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Comma: quaranta giorni di arti urbane che hanno lasciato un pò il segno

Redazione

Comma: quaranta giorni di arti urbane che hanno lasciato un pò il segno

Ven, 13/07/2012 - 18:40

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Si avvia alla conclusione la seconda e partecipata edizione di Comma, Urban Art Festival di Perugia, che ieri sera ha visto svolgersi negli spazi all’aperto di Piazza del Circo, per la prima volta, una sessione pubblica di esami degli studenti dell’Istituto IDeA della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia. Segnaliamo, tra i molti progetti per l’urbanizzazione sostenibile dell’Isola Maggiore discussi, i tre selezionati dalla giuria: “Z-up” e, primi a pari merito, “L'infinito in uno sgarro” e “From the lake, step by step, to the sky”.

Prima. Il 2011 aveva lasciato in eredità opere di arte pubblica, come l’enorme ‘wall painting’ sull'edificio incompiuto di Piazza del Bacio, e un’idea necessaria di coinvolgimento della comunità cittadina attraverso le arti urbane nelle loro diverse espressioni oltre all'esigenza di approfondire il tema del rapporto arte-spazio urbano.

Durante. Sulla scorta dell’edizione precedente, Comma 2012 ha presentato un programma più complesso e articolato aprendosi a workshop, incontri e interventi di arti performative, nell'intento di valorizzare le risorse creative, contribuire alla loro crescita professionale e costruire reti professionali e umane. L'appuntamento di apertura, quest'anno, è stato il Laboratorio artistico “Tracciati”, condotto dall'artista inglese Bob Gibson. Un esperimento di 'fondazione' di una multicolorata città in scala all’interno degli spazi dell’Ex Fatebenefratelli, corredato da un racconto video del processo costruttivo. In seguito, in concomitanza con Festarch 2012, ha preso avvio la sezione Incontri: 12 appuntamenti con architetti, scrittori, giornalisti, curatori, artisti volti a indagare e approfondire la conoscenza della città, le sue dinamiche sociali, la sua rappresentazione. Così, in Piazza del Circo, oggetto di un apposito intervento dell'artista olandese Zedz, si sono succeduti gli interventi e le riflessioni degli architetti olandesi Maurer United, di Francesco Careri, Nicola Dusi, Sabina De Gregori, Luca Galofaro, Isabella Bordoni, D’Aurizio e Angeleri, Luisa Perlo e così via fino ad Alessandro Coppola e gli studenti dell'Istituto IDeA. Mentre gli Incontri hanno ritmato lo svolgersi del festival, nella seconda metà di giugno si è sviluppata la Residenza Artistica 2012, incentrata sul dialogo tra spazi esterni (Teatro Brecht, Parcheggio Autosilo e Sottopassaggio FS Fontivegge, Ex Carcere Femminile) e spazi interni (Palazzo della Penna, prima della chiusura per ristrutturazione come museo di arte contemporanea). Ne sono stati protagonisti: Dem, A. Di Cesare, Ephameron, Joe (Why Style), Lok Jansen, Morcky, Pane (Why Style), Rocco Pezzella, San, Lennard Schuurmans, Shoe, Zender. Dem, da parte sua, oltre a realizzare un lavoro su muro alla stazione di Fontivegge, è stato anche protagonista della mostra collaterale alla Galleria Miomao “La natura disegnata”, visitabile, al pari della mostra Comma Exhibition, fino al 15 luglio. Il 15 luglio è anche l'ultimo giorno utile per visitare la mostra ufficiale “Perugia Writing Scene: Write Here, Write Now!”, curata dal pioniere olandese dei graffiti Zedz e dedicata al fermento presente nell’ambito dell’urban art cittadina in confronto con la scena europea (la mostra è ospitata presso Trebisonda, Centro per le Arti Visive di via Bramante). L’ultimo intervento urbano, conclusosi l’8 luglio scorso, si è tenuto presso l’Asilo Nido Comunale “Girotondo” di Case Bruciate e ha visto la realizzazione di uno squillante wall painting sull’esterno dell’edificio a firma del collettivo artistico romano M.U.Ro (Museo Urban di Roma), che nell’occasione era composto da Marco “About” Bevivino, Alberto Corradi e Diavù (l’opera permanente è ben visibile anche passando con il Minimetrò).
L’edizione 2012 ha proposto inoltre una significativa e lungimirante apertura all’arte partecipativa e performativa con il bando nazionale di idee “6up-Ritrovamenti Urbani”, al quale hanno risposto 16 progetti tra i quali il comitato di selezione, composto da Isabella Bordoni, Luisa Perlo e Davide Tidoni, ha scelto quattro soluzioni, in seguito realizzate fra il 29 e il 30 giugno: “Swing” del Gruppo DiMT, installazione sonora con una riflessione sulla presenza/assenza del rumore del traffico ambientata in ore serali in Corso Cavour; “Il Mercato Invisibile” del collettivo omonimo, che ha svolto un’indagine attraverso strumenti quali l’intervista e la performance sulla percezione del pubblico rispetto al Mercato di Pian di Massiano, ricomponendone le tracce al Pincetto; “L’Isola che non c’è” del gruppo Mente_Locale, ispirato al ‘guerrilla gardening’ ma in realtà attento alla dimensione partecipativa attraverso la cura di un microgiardino vagabondo e mobile fatto di erbe aromatiche e fiori collocato, insieme agli altri 15 partecipanti all’intervento urbano, in forma di ‘isole’ in spazi urbani interni ed esterni; “Break to the Future”, performance di breakdance tenuta da Nexus sul terrazzo del Teatro Brecht di San Sisto su musiche hip-hop con videoproiezioni sincronizzate su una grande parete di metallo. Infine, uno dei selezionatori del bando 6up, il sound artist Davide Tidoni, ha donato al festival, grazie al suo progetto sulle modalità di ascolto domestico della musica “Ways of Listening”, a metà fra incontro e performance, la possibilità di riflettere sulla relazione tra sfera privata e sfera pubblica.

