Il sito dove sorge l’abbazia di Sassovivo è un’inesauribile fonte di scoperte storiche, archeologiche, architettoniche ed artistiche.
La seconda campagna di scavi prosegue, e più si va in profondità, più emergono tracce di un passato a tratti inaspettato, quanto emozionante e persino misterioso.
I riflettori sono ora puntati su di un piccolo grande rinvenimento: frammenti di una ciotola risalenti all’età del bronzo, intorno al quindicesimo secolo avanti cristo. Particolare non affatto secondario, che cambia radicalmente la lettura storica del sito, considerando che in Umbria si hanno tracce simili in rarissimi luoghi, tra i quali Sorifa a Nocera Umbra ed il colle di Sant’Elia a Spello.
Ma le novità non finisco qui: sino ad oggi sono state riportate alla luce oltre una decina di sepolture. Tre tombe all’interno dell’abbazia contenenti sacerdoti o monaci, ed altre otto a ridosso delle mura, probabilmente appartenenti a benefattori del complesso sacro, che in cambio di donazioni potrebbero aver chiesto di essere seppelliti nell’ambito della struttura. Alcune di queste tombe, in qualche modo da considerarsi monumentali, conterebbero sepolture multiple a strati.
Ed ora, grazie agli epserti antropologhi dell’Hungarian History Museum University Eotvos Lorand Budapest, sarà possibile anche sapere età, patologie, disturbi alimentari e persino tipo di lavoro svolto. Risposte che arriveranno dall’esame dei resti scheletrici.
Si scopre inoltre che all’interno del sito operava una vera e propria fonderia di campane.
Questo e molto altro è stato anticipato ieri mattina a Palazzo Comunale in una conferenza stampa alla presenza della vicesindaco con delega alla Cultura Rita Barbetti; Ottavio Bucarelli docente di archeologia paleocristiana e medievale, della Pontificia Università Gregoriana; Roberta Taddei, presidente degli Amici dell’Abbazia di Sassovivo; Lia Barelli e Maria Romana Picuti, docenti della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, dell’università La Sapienza di Roma.
Spiegazioni più approfondite saranno illustrate nel convegno di venerdì 10 luglio nella sala rossa di palazzo Trinci alle 17 con la partecipazione del sindaco Nando Mismetti e del vescovo Gualtiero Sigismondi.
E’ stato inoltre più volte ricordato che l’abbazia di Sassovivo, da cinque anni è considerata una dei 58 edifici ‘testimonianza di una cultura di pace’ da parte dei club internazionali Unesco.