Una rappresentanza di 60 personaggi che fa parte del corteo della rievocazione storica della fusione delle campane di Civitella d’Arna ha sfilato, questa mattina, da Piazza Italia a Piazza IV Novembre, passando per Corso Vannucci. Ad attenderli davanti alla Fontana Maggiore c’era l’assessore allo Sviluppo Economico e Turismo, Giuseppe Lomurno che ha salutato e ringraziato gli organizzatori della “Festa delle campane e del dialetto perugino” e i figuranti.
La Festa della Campane è un evento promosso dal 2000 dalla Proarna, in collaborazione con il Comune di Perugia. “E’ il secondo anno consecutivo – ha commentato Lomurno – che il centro storico di Perugia “accoglie” il corteo. La sfilata è la rievocazione di una epoca storica, culturale e sociale della nostra città, di uno spaccato di vita contadina di metà Ottocento. Una civiltà, quella di Civitella d’Arna, che ha contribuito allo sviluppo economico e culturale di Perugia. L’evento è un’occasione per mantenere vive le nostre tradizioni, per tramandarle alle generazioni presenti e future e per far conoscere anche parti meno note della città, ma altrettanto interessanti e attrattive sotto il profilo paesaggistico- naturalistico”. La festa si svolgerà a Civitella d’Arna dal 19 al 28 agosto prossimi. All’incontro di questa mattina era presente, fra gli altri, il presidente della ProArna Lamberto Salvatori. Origine e storia della Festa delle Campane E’ dal 2000 che Civitella d’Arna ripropone la “Festa delle Campane”, grazie all’impegno dei suoi abitanti e della Pro Loco di Arna. “L’idea – ha illustrato brevemente questa mattina il presidente della ProArna, Salvatori – scaturisce dalla lettura di un diario parrocchiale, custodito in canonica, in cui viene descritto l’atto della fusione delle campane che avvenne nelle cantine del convento dei Padri Filippini, a opera dei fonditori fratelli Sini di Acquapendente di Viterbo, nel 1850. Nel diario sono riportati minuziosamente tutti i fatti, dall’arrivo dei fonditori, fino alla colata del metallo negli stampi. I figuranti rappresentano le famiglie di contadini e di braccianti dell’epoca, le famiglie nobili dei Baldelli e Degli Azzi, proprietari del Castello (nel corteo, i Degli Azzi sono rappresentati dal Conte Giustiniano, dalla contessa Giulia con le loro figlie), il parroco Don Francesco Baldelli e due Guardie nazionali. I costumi d’epoca sono stati riprodotti fedelmente con l’ausilio di materiale fotografico.
Foto di Stefano Dottori