ero timidissima prima di arrivare, ma dopo poche settimane ho capito che l’ambiente di questo ateneo era qualcosa di speciale che dovevo sfruttare al massimo, e quindi mi sono aperta. Dove altro trovare un posto dove c’è tutto il mondo? Un posto piccolo ma internazionale e perfetto per una ragazza della mia età? Qui ho scoperto che gli insegnanti italiani rispetto a quelli del mio paese hanno un livello di istruzione e di cultura altissimo; dai miei docenti di Nanchino ho imparato la disciplina, da quelli dell’Università per Stranieri il piacere di studiare”.
La scrittura in un bar di Corso Vannucci
Yafei ha voluto scrivere il suo componimento seduta in un bar di Corso Vannucci. Quando gli si chiede il perché risponde: “Da noi in Cina bere il caffè è considerata una cosa fichissima, quindi appena arrivata a Perugia sono andata in un bar del corso, mi sono seduta e ne ordinato uno. Così facendo di giorno in giorno ho un po’ capito un aspetto importante del modo di vivere italiano: prendersi una pausa (da noi non si fa!), rallentare un momento, riflettere sulla propria giornata, scambiare due parole con qualcuno in modo informale, godersi le chiacchiere e i sorrisi della gente intorno… E quando ho saputo che tanti scrittori italiani scrivevano i loro romanzi nei bar ho deciso di comporre il mio tema davanti ad un caffè, come avrà fatto magari Claudio Magris a Triste o a Venezia”.