Dopo. In un’epoca schiacciata sulla dimensione del ‘tempo reale’, dove predomina l’idea di contemporaneo come temporaneo, Comma 2012 occupandosi della scena europea delle arti urbane ha dimostrato come nel nostro continente, almeno rispetto alla scena statunitense, prevalga un ritorno all’idea di città come comunità di prossimità che vuole riflettere su se stessa e sulla propria visione del futuro. Comma ha declinato questa esigenza grazie a un caleidoscopio di azioni. Per esempio, con il numero zero di un tabloid legato al progetto pluriennale Cap2020 incentrato su queste tematiche, all'interno del quale sono presenti contributi che vanno oltre il contenuto del programma (documentato nel catalogo con foto ambientate dei lavori): ne dà prova la riflessione critica su alcuni impieghi delle arti urbane di Harlan Levey (fondatore del No New Enemies Network e direttore creativo della rivista “Modart”). O ancora, con la nuova veste di un edificio pubblico, il Teatro Brecht di san Sisto, interamente dipinto da Morcky: un intervento apprezzatissimo dagli operatori teatrali, dagli spettatori e dai cittadini del quartiere. Proponendo un intervento artistico che ha diviso le opinioni, la macro-calligrafia seriale di Shoe sulle pareti di cemento dell'Autosilo di Fontivegge. Facendo esplodere forme naturali e colorate nell'adiacente sottopasso ferroviario a opera di Dem. Disseminando in città i misteriosi reperti di 'archeologia fantastica' di Rocco Pezzella. Cimentadosi in un esercizio di pittura anacronistica sulla parete dell'ex Carcere femminile, con il lavoro di San, che fonde spunti archeologici e memorie iconografiche con la raffigurazione di oggetti contemporanei. O trasformando per un giorno una camminata (intesa come pratica estetica) in città in una proliferazione di giardini-isole: i partecipanti continuano tuttora a installare microgiardini vagabondi e domestici…
Ma Comma ha incarnato la cultura di prossimità, soprattutto, con la ricchezza e l’intensità delle relazioni messe in gioco, di cui il festival farà tesoro nell’edizione 2013, puntando sull'ulteriore coinvolgimento di realtà del territorio comunale in rapporto all’acropoli, a partire dai quartieri non ancora interessati dal festival di arti urbane. Per elaborare insieme, con interventi e linguaggi del presente, un'idea di città coesa e collaborativa.

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