L’ipotesi di sospensione dell’attività ordinaria e di urgenza del reparto di urologia all’ospedale comprensoriale di Branca, ha suscitato molto scalpore soprattutto tra alcuni consiglieri regionali, desiderosi di sapere i motivi di questa decisione.
La questione riguarda l’imminente adozione di un provvedimento di chiusura del reparto di Urologia durante il periodo estivo e, precisamente, dal 22 luglio al 20 settembre; il suddetto reparto rimarrebbe aperto per la sola attività ambulatoriale dalle 8 alle 14 ma le prestazioni di urgenza sarebbero dirottate verso l’ospedale di Città di Castello, a notevole distanza dal territorio di riferimento dell’ospedale di Branca.
Per Sandra Monacelli (Udc) si tratta di “una decisione insolita e produttiva di disagio, soprattutto per la popolazione anziana, costretta a percorrere un tragitto di decine e decine di chilometri per ottenere una prestazione urgente. Verrebbe sensibilmente ridotta la capacità di offerta sanitaria dell’ospedale di Branca e mortificata la sua missione”.
Andrea Smacchi (Pd), “profondamente preoccupato”, ha affermato che ciò porterebbe a un “grave disservizio” che costringerebbe i cittadini dell’Alto Chiascio a utilizzare le strutture di Città di Castello. “Negli anni passati si procedeva ad una riduzione delle prestazioni ordinarie nei mesi estivi, anche in considerazione della ridotta richiesta. Ma quest’anno l’attività di urgenza verrebbe addirittura sospesa per tre mesi”. “Ritengo – aggiunge Smacchi – che un ospedale classificato ‘di emergenza – urgenza’ come quello di Branca debba essere sempre in condizioni ottimali, anche in Estate, tali da garantire ai cittadini del comprensorio prestazioni che necessitano di strutture complesse e personale altamente specializzato. L’Alto Chiascio si è sempre reso disponibile a sacrifici che comportino risparmi e razionalizzazioni, il presidio unico è lì a testimoniarlo, ma la nostra attenzione sarà massima per contrastare ogni tentativo di arretramento dei servizi erogati”.
Anche Orfeo Goracci (Comunista umbro) ha detto la sua: per il consigliere, infatti, lo smantellamento del reparto di urologia dell’ospedale di Branca, una delle “punte di diamante” della struttura, e altre scelte limitative applicate al medesimo, renderebbero questo territorio “la Cenerentola della sanità regionale”. Goracci si chiede “se non sia il caso di evitare ogni disagio per la comunità, tornando eventualmente indietro rispetto a scelte penalizzanti per le popolazioni interessate” e “se non sia il caso di porre in essere tutte le azioni più efficaci per tutelare la permanenza di questo presidio, frenando di fatto un progressivo depotenziamento che, quantunque negato a parole, si sta verificando, al di là dei problemi legati alla stagionalità del servizio”.
Tutti e tre i consiglieri hanno presentato un’interrogazione alla giunta regionale.