Il progetto punta a sensibilizzare tutte le scuole italiane
“Il clima che cambia. I ghiacciai alpini”. È il nuovo progetto didattico-formativo e di sensibilizzazione dell’impatto del riscaldamento globale sui ghiacciai messo a punto dal Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, in sinergia con la start up Scenari Digitali e con la collaborazione del Comune di Foligno e della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Destinatarie sono le scuole di tutta Italia, con un’attenzione particolare agli Istituti secondari di secondo grado e agli Istituti omnicomprensivi, ma con una proposta, in questa prima fase di carattere sperimentale, anche alle scuole primarie e secondarie di primo grado di Foligno e del resto dell’Umbria, socie della struttura di via Isolabella.
L’obiettivo
L’obiettivo è quello di rendere gli studenti consapevoli dei cambiamenti climatici e dell’effetto che questi hanno, in particolare, sui ghiacciai, con tutto ciò che ne consegue per il Pianeta e le comunità. Per farlo, i ragazzi monitoreranno l’evolversi del fenomeno attraverso un sistema di webcam alimentate ad energia solare, che Scenari Digitali ha installato in siti di particolare interesse che fanno riferimento all’ambiente montano italiano. Entrando nello specifico, punti di osservazione privilegiati saranno per quanto riguarda le Alpi: Capanna Margherita (4554m Monte Rosa), Capanna Gnifetti (3647m Monte Rosa), Rifugio Casati (3269m, Ghiacciaio dei Forni), Rifugio Guasti (3285m, Gran Zebrù), Passo Gavia( 2560m, Valfurva), Rifugio Locatelli (2450m, Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti), Passo Sella (2225m, Val Gardena, Dolomiti), Rifugio Pastore (1575m, Alagna Valsesia), Rifugio Monte Agudo (1573m, Auronzo di Cadore) e di prossima attivazione il Monte Bianco, il Monte Cervino, il Ghiacciaio dei Forni e la Val Senales. Mentre negli Appennini i Monti Sibillini, il Monte Nerone nelle Marche e la Majelletta in Abruzzo.
Il lavoro del Laboratorio
“Quest’anno – ha commentato il direttore del Laboratorio di Scienze Sperimentali, Pierluigi Mingarelli – abbiamo deciso di cimentarci in un progetto che pensiamo possa attirare l’attenzione delle scuole italiane. E cioè, il monitoraggio dello scioglimento dei ghiacciai che rappresenta una delle conseguenze più dure dei cambiamenti climatici”. L’iniziativa, così come spiegato dal direttore Mingarelli, avrà una durata di 5 anni. “Chiederemo alle scuole – ha spiegato – di fare aderire una o più prime classi, così che nell’arco del quinquennio i ragazzi possano rendersi conto di questi cambiamenti, sia da un punto di vista paesaggistico, ma anche delle conseguenze dirette che hanno sull’acqua, la flora, la fauna e la sicurezza del territorio”.
I tempi
L’iniziativa è partita nella giornata di giovedì 13 ottobre, con l’invio formale della lettera a tutte le scuole italiane, che avranno tempo fino al 15 novembre prossimo per aderire. Dopo quella data ci saranno tre incontri formativi (uno a novembre e due a dicembre) condotti da Scenari Digitali sulle tecnologie e le strumentazioni utilizzate, e da esperti del Cnr. A gennaio, poi, inizierà l’osservazione, che andrà di pari passo con nuovi momenti di formazione rivolti sia agli studenti che ai docenti, che potranno anche assistere in presenza o online a esperienze di laboratori che riguardano ambiti scientifici legati a questa problematica, come quelli della biologia, della fisica e della chimica. Le classi aderenti, inoltre, relazioneranno su quello che hanno visto, inviando – compatibilmente con il monitoraggio – i propri lavori che verranno poi presentati in occasione della prossima Festa di Scienza e Filosofia.
“È un progetto che parte simbolicamente dall’Umbria – ha spiegato Massimiliano Squadroni di Scenari Digitali e promotore dell’iniziativa insieme a Leonardo Angelini – e che coinvolgerà le scuole di tutta Italia. I ghiacciai alpini – ha aggiunto – sono la nostra riserva idrica più importante, per cui questo fenomeno ci coinvolge tutti quanti”.
L’assessore De Bonis
Ad intervenire alla presentazione dell’iniziativa anche l’assessore all’Istruzione del Comune di Foligno, Paola De Bonis. “È un progetto che ho avuto il piacere di seguire fin dalla sua nascita e sono rimasta colpita soprattutto dalla lungimiranza nel voler coinvolgere gli studenti, facendogli vivere in prima persona questo fenomeno. Conosciamo le cause e vediamo gli effetti – ha quindi aggiunto -, ma i nostri ragazzi hanno bisogno di toccare con mano questa problematica. Osservare l’evoluzione di un ghiacciaio negli anni, probabilmente li renderà maggiormente consapevoli di quello che sta succedendo, anche perché saranno proprio le nuove generazioni a vivere il cambiamento climatico come una delle sfide più difficili ma necessarie da risolvere. E capire che con piccoli gesti e azioni possono migliorare quella che è la situazione del Pianeta, rendendolo più vivibile e sano, è fondamentale. Mi piacerebbe, inoltre, che i nostri ragazzi possano non solo raccontare quello che vedranno attraverso il monitoraggio, ma che possano anche esprimersi su come agire per migliorare la situazione. Da parte mia e dell’amministrazione questa iniziativa avrà un supporto costante”.
La Fondazione Carifol
“È un’iniziativa molto interessante – le ha fatto eco Anna Maria Menichelli, consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno -, dal momento che pone l’attenzione su quello che possiamo definire il problema dei problemi. E il fatto che si rivolga ai giovani è di fondamentale importanza. La Fondazione Carifol, da parte sua, conferma la massima attenzione al Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno”.
“Il nostro obiettivo – ha commentato Maurizio Renzini, presidente del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno – è quello di sensibilizzare i giovani su questo tipo di tematiche, ecco perché abbiamo deciso di coinvolgere le scuole. È un progetto di grande rilevanza”.