Sono sotto choc i familiari di Roberto Bordini, lo spoletino morto venerdì 19 ottobre a Todi dopo un intervento di emorroidi, la cui salma è stata rinvenuta ieri pomeriggio dall’agenzia di onoranze funebri in avanzato stato di decomposizione.
Sono stati gli stessi responsabili delle onoranze funebri ad informare i parenti dello sfortunato giovane di quanto riscontrato durante le operazioni di trasferimento della salma dall’ospedale di Pantalla a quello di Perugia, dove per oggi pomeriggio era in programma l’autopsia.
MORTO DOPO INTERVENTO DI EMORROIDI
Il Pm Michela Petrini, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo dove non risultano iscritti nel registro degli indagati, nominerà infatti alle 15,30 di oggi i due periti incaricati di eseguire gli esami autoptici (l’anatomopatologa Valentina Bugelli e il chirurgo Paolo Fabbrucci).
I familiari di Bordini devono così aggiungere al dolore per la grave perdita anche la rabbia per un fatto che non ha giustificazioni.
La notizia è trapelata questa mattina e trova conferma nelle parole del legale dei familiari, l’avvocato Piero Peppucci di Todi raggiunto da Tuttoggi. “Confermo che ieri pomeriggio siamo venuti a conoscenza di questo episodio che definisco sconcertante” dice al telefono Peppucci “la salma, a quanto riferito dall’agenzia funebre, presenta un generale stato di decomposizione che dimostra che non è stata correttamente conservata. Una situazione inaccettabile, atteso che la vicenda, sulla quale è in corso una inchiesta dell’Autorità giudiziaria, avrebbe richiesto la massima attenzione. Siamo fortemente preoccupati per l’esito dell’autopsia, ancor più indignati. Non voglio ipotizzare condotte dolose, ma è evidente che ci sono responsabilità colpose nel modo in cui è stata conservata la salma del povero Roberto, tenuta indubbiamente a temperature più alte di quelle previste. Non so se questo comporterà un allungamento dei tempi nelle operazioni peritali. Tra poche ore comunque incontreremo la dottoressa Petrini alla quale esporremo ogni circostanza”.
Nessuna dichiarazione invece da parte del consulente medico legale nominato dai familiari. “Sono stato informato” dice l’anatomopatologo Luca Lalli “ma preferisco non commentare fino a quanto non avrò visto le reali condizioni della salma. Spetterà comunque ai periti nominati dalla Procura della Repubblica refertare anche lo stato in cui verrà consegnata la salma”.
Le domande in queste ore si accavallano. Cosa non ha funzionato nella conduzione della cella frigorifera? Si è verificato un guasto tecnico o c’è stata una manomissione? E ancora, è stata mai monitorata in tutti questi giorni? Dubbi che per il momento restano senza una risposta.
La moglie di Roberto a quanto si apprende è sotto choc per questo ulteriore dramma. Era stata lei nei giorni scorsi a chiedere di poter organizzare dopo l’esame autoptico la camera ardente per dare un ultimo saluto al marito e deporre nel feretro una foto che la ritraeva insieme alla loro bambina di appena 14 mesi. Una richiesta che aveva trovato il parere positivo dei responsabili delle onoranze funebri. Ma anche questa sua volontà è stata infranta.
© Riproduzione riservata