Sembrano parlare due lingue diverse gli imprenditori umbri e gli esponenti del mondo del credito, che si sono seduti oggi intorno allo stesso tavolo in un convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Perugia proprio per approfondire lo spinoso tema del credito bancario per sostenere la ripresa economica della regione.
Al centro dell'incontro la spirale della crisi finanziaria ed economica, che porta in difficoltà le tantissime piccole e medie imprese che formano la maggior parte del tessuto regionale, ma che allo stesso tempo spinge le banche a un atteggiamento prudente nella concessione del credito.
La voce delle banche – “Io non credo che sia stato 'tolto l'ombrello' del credito alle piccole aziende umbre proprio quando pioveva”, ha detto Marcello Siena, responsabile della direzione Credito della Bps, in difesa dell'atteggiamento degli istituti di credito in Umbria. “Gli imprenditori avrebbero dovuto avere i propri ombrelli”, ha detto ancora, sostenendo che non spetti alle banche ma agli imprenditori l'onere di affrontare la crisi con le proprie casse.
Dello stesso avviso Paolo Pasca, direttore della filiale di Perugia della Banca d'Italia, secondo cui le banche in questi mesi di crisi non avrebbero chiuso i rubinetti del credito ma solo “differenziato il loro sostegno economico”, favorendo chi era in grado di investire proponendo progetti validi di sviluppo. “Le imprese che hanno meglio superato la crisi, -ha detto Pasca- sono infatti quelle imprese che l'hanno subita per prima e hanno saputo rispondere rinnovandosi, investendo. Sono in sostanza le imprese che fanno export”. Secondo l'ultimo rapporto trimestrale della Camera di Commercio, l'export rappresenta in effetti il solo segno “più” del settore manifatturiero umbro.
I piccoli e medi imprenditori – Di tutt'altro avviso nel valutare l'atteggiamento delle banche i pochi esponenti del mondo imprenditoriale presenti stamani in sala: “Una cosa non vera che è stata detta è che un imprenditore creativo possa veramente andare in banca con un progetto e vederselo finanziare”, ha detto Guido Perosino, direttore della Confapi di Perugia, associazione di categoria delle piccole e medie imprese. “Questa è una leggenda metropolitana. In realtà non è così, in realtà il sistema bancario oggi non ha quel sistema di selezione vero, diretto e competente”.
Secondo Perosino, è irreale l'idea che le imprese possano da sole affrontare il momento economico, in quanto “l'impresa in questo mercato si fa anche attraverso il credito bancario, non esiste che l'imprenditore faccia tutto da solo”.
Rischio usura e fallimenti – Imprese che rischiano il fallimento. Altre che potrebbero scivolare nella spirale dell'usura. E' un quadro a tinte scure quello che disegna Perosino relativo al mondo delle piccole e medie imprese umbre.
“Le piccole imprese sono in difficoltà”, ha detto l'esponente Confapi, secondo cui siamo adesso in un momento in cui “gli imprenditori prima di mandare a casa le persone ci rimettono di tasca propria, facendo un grande lavoro di coesione sociale e di difesa dell'occupazione, ma arrischiandosi nel debito”, con il rischio usura e fallimento dietro l'angolo.
Francesco de Augustinis